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“Con la voglia di dire Dio in questa ora”

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Quando, il 13 aprile 1977, mons. Giovanni Locatelli fa il suo ingresso in Diocesi come vescovo di Rimini e di San Marino Montefeltro, trova un cammino conciliare già ben avviato, ma un clima complessivo meno effervescente, frutto anche di una più generale rassegnazione di fronte alla difficoltà del cambiamento, a cui non è certo estranea la deriva violenta del Movimento studentesco.
Per citare solo due delle decine di vittime di quegli anni “di piombo”, nel 1978 verrà assassinato l’onorevole Aldo Moro e nel 1980 il prof. Vittorio Bachelet, che dal 1964 al 1973 era stato presidente nazionale dell’Azione cattolica.

Questa delusione non sfugge al Vescovo, il quale tuttavia invita a superare le insorgenti, inevitabili, “deflessioni e stanchezze”, per impegnarsi in passi concreti a rispondere alle attese e alle speranze degli uomini, perché “di fronte al tragico continuare delle ingiustizie, dopo tante promesse e sogni, molti si adattano, ma il credente sa che non può rassegnarsi”.
Ponendosi in continuità con l’operato di mons. Biancheri, promuove i ministeri e il diaconato permanente in una prospettiva di nuove forme di collaborazione tra laici e sacerdoti: “La nostra Diocesi vede nella prospettiva del diaconato permanente e dei ministeri la possibilità di sviluppo di una immagine di Chiesa attenta alla evangelizzazione capillare… dove possano trovare spazio i doni di ciascuno per l’utilità comune”.
A novembre del 1977 inaugura la scuola di teologia per laici e religiose, per preparare i nuovi ministri e rispondere alla necessità, sempre più sentita nei cristiani impegnati, di un serio approfondimento dei contenuti della fede, per essere in grado di valutare criticamente la realtà e di dare ragione della propria fede.

Crea i centri pastorali per animare i vari settori della vita diocesana e, come sede dei centri pastorali, oltre che come sede episcopale, provvede alla costruzione di un nuovo edificio con la Sala Manzoni e la Sala Ottagonale; accoglie in seminario diverse vocazioni adulte, stabilendo che il biennio di teologia rimanga a Rimini per una preparazione più accurata all’ingresso al seminario regionale di Bologna (1987); apre la missione diocesana a La Guaira in Venezuela, dove si reca spesso personalmente a portare gli aiuti raccolti dalle varie comunità missionarie della diocesi.

Attento anche al sociale, nel 1979 istituisce il Centro diocesano per la pastorale del mondo del lavoro, al quale seguono la Commissione diocesana Justitia et pax (che esce immediatamente con un documento che invita le parrocchie a porre al centro della riflessione il problema della disoccupazione giovanile) e il Centro pastorale del turismo (1981).
Anche l’Azione cattolica (grazie all’impegno di don Biagio Della Pasqua, don Giuseppe Vaccarini, don Maurizio Fabbri e don Tarcisio Giungi ancora diacono) appare in ripresa, tanto che nel 1984, il presidente diocesano Romolo Ricci, potrà affermare che essa “non ha la forza organizzativa di un tempo, …ma si sta muovendo per la promozione di un laicato che con senso di responsabilità ed amore verso la Chiesa cominci ad occupare quegli spazi vitali suoi specifici che, nelle varietà delle ministerialità, non possono non rappresentare un grande richiamo per tutte le comunità cristiane”.

Al termine della visita di papa Giovanni Paolo II alle diocesi di San Marino Montefeltro e di Rimini, il vescovo, con orgoglio, in una lettera alle diocesi, dopo aver espresso “la sua gioia per la visita del Papa alle sue diocesi” e aver richiamato in breve i diversi momenti della giornata, può concludere: “Il Papa è rimasto molto contento di ciò che ha visto a Rimini”.
Per accompagnare e sostenere questo impegnativo cammino della Chiesa, che non può essere assimilata ad una qualsiasi istituzione, per quanto ben organizzata, ma è “mistero che si edifica con la preghiera e la contemplazione”, nel 1984 mons. Locatelli chiama da Albano un gruppo di suore clarisse a fondare un monastero di clausura, che sia un centro di preghiera e di spiritualità. Nello stesso anno deve dare inizio alla applicazione della revisione del Concordato, che vede la soppressione di 130 parrocchie.

Sotto il suo episcopato diventa tradizione la celebrazione delle Assemblee ecclesiali, che vedono esprimersi una comunità costantemente attenta alla realtà sociopolitica nel suo concreto svolgersi nella dimensione locale.
La prima assemblea, quella del marzo 1978, ha per tema la parrocchia, come “casa che cammina in un vero pellegrinaggio”. Dopo gli anni di pluralismo pastorale, la scelta sembra cadere, dunque, su strutture pastorali più tradizionali e “collaudate” e per questo più “rassicuranti”. Non a caso la parrocchia torna anche come tema centrale dell’assemblea del 1987: essa deve essere il luogo dove vivere i “momenti più normali e sani della vita della Chiesa, nella sua ferialità… incarnata in una cultura, in un territorio… ma rimanendo quello che è, cioè una realtà escatologica”.

Quella del 1987 è l’ultima assemblea presieduta da mons. Locatelli.  Il 12 novembre 1988 lasciando Rimini per la nuova sede di Vigevano, ricorda ciò per cui si è lavorato in diocesi: “L’amore profondo e tenero al Signore, la passione per la sua Chiesa mistero e struttura e per il Concilio, l’innamoramento per l’uomo del nostro tempo, la voglia di dire Dio in questa nostra ora per fare discepoli di lui tutte le genti; la passione per la comunione…” e invita a “porre il mantello dell’amore di Dio” su “alcune cose che hanno potuto cagionare frizioni e difficoltàì”. (20 – continua)

Cinzia Montevecchi