Home Attualita La Casa che sforna Paola e il Pane di vita

La Casa che sforna Paola e il Pane di vita

Paola in Africa c’era stata da volontaria e quell’esperienza le aveva segnato la vita. Il suo desiderio di ritornare da fisioterapista a servizio del Continente Nero è “lievitato” in maniera diversa da come l’aveva immaginato, ma non per questo meno “fragrante”. “La Casa del Pane” in attività in un paese della Tanzania, porta proprio il nome della riminese Paola Bagli, scomparsa a 36 anni.
L’idea di infornare un’attività professionale che fosse di aiuto alla popolazione locale è sbocciata tra le Suore Francescane Missionarie di Cristo, più conosciute in città e in Diocesi come Suore di Sant’Onofrio. Un forno per offrire sviluppo economico nell’area rurale di Gwandumehhi, dove ha sede la comunità delle Suore, per ridurre la povertà generale, migliorare la situazione delle donne attraverso la formazione e un lavoro autonomo e remunerato, consentendo loro di sostenere la famiglia. Maggiore occupazione significa anche evitare la migrazione degli uomini verso le città in cerca di lavoro, mentre il minore costo del pane aiuterebbe a diversificare la dieta.
L’idea delle suore si incontra con il desiderio africano di Paola, che babbo Luciano (un portabandiera della Protezione Civile della Provincia) e mamma Lella Tonni mantengono in quota. Per dar corpo alla “Casa del Pane di Paola” occorrono un’impastatrice, un forno, una cella per la lievitazione e il laboratorio, con i tavoli e l’attrezzatura necessaria.
Luciano e Lella vanno in avanscoperta nel giugno 2016. Con suor Lorella Chiaruzzi, altra riminese coinvolta nel progetto, l’intesa è massima. C’è l’area, c’è l’idea, servono i materiali per impastare questa buona azione. In memoria di Paola arriva tutto. Il materiale è spedito nel settembre 2017, purtroppo resta fermo per alcuni mesi in dogana ma finalmente riprende la rotta destinazione Gwandumehhi.
Il laboratorio è coibentato e automontante, allestirlo non è difficoltoso, specie quando si hanno compagni di viaggio disposti a tutto pur di far del bene. Luciano, infatti, è spalleggiato da dieci amici: Europeo Gabrielli, Alessandro Donati, la moglie Maria Grazia, Bellisario Di Taranto, Tommaso Rillo, Ivan Zamagna, Paola Bastoni, Antonio Garattoni e la moglie Daniela. La squadra lavora d’amore d’accordo, pagandosi spese di viaggio e ferie, e nel febbraio scorso la “Casa del Pane di Paola” inizia a sfornare.
“Siamo molto contenti, l’iniziativa sta prendendo piede. – è commosso Luciano – A queste latitudini il pane non è molto conosciuto ma può farsi strada”. Una donna cercava latte, le suore Francescane Missionarie gli han messo in mano anche il pane fresco. E lei di rimando: “Quando torno a casa, lo devo cucinare?”.
I clienti non mancano, i commercianti pure ma è stato necessario vincere alcune resistenze: senza il certificato rilasciato dal Governo giravano tutti alla larga e quel documento tardava ad arrivare. “Le Autorità per il commercio e l’alimentazione si sono complimentate per la struttura e per la bontà del pane” è orgogliosa suor Lorella.
Due persone locali hanno frequentato un corso di panificazione e sono giornalmente all’opera.
Alcuni contadini si sono convinti a piantare grano: l’obiettivo è dar vita ad un circolo virtuoso, capace di generare lavoro, reddito e sostegno. E reinvestire gli eventuali utili per implementare la “Casa”. Luciano e i suoi amici intanto han regalato a Daniel una bicicletta: con le due ruote, Daniel consegna il pane a Daudi, il villaggio vicino.
Tutto funziona. Il pane è venduto e sono iniziati i biscotti. Ma va mantenuta la “temperatura” del forno. L’attività deve migliorare, la filiera va implementata (produzione di grano, formazione del personale, ecc). Gli amici dell’associazione Cristiani nel Mondo del Lavoro e della Protezione Civile si rimboccano le maniche: mercoledì 16 maggio apparecchiano una cena di beneficenza (accompagnata da musica e proiezione di filmati, ore 19,30) presso l’Hotel Atlas di Rimini (via Regina Elena, 71. Prenotazioni: 338.8753252, associazionecml@gmail.com). “Ci siamo preoccupati per le difficoltà incontrate dalla «Casa», esultato per i progressi, tifato pr la buona riuscita dell’impresa. – assicurano CML e Protezione Civile – Vorremmo far lievitare l’iniziativa perché il ricordo di Paola rimanga sempre vivo e porti nuovi frutti”. In Tanzania come a Rimini.

Paolo Guiducci