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Il “Fair Play” di Fabio Catacchini

Si è svolto lo scorso 5 luglio la premiazione del 9° Trofeo Fair Play-Vincenzo Bellavista, istituito nel 1999 da il Ponte con l’intento di evidenziare il comportamento sportivo da parte dei giocatori del Rimini, sulla base dei referti arbitrali. Questo premio, cresciuto negli anni assieme ai biancorossi (passati nel frattempo dalla serie C2 alla B), ha voluto porre al centro dell’attenzione quei valori di correttezza tanto cari al compianto presidente Bellavista, che ne era instancabile sostenitore.
Pensiero espresso pure dal figlio Gianni, intervenuto a confermare, con commozione, il forte legame tra la sua famiglia e il Trofeo, al quale il padre partecipava volentieri anche per motivi scaramantici (“era un portafortuna”).
In questa edizione il Trofeo è stato attribuito a Fabio Catacchini (nella foto), che succede a Biagio Pagano, avendo subito un’unica ammonizione in 21 presenze e precedendo Giovanni La Camera (23 gare e 2 cartellini gialli). Il direttore de il Ponte, Giovanni Tonelli, ha consegnato il premio al veloce terzino 24enne, il quale, pur consapevole dei probabili sfottò dei compagni, si è detto gratificato da questo riconoscimento ottenuto alla sua prima stagione in biancorosso, frutto anche del gioco d’anticipo che predilige.
Come ogni anno, la nostra testata ha, poi, attribuito un premio alla rivelazione del campionato. La scelta è caduta inevitabilmente sul giovane centrocampista (pure lui 24enne) Francesco Lunardini, riminese doc, autore di un finale di stagione, in cui ha saputo unire qualità e personalità. “È uno sprone a fare ancora meglio” ha commentato dopo aver ricevuto il premio dalle mani di Eraldo Pecci, ex regista negli anni ’70/’80 di Torino, Fiorentina, Bologna e Napoli. Prima di Lunardini altri tre giocatori provenienti dal settore giovanile riminese avevano ottenuto lo stesso riconoscimento: Matteo Brighi (2000), Marco Brighi (2002) e Andrea Mussoni (2003).
Per l’occasione, erano presenti anche i due massimi rappresentanti della società, Luca Benedettini e Walter Muratori, e il responsabile dell’area tecnica, Luca D’Angelo. Il presidente Benedettini ha rimarcato l’inadeguatezza degli impianti sportivi riminesi e il difficile momento che le società calcistiche stanno vivendo, con gli introiti sempre più ridotti e le scelte della Lega che stanno mettendo in ginocchio la serie B. Muratori ha invece puntato il dito contro gli imprenditori e la città (“Rimini è egoista”), cui è stato dato molto ricevendo in cambio solo briciole, non escludendo, in futuro, la consegna delle chiavi al Sindaco.
Lo stesso sindaco, Alberto Ravaioli, che, insieme all’assessore allo Sport, Donatella Turci, ha partecipato alla premiazione, ha concordato sulla necessità di un maggior contributo da parte del mondo imprenditoriale riminese.

Roberto Baietti