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I Miserabili, che musical canterino

Fuori dal palcoscenico, dentro lo schermo. Tom Hooper, dopo il successo (e gli Oscar vinti) de Il discorso del Re si cimenta in un’impresa da brividi, con gli occhi puntati di milioni di fans adoranti in tutto il mondo, e vince in qualità (e quantità di biglietti venduti) ed emozione, nell’adattare per il cinema il musical Les Misérables, tratto dal romanzo di Victor Hugo, successo planetario con repliche affollate a Londra sin dal lontano 1985, quando andò in scena per la prima volta lo spettacolo prodotto da Cameron Mackintosh. In terra d’Albione Les Miz (come lo chiamano i britannici) ha funzionato, eccome. Tom Hooper, intelligentemente, si discosta dalla dimensione del teatro e punta molto sui primi piani degli attori, impegnati in sfide canore dal vivo (il regista ha chiesto esecuzioni live durante le riprese), per raccogliere umori, sentimenti, dolori, desideri di libertà e riscatto e aneliti rivoluzionari nell’animo dei loro personaggi. Ai primi piani si alternano le efficaci scene ad ampio respiro e l’impatto generale è davvero di grandissima presa spettacolare ed emotiva con canzoni memorabili tra le quali è davvero difficile scegliere (anche se la più celebre, oggi come oggi, è I Dreamed a Dream qui eseguita da una convincente Anne Hathaway nel ruolo di Fantine, per via del successo raccolto in tv dalla casalinga canterina Susanne Boyle). Hugh Jackman e Russell Crowe interpretano rispettivamente Jean Valjean e Javert, l’ex galeotto e la sua nemesi, ad Helena Bonham Carter e Sacha Baron Coen sono affidati i ruoli dei lestofanti Thènardier, i caratteri comici della piéce. Non dimenticate il fazzoletto, le lacrime non mancheranno.

Il Cinecittà di Paolo Pagliarani