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Gli scalpellini riminesi che scalano il mondo

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Da una materia fredda e inerte come il cemento prendono forma alberi, ciuffi di terra, cascate, manti nevosi, pietre e massi dal fascino millenario. A colpi di scalpello e pennello, Fabrizio e Francesco Lega trasformano un elemento architettonico – sia esso una parete, il bordo di una piscina o di una vasca idromassaggio oppure un’intera stanza – in un’opera d’arte dove natura e artificio convivono nella stessa sagoma. Il tutto – a proposito di natura – creato nel rispetto dell’ambiente, utilizzando materiali ecosostenibili.

Siamo a Covignano. Da questo angolo di campagna riminese, il lavoro di questi due scalpellini-alchimisti riminesi, coordinati dalla regia esperta di papà Giancarlo, architetto, ha conquistato clienti in tutta Italia e diverse parti del mondo. Dagli alberghi di lusso del Trentino e della Sardegna alla villa prestigiosa di un magnate del gas russo a Mosca, per citare solo una delle ultime commesse che hanno visto protagonista l’impresa di famiglia RiminiRock; da uno dei ristoranti italiani più in voga in Thailandia, il “Bacco” a Bangkok, fino alle spiagge ancora vergini di Jerico, in Brasile, dove i “transformers” della roccia riminesi si apprestano a plasmare un albergo a forma di vulcano per l’amico Giorgio Bonelli, fratello del noto editore milanese di fumetti, Sergio.

Dalle rocce del suo showroom, annesso alla villa di famiglia, Fabrizio “sgretola” le sfide passate e future. “Lavoriamo prevalentemente per studi di architetti, realizzando i loro progetti, ma non di rado ci mettiamo del nostro”, racconta mentre ci mostra una sauna che richiama esteticamente alle antiche terme romane. Poco oltre, attraversando con lo sguardo le pietre e rocce scolpite sulle pareti, troviamo il bagno turco, realizzato in appena due settimane, la stanza del sale e, in fondo, la grande vasca idromassaggio che sembra scavata nella roccia, con cascata a velo e a gradini. “A me piace arrivare nel particolare – spiega Fabrizio – solo così si riesce a riprodurre rocce che sembrano vere”. Gli artisti di RiminiRock, affiancati da uno staff di giovani collaboratori in occasione delle varie commesse che li vedono arruolati, utilizzano cristalli di quarzo selezionati, fibra di vetro, colori senza solventi e una amalgama particolare di cemento. Con questo mix alchemico “la piscina da semplice vasca diventa parte integrante dell’ambiente circostante e la sauna o il bagno turco si trasformano in una grotta” aggiunge Giancarlo Lega, legale rappresentante di RiminiRock. È stato proprio lui a dare vita all’impresa di famiglia, nel 1993. “Facevo piscine in cemento armato a forma libera – racconta – ma sentivo che dovevo proporre qualcosa di diverso. Iniziai così a riprodurre delle rocce per creare delle piccole oasi naturali”. Appena un anno e Giancarlo esce dal mercato delle piscine per estendere il suo talento ad ogni genere di realizzazione scenografica ispirata alla natura.

L’istinto gli ha dato ragione. In questi anni RiminiRock ha lavorato per centinaia di alberghi di lusso, parchi di divertimento d’alto richiamo come Gardaland, magnati dall’Estremo Oriente alla Russia. E per le loro peculiari caratteristiche, le opere della famiglia Lega stanno ottenendo consenso da parte di famosi architetti del mondo. Fabrizio è un fiume in piena: “Di recente, per una ricca committente indiana, abbiamo realizzato una grotta con piscina al ventottesimo piano di un grattacielo a Bangkok”. E sempre nella capitale thailandese, nel rinomato “Bacco Restaurant”, l’èquipe riminese ha realizzato un’ambientazione scenografica rocciosa in quello che un tempo era una zona abbandonata del locale.
Recentemente la famiglia si è aggiudicata una commessa da scalata in Russia: una realizzazione all’interno di una prestigiosa villa di Mosca costata complessivamente 30 milioni di dollari, di proprietà di uno degli uomini più ricchi del paese. Fabrizio e Giancarlo non vogliono fare nomi, ma scopriremo poi che si tratta di un magnate del gas dal patrimonio di 15 milioni di dollari. “Abbiamo creato per questa villa una grotta e alcune sculture su pietra, oltre a personalizzare a tema l’intera stanza del figlio”. Ovunque, tra quelle mura, c’erano assistenti e guardie del corpo: un contesto che a molti artigiani “di provincia” potrebbe provocare più di qualche imbarazzo. Ma per gli “scalpellini trasformisti” riminesi non era la prima volta. Tra i loro clienti vip c’è stato anche Silvio Berlusconi che nella sua Villa Certosa, in Sardegna, ha voluto ricreare una pavimentazione in pietra nella grotta al mare e altre rocce monumentali.

Ora la rotta è puntata oltre oceano, direzione Sudamerica. “Realizzeremo alcune opere in Brasile per Bonelli Brasil Group nello Stato di Cearà”. Fabrizio che partirà con l’inseparabile fratello Francesco, ci mostra il rendering di un hotel a forma di vulcano con al centro una piscina. Il pensiero va anche alle attrezzature ed ai macchinari che serviranno a spruzzare il cemento da cui prenderà poi forma l’allestimento. E alla manodopera, perché “non è facile trovare collaboratori capaci, disposti a viaggiare per buona parte dell’anno” dice Giancarlo. Il lavoro di RiminiRock non ha temi né schemi predefiniti. Mentre ascoltiamo la loro storia, a Covignano, lo stesso Giancarlo riceve una chiamata per un’altra commessa a San Pietroburgo. Non è l’unica sfida che si apprestano ad affrontare. Sono di questi giorni altre richieste da Georgia, Siberia, Mar Nero e perfino dalla  Cina.

Il passaparola corre, ma non intacca stranamente la città ed il territorio dove RiminiRock è nata. Già, proprio Rimini sembra ignorare le “scalate” di Giancarlo, Fabrizio e Francesco. E pensare che le opportunità, tra alberghi, parchi tematici e centri benessere, non mancherebbero. “Avremo collaborato con una settantina di hotel tra Bolzano e Trento, a Rimini abbiamo fatto tutte le fiere, eppure non lavoriamo” allarga le braccia Giancarlo. Suona quasi come un paradosso, ma nella capitale del turismo romagnolo con qualcosa come un migliaio di hotel, le ambientazioni scenografiche “alla RiminiRock” non hanno ancora conquistato gli imprenditori. “Non entra l’importanza della scenografia nel creare e proporre qualcosa di diverso. – cerca di dare una spiegazione Giancarlo Lega – È un investimento che non si ammortizza nel breve periodo, ma nel lungo termine sì, perché incentiva il passaparola e con esso anche l’indotto”. E non è neppure un discorso di mode. “Puoi fare un allestimento come ti pare – aggiunge Fabrizio – ma le emozioni che provi quando entri in una grotta durano nel tempo”.

Alessandra Leardini