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Gli auguri di Pasqua del Vescovo Lambiasi

Il bene fa sempre bene. Anche solo a saperlo. Figuriamoci se ce ne lasciamo contagiare: mente, cuore, mani. Purché non siano fake news. No, queste che riferisco, sono notizie belle e buone (anche se alcuni nomi sono cambiati). Ma storie vere di vere risurrezioni. Me ne servo per formulare gli auguri di Pasqua.
Buona Pasqua a te, caro Don Mauro, che ormai da più di dieci anni sei immobilizzato alla croce del tuo letto con i chiodi lancinanti della SLA e continui a parlare senza più riuscire neanche a muovere le labbra. Lasciami dire: qui, se c’è uno che ci sta facendo la predica più bella, quello non è il vescovo di Rimini, ma sei tu. Proprio tu, che continui a dirci con una tenacia inossidabile che Gesù ha operato più salvezza con le mani inchiodate sulla croce, nello stato dell’impotenza, che con le mani stese sui malati, nell’atto del prodigio.
Buona Pasqua a te, cara Mariella, che l’altro ieri sei riuscita a confessare il tuo peccato di duplice aborto, commesso in gioventù. Quel ricordo ti aveva a lungo fatto soffrire, ma ti aveva anche provocato a prenderti cura di due immigrati bisognosi di una mamma. Ti ho visto piangere lacrime di amore e di gioia, quando ti ho detto che molto ti era stato perdonato perché hai molto amato.
Buona Pasqua a te, cara Azzurra. Giovanissima, 22 anni, laureanda, al venerdì sera torni a casa da Bologna, e dividi il tuo week-end tra l’incontro per aspiranti animatori parrocchiali, volontariato al campo sportivo per tagliare l’erba per la partita di calcetto, Messa alle 10, doposcuola a bambini in difficoltà. Ma come facciamo noi adulti a chiamarvi bamboccioni, irresponsabili, mollaccioni, perpetuando il pregiudizio che attanaglia il mondo dai tempi dei sumeri: che da questi giovani non c’è da aspettarsi niente di buono?
Buona Pasqua a te, caro Lorenzo, che sei rimasto colpito al cuore dall’affermazione di papa Francesco: “Chi va con le prostitute, compie un atto criminale. Non è fare l’amore. È torturare una donna”. In passato eri caduto in questa miseria, ed eri già sposato. Poi, chiedendo aiuto al Crocifisso-Risorto, sei riuscito a dire basta. Adesso aiuta amici, colleghi di ufficio e cristiani praticanti a non rimanere indifferenti di fronte al numero enorme di “clienti” del mercato del sesso, che sono “battezzati cattolici”.
Buona Pasqua anche te, Massimo carissimo. Sono passati dieci anni da quando ti incontrai la prima volta. Ti vidi scintillare negli occhi la fiamma dell’amore più grande: quello di chi è pronto a giocarsi la vita per le persone che ama. E tu, alla scuola di Marilena, hai sognato di giocartela per i poveri di Mutoko, in Zimbabwe. Sei partito, rinunciando a soldi e successo, senza darti le arie, e sei andato a fare il dentista laggiù, per ridare un sorriso a vecchi e bambini, a giovani ardenti e belle ragazze. Appagato e strapagato solo da quel sorriso. Auguri. Che la tua gioia non abbia mai fine.
+ Francesco Lambiasi