Home Vita della chiesa Giovani coppie: l’amore non è bello se non è dialogarello

Giovani coppie: l’amore non è bello se non è dialogarello

Il fine settimana dell’11-12 luglio, presso la Casa di Spiritualità “Don Domenico Masi” animata dalla Congregazione delle Sorelle Dell’Immacolata situata nel centro storico di Saludecio, si è svolto un ritiro di Preghiera, Comunione e Confronto dedicato alle giovani famiglie delle parrocchie di Santarcangelo e San Vito.
Per queste famiglie si è trattato sicuramente di un’occasione per poter conoscere, rispolverare ed approfondire argomenti fondamentali per la crescita della coppia e dei figli da essa generati.
Il ritiro si è articolato su tre momenti forti, ognuno dei quali si è aperto con una preghiera di gruppo, è continuato con la catechesi e cioè con la lettura e la relativa spiegazione di brani da parte di Cesare e Rita, è proseguito con il lavoro personale della coppia e si è concluso con il rendere partecipe tutto il gruppo dei frutti che aveva portato il lavoro di coppia.
Tale formula è stata possibile ed è risultata vincente a causa di una serie di motivi.
Il primo sta nel fatto che Cesare e Rita hanno saputo preparare degli argomenti (e quindi delle catechesi) davvero molto stimolanti, rafforzati anche dalla loro testimonianza di coppia.
Il secondo motivo è stato il fatto che le coppie hanno potuto “lavorare” in modo tranquillo ed approfondito senza avere la “distrazione” dei figli. Infatti, per tutti e tre i momenti, è stato previsto un validissimo servizio di Baby-sitting. Bisogna dire che dopo qualche brontolio e/o lacrimuccia iniziali (più da parte dei genitori che da parte dei figli) la cosa ha funzionato piuttosto bene. Merito anche delle ragazze che hanno saputo far trascorrere ai bimbi ore di gioco e divertimento insieme. Grazie a ciò, i genitori hanno potuto trascorrere del tempo “di qualità” insieme.

In questi due giorni si sono trattati diversi argomenti, tra i quali:
La diversità nella coppia intesa come ricchezza e non come motivo (o scusa) di allontanamento, di separazione. Il rischio evidente che una coppia corre quando, dopo essersi attratti e scelti proprio perchè diversi in quanto portatori uno per l’altro di novità, è che, nel tempo, ognuno abbia la tendenza a voler cambiare l’altro (senza ovviamente riuscirvi) fino alla clonazione di se stessi.

La diversità tra l’uomo e la donna anche nel modo in cui pensano, si esprimono, decodificano e reagiscono ai segnali dell’altro. L’uomo e la donna parlano, senza dubbio, lingue diverse e, all’interno di un rapporto di coppia, esistono diversi linguaggi dell’Amore. Essendo consapevoli di ciò diventa più facile capire quali “strani percorsi” lui (o lei) deve o può intraprendere per incontrare lei (o lui) sul campo dell’Amore.

Amore come comunione e non come uniformità. L’uomo e la donna, pur essendo singoli sono coppia dove, proprio per esaltare l’identità di coppia, non vi è l’annullamento del singolo, tantomeno della suo modo di essere, di vivere, di amare l’altro. L’Amore non è matematica: uno più uno dà sempre uno!
Le coppie partecipanti erano davvero assortite. Hanno partecipato al ritiro coppie appena sposate, coppie sposate da qualche anno con figli e coppie sposate da qualche decennio che a casa hanno lasciato più di un nipotino.
Alla luce di quanto appena detto ci si può aspettare che chi scrive dica che le coppie più mature, con il loro esempio e le loro riflessioni, hanno aiutato le coppie più giovani, e di certo questo è avvenuto. Ma la cosa davvero sorprendente è che anche le coppie più giovani hanno in qualche modo aiutato quelle più mature. Si è verificato uno scambio di idee, sentimenti, aneddoti, pensieri talmente intenso che l’età anagrafica è passata in secondo piano ed ha consentito a chiunque di poter gustare la gioia di condividere con altri un pezzetto del proprio “cammino”.
Infine va anche ricordato che tutto questo è stato possibile anche grazie alla cornice nella quale questo evento si è svolto. Il convento, articolato su due piani e sviluppato attorno ad un graziosissimo chiostro centrale, è ubicato proprio nel centro storico di Saludecio. Dalle sue finestre, nelle giornate limpide, si può godere di un panorama mozzafiato: alberi, colline, campi di grano e giù giù fino al blu del mare. Ma la cosa più bella, sincera e confortevole è chi questo convento lo abita! Suor Vittoria e le altre sorelle ci hanno saputo accogliere come si accolgono un padre, una madre, un figlio. La sensazione provata entrando in quel convento è stata come quella di sentirsi a casa, amati e coccolati. Abbiamo assaporato la Felicità, la Serenità e toccato con mano cosa significhi, davvero, accoglienza.