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Febbre spagnola

Rimini-Spagna andata e ritorno. Si parte con una valigia piena di curiosità e si torna diversi, cresciuti grazie a un’esperienza unica nel suo genere: l’Erasmus, quel progetto didattico che permette agli studenti universitari, dal 1987, di studiare e vivere all’estero per pochi mesi e in alcuni casi, anche per un anno. E tra le tante mete che il Polo universitario riminese mette in palio con le borse di studio, una più di tutte sbaraglia la concorrenza: la Spagna.
Nell’ultimo anno accademico (2011/2012) una trentina, su un totale di 78 giovani stranieri in Erasmus a Rimini, provengono dalla penisola iberica. Oltre 35 su 56, invece, gli italiani a Rimini che si sono trasferiti per un semestre all’università di Madrid o Valencia. Dunque, la Spagna chiama, Rimini risponde. E viceversa. Le motivazioni sono le più svariate spiega Susanne Zaghini, dell’ufficio Erasmus del Polo riminese (Ufficio Relazioni internazionali): “Facilità della lingua, somiglianza tra le due culture e un certo fascino, quasi inspiegabile”. Per gli spagnoli, invece? “Credo che per loro sia lo stesso, in fondo non siamo poi così diversi”. A onor del vero c’è anche un altro motivo: entrambe, prime in Europa, hanno coltivato gli studi turistici. La conferma arriva proprio dall’università: “In questi due paesi europei, ormai da vent’anni, sono nati gli studi turistici legati all’economia e questo ha fatto sì che lo scambio tra le due terre venisse incentivato”. Oggi, però, non sono solo gli studi turistici a far proliferare gli scambi: tanti i giovani che provengono dalle facoltà di Lettere e Filosofia oppure da Scienze Motorie.

Alcuni dati nazionali
Ma non sono solo gli studenti riminesi ad amarla: in Italia da 25 anni, da quando è nato il progetto, la Spagna è al primo posto sia per incoming che outgoing.
A livello internazionale nell’anno accademico 2010/2011 il programma di mobilità ha segnato un nuovo record di adesioni, con oltre 231 mila “erasmusiani” e un aumento complessivo dell’8,5% rispetto all’anno precedente.
Le tre destinazioni più gettonate sono state la Spagna, la Francia e il Regno Unito mentre il maggior numero di studenti che sono arrivati in Italia sono stati spagnoli, francesi e tedeschi.
E nella classifica delle quindici università più internazionali ci sono anche tre italiane: l’Alma Mater di Bologna (quarto posto), la Sapienza di Roma (nono) e l’Università di Firenze (dodicesimo).
Gli italiani a partire, nell’anno accademico 2010/2011, sono stati più di 22 mila e come mete di studio hanno scelto soprattutto Spagna (7.547), Francia (3.338), e Germania (2.199)

Scegliere Rimini…
I dati parlano chiaro: quasi 80 studenti hanno scelto il Polo riminese nell’anno 2011/2012. Solo 48, appena un anno prima. Dunque, quasi un raddoppio degli arrivi che diventa ancora più significativo se si pensa che quest’anno l’Erasmus festeggia i suoi primi 25 anni di vita. A sottolineare, tempo fa, l’ottimo risultato è stato il giovane consigliere comunale del Pd Mattia Morolli: “Si tratta di un grande momento formativo che sempre più permette di maturare esperienze umane e che fanno capire quali sono le realtà europee più ambite dai giovani”. Ancora meglio, poi, se questa esperienza umana prende vita in un posto “piacevole”, dove lo studio è affiancato al divertimento. “Difficilmente si trovano male – spiega ancora Susanne Zaghini – e alcuni decidono di tornarci per stage lavorativi, tirocini o altre esperienza di studio”. Alla provenienza spagnola si affianca anche quella di tanti giovani provenienti dall’Est europeo come dalla Romania, Bulgaria, Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca. Tutti con il pallino dell’economia: 73, infatti, sono quelli che hanno imboccato gli studi economici, appena 4 per il corso di laurea di medicina e chirurgia e solo uno per scienze motorie. Per loro, l’università oltre a mettere a disposizione corsi di lingua inglese, dal prossimo anno attiverà altri due corsi internazionali, sempre in inglese: due corsi di laurea magistrale in Economics and Market Policy e in Tourism Economics and Management.

O volare all’estero
Cinquanta gli universitari del Polo locale che scelgono di spiccare il volo. E dopo la Spagna la meta più ambita è la Germania, seguita dalla Francia, dal Portogallo e dai paesi del Nord Europa. Si parte per un semestre e poi, succede di rimanerci un anno, “perché il riscontro è quasi sempre favorevole”. Di solito, anche gli studenti italiani sono sostenuti nell’avventura da corsi sulla lingua del paese di origine. “A parte l’inglese – spiega la Zaghini – sosteniamo i ragazzi con lezioni mirate sulla lingua del paese dove andranno a stare per rendergli più semplice la vita quotidiana e le interazioni sociali”.

Marzia Caserio