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Cuore romagnolo nel Sol Levante

La chiesa è al centro. Intorno la Scuola materna ed il Nido, la Casa per anziani e il Centro di accoglienza per ragazze madri e donne che hanno subito violenza. “Per noi è un richiamo continuo, ma anche un annuncio che al centro di tutta la nostra attività, anche caritativa, c’è Gesù Eucaristia”. Padre Mario Canducci ha 75 anni e parecchi malanni, ma un dinamismo nella conduzione della sua parrocchia Takada-Joetsu da far impallidire un trentenne. Il prossimo anno festeggerà 50 anni di sacerdozio e da almeno 46 è in Giappone. Nelle espressioni, nel modo di comportarsi e ragionare è ormai totalmente giapponese. Dell’Italia mantiene il gusto per l’ironia e un debole per il grana padano.
Sarà la nostra guida nel breve viaggio fra le parrocchie della diocesi di Niigata (sul mar del Giappone a nord est dell’isola di Honsu) affidate ai francescani che erano della Provincia dei Minori dell’Emilia Romagna e che oggi appartengono anche da un punto di vista giuridico alla Provincia giapponese.
“I francescani sono giunti in Giappone una cinquantina d’anni dopo san Francesco Saverio. Provenivano dalle Filippine, ma ben presto subirono il martirio, il 5 febbraio 1597. Sei francescani sono fra i protomartiri del Giappone, crocifissi e trafitti sulla collina di Nagasaki”. Una chiesa martire e coraggiosa, oggi ben inserita nel tessuto umano giapponese, molto impegnata nel campo dell’educazione, vissuta come forma di pre-evangelizzazione. “Infatti la gran parte dei bambini che frequentano le nostre scuole è non cristiana, ma non ci sono problemi nell’accogliere l’educazione anche religiosa che le nostre scuole impartiscono”. La precisazione viene subito dopo che i bambini, accompagnati da maestre e genitori in stragrande maggioranza buddisti, hanno partecipato con entusiasmo infantile alla preghiera del mattino di fronte ad una bella immagine della Madonna con bambino (dono delle Acli Centro riminesi).
Grandi scuole materne, con un’impostazione simile le ritroveremo in tutte le parrocchie francescane della diocesi di Niigata.
A Kashiwazaki opera padre Leone Bassi, 86 anni, grande architetto “abusivo”e progettista di quasi tutte le chiese della zona, fisico d’acciaio, genio dell’ordine e della perfezione, da oltre 50 anni missionario in Giappone e mai rientrato in Italia. Nella sua parrocchie esiste la più grande centrale nucleare del mondo, forte di 7 reattori, attualmente ferma per precauzione dopo un grave terremoto, “ma presto riaprirà, perchè alimenta tutta la zona di Tokio. Rimane però vivo il problema delle scorie…”. Per anni padre Leone si è impegnato accanto ai Boat People, i vietnamiti fuggiti dal regime comunista alla fine degli anni ’70.
A Itoigawa opera padre Domenico Gandolfi, piacentino. Ha 80 anni e i cinesi nel cuore. Per anni è stato missionario a Singapore e Taiwan e il suo desiderio sarebbe di concludere il suo cammino missionario in quelle terre.
Non era presente, perchè in Italia per un breve periodo, padre Bruno Fabbri, il più giovane della compagnia, 66 anni, originario di Villa Verucchio. Padre Bruno opera a Nagaoka. Nella sua parrocchia abbiamo visitato la bella chiesa di Fukuzumi, che vanta qualche statua in stile giapponese ed un altare e tabernacolo ricavati da elementi della cultura nipponica. Per chi ne vuole sapere di più padre Bruno cura un bel sito www.geocities.jo/bf4tau .
Fa parte della comunità ex emiliano-romagnola, anzi oggi ne è il superiore, anche padre Hubert, un francescano tedesco, che ha scelto di aggregarsi al gruppo italiano. Padre Hubert è parroco nella vicina Naoetsu. Anche lì naturalmente un bellissimo asilo ottagonale, senza corridoi, ma con una grande sala comune centrale, dove si affacciano le singole aule.
Ma anche le rose hanno tante spine. La testimonianza cristiana in Giappone non è facile. La crisi economica, ma anche morale del Paese (un tasso molto alto di suicidi, alienazione, molto alcol specie alla fine della giornata, altissimo il livello di competitività nella scuola e nel lavoro…) investe anche la comunità cristiana. Anche i servizi sociali mostrano dei limiti, soprattutto nell’assistenza degli anziani e degli handicappati (ancora molto emarginati nella società giapponese). Nella pastorale è vivo il problema delle giovani generazioni. Le richieste di aiuto e i bisogni aumentano, le risorse sono inadeguate, le persone sempre poche. “Magari qualcuno da Rimini viene a darci una mano, anche solo con un anno di volontariato” lancia padre Mario. Perchè no?!

Giovanni Tonelli