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TASSA DI SOGGIORNO, QUALE UTILIZZO?

La sindaca di Cattolica Foronchi: “Il prelievo statale sul gettito extra è unʼiniziativa fuori luogoˮ

Il territorio di Rimini “vola” sulla tassa di soggiorno. Il Comune capoluogo, infatti, si distingue a livello nazionale, facendo registrare risultati rilevanti sia come numeri sia come crescita nel corso degli anni. Proprio nelle scorse settimane, con il Consiglio dei Ministri che ne ha prorogato anche per il 2026 gli aumenti, aggiungendo però che lo Stato tratterrà il 30% del gettito extra (da destinare a fondi sociali, suscitando legittimi e comprensibili dubbi da più parti), il tema degli introiti derivanti dalla tassa di soggiorno è tornato di stretta attualità. E, guardando al territorio riminese, diventa lo spunto per analizzarne la rilevanza e il peso nelle aree a maggiore vocazione turistica.

Come detto, nel Comune riminese l’imposta di soggiorno ha un ruolo importante: secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sulla Tassa di Soggiorno, elaborati e diffusi da Il Sole 24 Ore, Rimini è la settima città in Italia per incassi derivanti dall’imposta, piazzandosi addirittura sul gradino più alto del podio tra le località balneari, sempre a livello nazionale. Con un trend di crescita costante: dai 9,5 milioni di euro del 2022 si è passati ai 10,9 del 2023, fino ai 14,3 milioni dello scorso anno. Non solo, i primi sei mesi del 2025 registrano già un +2,9% rispetto allo stesso periodo del 2024, suggerendo un risultato positivo anche per l’anno corrente. A fronte di risultati di questo tipo, il Comune di Rimini come utilizza queste risorse? “ Le risorse ricavate dall’imposta di soggiorno vengono utilizzate e investite ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 23/ 2011, che precisa come i proventi debbano essere utilizzati in materia di turismo, di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali, costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti”, sottolineano dall’Amministrazione riminese.

Nello specifico, dei già anticipati 14,3 milioni di euro ricavati dalla tassa di soggiorno, il Comune di Rimini ne ha utilizzati 3,8 per l’ambito turistico sportivo, cifra distribuita tra eventi eterogenei quali Notte Rosa, Tour de France, Rimini Marathon, Giro d’Italia, Capodanno e feste del borgo, oltre a Cartoon Club, Giardini d’autore ed eventi fieristici.

Segue l’ambito culturale, per il quale ammonta a 1,6 milioni l’impiego di fondi derivanti dall’imposta turistica, declinati su iniziative di cultura e spettacoli, assieme a servizi museali e teatrali. Infine, oltre agli 1,8 milioni di avanzo vincolato per legge, la fetta più grande è quella che ammonta a quasi 7 milioni di euro, impiegata in ambito ambientale e di trasporto pubblico locale, con riferimento, ad esempio, all’arredo urbano e anche alla gestione della qualità delle acque. “ Da sottolineare, inoltre, che il Comune si è fatto promotore nei mesi scorsi di una proposta di modifica alla normativa nazionale al fine di dare la possibilità ai Comuni di destinare parte delle risorse dell’imposta di soggiorno in ambito di sicurezza. – aggiunge l’Amministrazione – La proposta di emendamento sottoposta al Ministro dell’Interno introduce infatti, tra le possibili destinazioni del gettito, anche il finanziamento delle spese ‘afferenti alle forze di polizia a carattere generale compresa anche la polizia locale necessarie per garantire l’ordine e la sicurezza pubblica e la sicurezza urbana’. Potrebbero essere dunque ricomprese anche le spese per eventuali canoni di locazione o costi per l’alloggio del personale di rinforzo necessario a garantire l’ordine pubblico e la sicurezza urbana a fronte di esigenze connesse al flusso turistico”.

A Cattolica  Altro Comune di rilievo turistico della Riviera è Cattolica, il cui dato più aggiornato sugli introiti derivanti dalla tassa di soggiorno ammonta a circa 2,2 milioni di euro, sostanzialmente in linea con l’anno scorso. La sindaca Franca Foronchi ne illustra l’utilizzo.

“Le risorse della tassa di soggiorno sono utilizzate per oltre 951mila euro per tutte le manifestazioni culturali e turistiche, 105mila euro per la manutenzione e la gestione dell’arredo urbano, che vista la grande mole di turisti ogni anno necessita di continua attenzione; c’è, inoltre, per un impegno di circa 108mila euro, la gestione delle spiagge libere e delle aree portuali (zone in cui sono realizzati anche eventi) oltre che delle aree verdi (150mila euro), a cui dall’anno scorso si aggiungono altri 150mila euro per la manutenzione straordinaria (rifacimento di marciapiedi, asfaltature, ecc) delle aree turistiche. Va poi contata l’illuminazione pubblica (320mila euro) e i costi legati, per 380mila euro, al personale aggiuntivo di rinforzo necessario nella stagione estiva, ad esempio in ottica di informazione turistica con personale dello IAT. Dal prossimo anno, infine, abbiamo intenzione di impiegare una parte di queste risorse per la promozione dell’aeroporto di Rimini, come concordato con gli altri sindaci della riviera, al fine di dare impulso a un’infrastruttura fondamentale per tutto il territorio”.

La tassa di soggiorno rappresenta, dunque, una risorsa importante per i Comuni. Come leggere l’inserimento dello Stato sul gettito extra?

“Credo sia un’iniziativa fuori luogo. Si tratta di risorse fondamentali, senza le quali località turistiche come le nostre, considerata la mole dei flussi che ospitano ogni anno, non potrebbero sostenere e proporre un’adeguata offerta turistica. Se il turismo è importante, allora bisogna dimostrarlo lasciando ai Comuni la libertà di agire e proporre un’offerta che sia la migliore possibile. Una decisione di questo tipo, al contrario, ci mette molto in difficoltà”.