Home Attualita Superbonus 110%, il tempo è tiranno

Superbonus 110%, il tempo è tiranno

Close-up of simple small brown model house on blurred building tools background. Construction, building and investments in real estate, property and ownership of dream home concept.

Il cosiddetto Superbonus 110%, l’ormai noto incentivo previsto dal Decreto Rilancio che alza fino al 110% la detrazione delle spese sostenute per interventi di efficientamento energetico e di antisisismica negli edifici, comincia a scricchiolare. Inizialmente accolta molto positivamente, ritenuta in grado di mettere d’accordo tutti sull’opportunità di rilanciare l’economia nel pieno della crisi portata dalla pandemia, la misura fa registrare primi dati che non sono dei più brillanti, tanto che c’è già chi comincia a parlare di ‘flop’. Ma al di là dei giudizi, tutte le perplessità che cominciano a circolare sembrano essere riconducibili ad un unico vero grande problema: le tempistiche ristrette aggravate da una lunga e complessa burocrazia, che rischiano di vanificare l’opportunità rappresentata dalla misura.

Numeri poco incoraggianti
Secondo i dati di Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), pubblicati di recente in collaborazione con il Ministero dello sviluppo economico proprio per fare il punto sullo stato generale della misura del Superbonus, ad oggi meno del 5% delle risorse stanziate sono state effettivamente impegnate (670 milioni di euro a fronte dei 19 miliardi previsti). Una misura che si traduce in appena 6512 interventi, dei quali oltre un terzo localizzati in sole tre Regioni: Veneto (853 pratiche), Lombardia (833) e la nostra Emilia-Romagna (596). Non solo: meno del 10% degli interventi, circa 530 cantieri, sono stati avviati nei condomìni, con la maggior parte dei lavori che rimane legata ai singoli appartamenti. E qui si arriva al tema delle tempistiche: gli scarsi risultati legati ai condomìni arriverebbero, secondo le analisi degli addetti ai lavori (soprattutto dell’Associazione nazionale degli amministratori di immobili), proprio dalla scadenza troppo ravvicinata della misura e dalla eccessiva mole di burocrazia che attiene proprio alla complessità della vita e delle regole condominiali.

La burocrazia: una corsa contro il tempo
Per quanto riguarda i condomìni, infatti, la norma del Superbonus prevede che per accedere alla misura è necessario aver eseguito almeno il 60% dei lavori entro giugno 2022, da terminare poi entro il successivo 31 dicembre. Scadenze che portano a una vera e propria corsa contro il tempo: in media in Italia, infatti, ci vogliono circa cinque assemblee di condominio per arrivare all’approvazione degli interventi di efficientamento e dare il via ai lavori. A tutto questo, vanno aggiunte le tempistiche dell’ente pubblico: quasi sempre, infatti, occorre passare per gli uffici del Comune di riferimento, per verificare la sussistenza di eventuali abusi da sanare, pratiche che di norma possono ”rubare” un paio di mesi di tempo. Dopodiché occorre procedere al progetto, contattare le imprese edili, valutare e approvare i preventivi… In sostanza, un’odissea, che può complicarsi ancora di più se in questo “calderone” aggiungiamo le banche: qualora, infatti, gran parte dei condomìni si rivolgesse alla propria banca per cedere il proprio credito e recuperare subito una parte dei soldi investiti per i lavori, dovrà rispettare tempistiche non certo brevi. In sostanza, dunque, qualora non arrivasse la tanto agognata proroga della scadenza del Superbonus al 2023, c’è il grande e concreto rischio che molti condomìni in tutta Italia si trovino a non riuscire a dare avvio ai lavori o, scenario ancora peggiore, si trovino a cantiere avviato, ma non abbastanza per rientrare nell’agevolazione. Danno e beffa.

In ogni caso, proprio per questi motivi, la misura del Superbonus 110% è al centro delle discussioni nelle ultime settimane, complice anche il fatto che entro il prossimo 30 aprile la versione definitiva del Recovery Plan italiano dovrà essere presentato all’Unione Europea, dopo essere passato per le Camere. L’ipotesi è che la proroga della scadenza del Superbonus al 2023 (come indicato dalle linee guida sui bonus edilizi approvate dal Parlamento) possa essere inserita nel documento. Una proroga che, al momento di andare in stampa, non è stata ancora ufficializzata, ma che sembra essere imminente. Non resta che aspettare.