SCOMODE VERITÀ DI MIKE LEIGH PER ADULTI – AL CINEMA
Più che scomode, dure, difficili (come recita il titolo originale Hard Truths) da digerire ed elaborare. Difficoltà tangibili compresse nell’ultimo film di Mike Leigh, regista che non sbaglia un colpo, soprattutto nell’anima di Pansy (Marianne Jean-Baptiste, la ricordate in Segreti e Bugie, uno dei capolavori dell’autore britannico?), la protagonista della storia, donna di aspro carattere, insofferente, ipocondriaca, timorosa (ha paura di piccioni, insetti e anche della volpe che si piazza nel suo giardino) insoddisfatta e sempre pronta a tirare fuori gli artigli con chi gli capita a tiro, che sia il marito idraulico o il figlio obeso, o qualsiasi persona rientri nel suo raggio d’azione quotidiano, sia che si tratti di una fila al supermarket o di un posto al parcheggio. L’unica che forse riesce a controllarne gli scatti emotivi è la sorella Chantelle (Michele Austin), parrucchiera, due figlie adolescenti pimpanti e vitali come poche. Ma anche la riunione di famiglia per la Festa della Mamma non sfocia certo nella gioia più sfrenata. Periferia londinese, cast al novanta per cento all black, visto che i problemi della vita non si curano di razza e colore della pelle (la quota “bianca” qui è ridotta al minimo sindacale), capacità di sguardo intimo come pochi, l’ultimo Leigh è un concentrato efficace di vita vissuta, dove lo spettatore cerca risposte sul cosa si annida nell’animo della donna, ma riceve in cambio, giustamente, domande e sollecitazioni sulla complessità dell’anima, sempre più difficile da gestire nel quotidiano.