Home Attualita Sasha a Rimini ha imparato l’accoglienza e ne ha fatto un lavoro

Sasha a Rimini ha imparato l’accoglienza e ne ha fatto un lavoro

Ormai lo chiamano tutti Sasha anche a Rimini. Nella capitale della riviera romagnola Aleksandr Smagliy si è trasferito dall’Ucraina 22 anni fa, nel 2001. Aveva appena compito 17 anni. I 18 li ha compiuti qui, ora ne ha 40. E’ sposato con Anastasia, ucraina, ma conosciuta in Italia. Ha 4 figli: Alexandra, Nikita, David e Daniil. “Tutti nati qui”. Riminesi di nascita e viserbesi d’adozione. “Prima abitavamo nella zona del palacongressi, poi la famiglia si è allargata e ci siamo trasferiti”.

Tutto questo, quando è arrivato in Italia, Sasha ceto non lo immaginava. “E’ stata mia madre a portarmi in Italia”, racconta. Ha iniziato facendo un po’ di lavoretti, quelli che gli capitavano. Ma presto è stato assunto da un tour operator. “Ci ho lavorato fino al 2008. Portavamo turisti dall’ex Unione Sovietica. Grazie a questo lavoro ho fatto molta esperienza”. Tant’è che più recentemente si è messo in proprio. “Ora collaboro con un’agenzia, perché con il covid il tour operator ha chiuso. Ho lavorato con il mercato ucraino per diversi anni, prima che iniziasse la guerra. Portavo a Rimini sei voli settimanali di turisti. Poi è arrivata la guerra e nel mio settore siamo stati i primo ad accorgercene. Adesso lavoro la Polonia, il mercato italiano e francese”.
In Italia Sasha ritiene di aver “avuto una buona accoglienza. Mi sono trovato bene sin da subito”. Tipica accoglienza romagnola che, una volta imparata, ha messo in pratica anche lui quando si è dato da fare per trovare una sistemazione per i profughi e far arrivare aiuti nelle zone colpite poco meno di due anni fa con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. “Ho ospitato profughi in albergo da noi. Una famiglia che abbiamo accolto adesso si è integrata e ha deciso di restare qui”.
Da allora Sasha è anche molto attivo nel volontariato. “I primi che ho incontrato sono stati quelli di Avsi, ho collaborato anche con la protezione civile nei loro punti di raccolta”. Con Avsi “abbiamo fatto una cena di beneficienza per acquistare un’ambulanza che abbiamo fatto arrivare direttamente in Ucraina”. Adesso “aiuto nelle associazioni  People for ukraine, Leleka. Poco tempo fa ho fatto un’iniziativa insieme all’Associazione polizia di stato di Bari”