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Rimini non fa la… differenza

RIFIUTI. La Regione cresce sulla raccolta differenziata, in alcuni territori si arriva addirittura al 90%. Ma la provincia riminese arretra, unica in Romagna

Tra le “armi” più efficaci che abbiamo per migliorare il nostro rapporto con l’ambiente c’è sicuramente la corretta gestione dei rifiuti. Lo sa bene la Regione Emilia-Romagna, che ha predisposto e adottato un apposito Piano di Gestione dei Rifiuti, contenente una serie di obiettivi fissati nel prossimo futuro e gli strumenti normativi per raggiungerli. In particolare, attualmente in regione è in vigore dall’anno scorso il PRRB (Piano Regionale di gestione Rifiuti e Bonifica delle aree inquinate) che pone obiettivi fino al 2027 e che, proprio di recente, ha ricevuto l’approvazione della Commissione europea. Andando più nello specifico, strumento prezioso in ottica di gestione dei rifiuti è la raccolta differenziata, che il Piano regionale pone tra gli obiettivi più importanti: raggiungimento dell’80% di rifiuti urbani non pericolosi differenziati nel 2027. Un percorso di certo non semplice, ma che (almeno al momento) sembra procedere nella direzione giusta.

Nei giorni scorsi, infatti, è stato pubblicato il resoconto annuale sulla gestione dei rifiuti curato dalla Regione in collaborazione con Arpae, dal quale emerge uno scenario positivo per quanto riguarda la raccolta differenziata: nel 2022, in Emilia-Romagna la percentuale di rifiuti differenziati ha raggiunto quota 74%, rappresentando una crescita dell’1,8% rispetto al 2021. Scenario positivo regionale al quale, però, non fa seguito la provincia di Rimini, che al contrario fa registrare l’unico dato in controtendenza in tutto il territorio della Romagna. Che succede?

Secondo il resoconto annuale curato da Regione e Arpae, in Emilia-Romagna nel 2022 la raccolta differenziata è salita a quota 74%, in crescita dell’1,8% rispetto al 2021

La situazione in regione

Come detto, il 2022 ha visto aumentare la raccolta differenziata dei rifiuti in Emilia-Romagna rispetto all’anno precedente: “ Su un totale di 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, – si legge nel resoconto – ammontano a oltre 2 milioni di tonnellate i rifiuti differenziati. Le percentuali maggiori di differenziata riguardano l’organico (37,3%) e la carta (19,4%)”. Una situazione positiva che si registra in gran parte del territorio regionale, con punte degne di nota: in quasi il 40% dei comuni (123) si è andati oltre l’80% di raccolta differenziata, mentre nel 9% dei territori comunali (29 municipalità) si è andati addirittura oltre il 90%. Scenario arricchito dalla recente approvazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti da parte di Bruxelles. “ Un’approvazione – sottolinea Irene Priolo, vicepresidente Regione Emilia-Romagna che ci dice che stiamo andando nella giusta direzione. Il risultato 2022 è complessivamente molto buono, soprattutto perché riguarda il primo anno della nuova stagione di pianificazione.

Un risultato sicuramente ottenuto grazie al prezioso contributo di tutti i cittadini che sempre più comprendono l’importanza di assumere un comportamento rispettoso dell’ambiente. Il periodo che stiamo vivendo in questi ultimi mesi è molto complesso, – aggiunge la vicepresidente – anche per quel che riguarda i rifiuti. Stiamo gestendo oltre 150mila tonnellate di rifiuti da alluvione che si vanno ad aggiungere all’ordinario ma, nonostante questo, tutti i territori stanno rispondendo con il massimo impegno, anche dopo un periodo difficile come è stato quello del Covid. Nonostante ciò sono sicura che, insieme, ci sapremo rialzare anche da questa emergenza”.

Nel dettaglio, la percentuale maggiore di differenziata riguarda organico (37,3%) e carta (19,4%), seguite da vetro (9,7%), legno (8,85%), plastica (8,7%) e gli ingombranti (4,6%).

Rimini… all’indietro

Per una regione che festeggia, però, c’è una provincia che guarda dall’altra parte. È quella di Rimini, che sempre secondo i dati del resoconto annuale di Regione e Arpae si situa in controtendenza per quanto riguarda la raccolta differenziata nel 2022: 68,3%, a rappresentare un calo dell’1,1% rispetto al 2021. Un calo minimo, va detto, ma che rimane comunque l’unico segno ‘meno’ in tutto il territorio della Romagna (a livello regionale Ferrara è l’unica altra provincia a scendere, con il 77% di rifiuti differenziati, -0,5% rispetto al 2021): in prospettiva provinciale, infatti, il report registra Parma stabile al 79,2%, Piacenza che arriva al 72,4% (+0,8% rispetto al 2021), Reggio Emilia all’82,3% (+0,2%), Modena al 72,4% (+0,6%), Bologna con il 69,3% (+2,3%), Ravenna il 70,5% (+8,4%) e Forlì-Cesena il 76,7% (+5,1%). Guardando ai capoluoghi di provincia, anche il comune di Rimini rimane nella parte bassa della classifica: Ferrara (87,6% di rifiuti differenziati), seguita da Reggio Emilia (82,8%), Forlì (81,7%), Parma (80,9%), Piacenza (71,8%), Ravenna (67,4%), Rimini (66,5%), Bologna (63,2%) e Modena (61%).

A livello provinciale, in Romagna solo Rimini è in controtendenza: 68,3% di differenziata nel 2022, in calo dell’1,1% rispetto all’anno prima

Calo che, se si guarda ai report degli anni precedenti, prosegue da prima della pandemia: a eccezione del 2020, anno in cui la percentuale di raccolta differenziata ha raggiunto il 72,2%, la provincia di Rimini faceva registrare il 69,7% nel 2019 e il 69,4% nel 2021, fino all’ennesimo calo del 2022 (68,3%). Da cosa può essere dovuta una situazione del genere? “ È complesso dare una risposta precisa, – suggeriscono dalla Arpae riminese – perché si tratta di dati che vanno sempre analizzati nel confronto con gli anni precedenti, e nel recente passato abbiamo avuto la pandemia, che può aver avuto un impatto. Rimanendo su Rimini, una possibilità può essere quella dell’assenza della tariffazione puntuale, che consente di calcolare le tariffe sulla base della reale quantità di rifiuti prodotti da un utente, incentivando così i cittadini a una maggiore attenzione nella gestione e nello smaltimento dei propri rifiuti. Ma rimane solo un’ipotesi, è difficile al momento dare una lettura della situazione più nello specifico”.

Ciò che rimane è il dato negativo del territorio di Rimini, a fronte di una regione che continua ad avanzare.

Basterà questa consapevolezza per invertire la rotta?