Home Cultura “Per prendere sul serio la propria umanità”

“Per prendere sul serio la propria umanità”

Irene Elisei e Javier Prades

CL Presentata in video conferenza la nuova edizione de “Il senso religioso”. Papa Bergoglio firma la prefazione

Irene Elisei e Javier Prades

Gente esausta con gli occhi fissi al suolo / che si interroga sulla vita, quella vera… / perché non può essere che sia solo questo”. Il teologo spagnolo Javier Prades ( nella foto) si affida ai versi di “Madrid metro notte”, del poeta basco Karmelo Iribarren, per spiegare il senso religioso, quell’istinto umano che porta alla domanda sul senso del vivere. A dargli occasione è la presentazione della nuova edizione del saggio “ Il senso religioso di don Luigi Giussani, martedì scorso al Teatro Dal Verme di Milano, e in collegamento con decine di città in tutta Italia, tra cui Rimini, Riccione, Cattolica e San Mauro Pascoli (in ambito diocesano). “Gente che lavora da matti e torna a casa distrutta la sera, e si domanda cos’è la vita.

Il poeta legge nel cuore di quelle persone. Come fanno loro a sapere che la vita non può essere soltanto quello?

Chi può averglielo detto?

Nessuno. Da dove viene la certezza, quale voce grida in me questa esigenza di vita vera?”, domanda Prades.

Copertina ‘Il senso religioso’ di Luigi Giussani

Nuova edizione con la prefazione di Bergoglio

Il senso religioso” è il testo più noto del servo di Dio don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, tradotto e pubblicato in oltre venti lingue, tra cui giapponese e arabo. Nel 1998 l’edizione spagnola fu presentata a Buenos Aires, con l’intervento dell’allora arcivescovo Jorge Mario Bergoglio, prefazione della nuova edizione. “Il senso religioso non è un libro a uso esclusivo di coloro che fanno parte del movimento; neppure è solo per i cristiani o per i credenti. È un libro per tutti gli uomini che prendono sul serio la propria umanità. Oso dire che oggi la questione che dobbiamo maggiormente affrontare non è tanto il problema di Dio, l’esistenza di Dio, la conoscenza di Dio, ma il problema dell’uomo, la conoscenza dell’uomo e il trovare nell’uomo stesso l’impronta che Dio vi ha lasciato perché egli possa incontrarsi con Lui”, rilevò Bergoglio.

La sfida

Il contesto attuale è molto diverso da quello in cui Giussani scriveva il suo primo libro e l’arcivescovo Bergoglio lo commentava. Siamo immersi nel “cambiamento d’epoca”, di cui parla papa Francesco. “Una rivoluzione antropologica perché tocca l’identità umana”. Da un lato “abbiamo la convergenza di nanotecnologia, biotecnologia, tecnologia dell’informazione e tecnologie cognitive, dall’altro la crescente auto affermazione dei singoli, in meccanismo di auto affemazione in chiave sentimentale, e il dilagare del narcisismo”, spiega Prades.

Proprio in un contesto simile, la lettura de’ Il senso religioso offre una chiave per guardarsi non appena dentro, ma soprattutto ‘in azione’, come diceva il don Gius, e vedersi crescere nella esperienza umana. Ma la proposta funziona se le si va incontro consapevolmente.

In un mondo di cuori assopiti

“Come si fa a ridestare un cuore assopito?” è infatti la domanda che la moderatrice della serata Irene Elisei offre a Prades.

La risposta si affida a due grandi, uno è ovviamente Bergoglio, l’altro è Joseph Ratzinger (poi papa Benedetto XVI). “Per un uomo che abbia dimenticato o censurato i suoi ‘perché’ fondamentali e l’ardente anelito del suo cuore, il fatto di parlargli di Dio risulta un discorso astratto, esoterico o una spinta a una devozione senza nessuna incidenza sulla vita”, spiega Bergoglio in fondo alla prefazione.

“Non si può iniziare un discorso su Dio, se prima non vengono soffiate via le ceneri che soffocano la brace ardente delle domande fondamentali.

Il primo passo è trovare il senso di tali domande che sono nascoste, sotterrate, forse quasi morenti, ma che esistono”.

Le risposte vere

Non è tutto qui. Riferendosi alla Germania degli anni Sessanta, Ratzinger constatava un “fallimento nella trasmissione della fede. Perché? Non è mancata la chiarezza delle nostre risposte cristiane, quanto il coglierle in rapporto alle domande umane. Le risposte erano giuste, ma non incontravano la domanda dell’altro, come in due mondi paralleli.

Questo aver abbandonato il dramma umano, le domande, la passione per la ragionevolezza del vivere è uno degli elementi della situazione in cui ci troviamo”. Allora l’invito di Prades è: “facciamocele insieme le domande, con tutti. Recuperiamole come espressione, come apertura della ragione verso ciò che non può immaginare.

Questa è una delle caratteristiche più potenti della proposta di Giussani”.

“Vivere intensamente il reale”. Da dove si comincia?

“Si comincia da sé. Questa è una delle scommesse più forti tra quelle che don Gius propone nel libro. Si parte dalla propria persona, in un contesto in cui il narcisismo è molto più forte che 50 anni fa. Ma non è un lavoro di introspezione che viene proposto. La persona è invitata a guardarsi in azione nella vita quotidiana (negli affetti, nel lavoro, nell’impegno pubblico culturale e politico), per identificare la reazione che ha nell’impatto con la realtà, per capire come accusa il colpo del reale.

E il coinvolgimento ti dà sempre un feedback, la realtà è sempre una sorgente inesauribile per la comprensione integrale della vita, ridesta il meccanismo che permette di crescere”.