TESTIMONIANZE. Tanti i disagi per chi utilizza il treno ogni giorno, anche a Rimini. I racconti tra ritardi, disservizi e una comunicazione insufficiente
Oltre ai ritardi quotidiani la parte più critica è quella delle comunicazioni all’utenza. “Spesso ci si trova fermi a guardare il proprio ritardo aumentare, ma senza sapere minimamente le cause o, ancora peggio, le possibili soluzioni. In molti casi il personale è impreparato. Ci si sente abbandonati, e questo avviene sia con i regionali sia con l’alta velocità”, raccontano alcuni pendolari riminesi
Ansia (e rabbia) sui binari.
È, purtroppo, l’amara sintesi di ciò che molto spesso si trovano a sperimentare i tantissimi utenti del sistema ferroviario italiano. Ritardi, cancellazioni, comunicazioni insufficienti, guasti, sovraffollamento sono episodi talmente diffusi da rappresentare, in molti casi, la “normalità”. Una situazione che genera nervosismo, frustrazione e, per l’appunto, ansia nell’utenza e che, per ovvi motivi, è ancora più problematica per coloro che devono interfacciarsi con tutto questo ogni giorno: i pendolari. In un periodo storico in cui si spinge sempre di più (giustamente) sulla riduzione delle emissioni e in cui i costi legati al carburante pesano sulle tasche di tutti, il treno rappresenterebbe davvero la soluzione migliore su cui puntare per i propri spostamenti, anche quotidiani. Solo sulla carta, però, perché ad oggi il sistema non sembra essere all’altezza del ruolo.
Il ‘grido’ dei pendolari romagnoli
Lo sanno bene proprio i pendolari.
Anche del territorio riminese (e romagnolo in generale), che proprio in queste settimane hanno esternato il proprio disagio in merito ai servizi ferroviari in Emilia-Romagna.
Nello specifico, è quanto espresso dal comitato RomBo (Romagna-Bologna),
associazione nata 15 anni fa su questo territorio che raccoglie tanti pendolari che per motivi di lavoro e di studio si trovano a viaggiare sulle linee ferroviarie che collegano Romagna ed Emilia.
“ Ritardi e cancellazioni, aggravati dalla mancanza di comunicazioni chiare. – è la fotografia scattata dal referente del comitato, Pascale Buda, che ha fatto eco sulla stampa nazionale – E, come se non bastasse, alla mattina e al tardo pomeriggio i convogli sono carichi di persone, troppe, e alcuni pendolari optano per le costose Frecce. In questi ultimi tempi si aggiunge la compresenza di migliaia di studenti universitari diretti ogni giorno a Bologna al mattino e in Romagna alla sera. Una presenza oggi massiccia rispetto al passato: i treni sono pieni fino all’inverosimile”. La difficile situazione dei treni di oggi, infatti, va di pari passo con un altro grande fenomeno che caratterizza le città universitarie da qualche anno a questa parte, ossia gli affitti sempre più alti che spingono molti studenti a preferire la vita da pendolare rispetto a quella da fuorisede. Un trend sempre esistito ma che rappresentava un’eccezione, mentre oggi sembra essere diventato di massa. “ Il problema è che a Bologna non si trova più casa in affitto. – proseguono dal comitato – Quindi gli studenti romagnoli scelgono il male minore ovvero il pendolarismo quotidiano.
Così gli spostamenti diventano viaggi della speranza da sostenere spesso in piedi”. A tutto questo, poi, si aggiungono i disservizi legati alla comunicazione all’utenza. “ Ci capita spesso di rimanere fermi nelle varie stazioni senza sapere perché. Vediamo ovunque display e altoparlanti nelle stazioni, paghiamo un abbonamento o un biglietto e gioco forza la spiegazione del disservizio deve essere garantita. Oltre a una questione di diritto è una questione anche pratica: se c’è un bus sostitutivo dobbiamo sapere in fretta come e quando salirci”.
Le testimonianze
Una situazione complicata, dunque, e confermata anche da altre testimonianze di riminesi che, da diversi anni, utilizzano il treno a livello quotidiano, potendo così fare una panoramica del servizio
(e delle sue criticità) sul nostro territorio.
Testimonianze come quella di Marco, riminese che da circa 15 anni è pendolare, prima verso Cesena come studente e oggi come lavoratore nel forlivese. “ Prendo il treno tutti i giorni, la mattina presto e nel tardo pomeriggio, prevalentemente regionali e regionali veloci. – le sue parole – Nelle fasce orarie da me interessate, che sono quelle di maggiore affluenza perché legate agli orari degli uffici, è pressoché all’ordine del giorno vedere ritardi che mediamente si aggirano sulla decina di minuti. Che possono sembrare pochi, ma che hanno un impatto importante quando ci sono coincidenze da prendere con altri treni o con mezzi del trasporto pubblico locale. Non solo. I treni regionali sono mezzi a bassa priorità, che quindi si trovano a dover dare la precedenza qualora ci fossero treni dell’alta velocità che devono transitare sulla stessa linea, accumulando ulteriore ritardo”. A questi disagi si aggiungono quelli, imprevedibili, di eventuali emergenze ambientali (sempre più frequenti negli ultimi anni) e delle tragedie umane, come nei casi di investimento. Eventi per i quali, ovviamente, l’azienda ferroviaria non ha nessuna responsabilità, ma dalle quali emergono diverse difficoltà di gestione. Come sottolinea Lorenzo, altro pendolare riminese.
“ Si tratta sì di casi eccezionali, ma che negli ultimi anni accadono con frequenza maggiore di quella che ci si può immaginare. – le sue parole – Nonostante questo, ogni volta l’azienda ferroviaria sembra impreparata, soprattutto dal punto di vista delle comunicazioni agli utenti, l’elemento più critico di tutti: ci si trova fermi sui binari a vedere il ritardo del proprio treno aumentare senza sapere il motivo, con comunicazioni che si scusano per il disagio ma che non danno spiegazioni esplicite delle cause e, in particolare, delle possibili soluzioni. Capita, inoltre, di ricevere segnalazione della possibilità di utilizzare navette sostitutive, ma di trovarsi di fronte a membri del personale impreparati e non in grado di fornire informazioni precise in tal senso. La sensazione è proprio quella di trovarsi abbandonati”.
Scricchiola anche l’alta velocità
I disagi, purtroppo, non interessano solo i treni regionali. Ci sono, infatti, testimonianze che mettono in luce problemi simili ma legati ai treni dell’alta velocità, le cui tariffe sempre più impegnative dovrebbero garantire servizi di elevata efficienza. “ Sembra un paradosso, ma sono tanti anni che per motivi diversi mi trovo a prendere regolarmente il treno e riscontro più problemi nell’alta velocità rispetto alle linee regionali. – racconta Silvia, riccionese occupata a Milano – Non so per quale motivo, perché le comunicazioni verso l’utenza sono sempre ridotte al minimo, ma nella mia esperienza mi trovo a utilizzare Frecce, anche Frecciarossa, che sono costantemente in ritardo di almeno 15 minuti, tanto che ormai è diventata la normalità e ne devo tener conto ogni volta che organizzo i miei viaggi: per le coincidenze, ad esempio, non considero più tratte che prevedono cambi di treno inferiori ai 30 minuti.
È un qualcosa di inaccettabile, viste le tariffe dell’alta velocità”.