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PARCO EOLICO, VENTI DI… NOVITÀ

Novità nell’aria. O meglio… nel vento. Qualcosa si muove, infatti, attorno al progetto di Parco eolico che ormai da un paio d’anni è al centro di un acceso dibattito sul nostro territorio.

E non potrebbe essere altrimenti: il progetto riguarda la realizzazione di un maxi-impianto da oltre 50 pale di circa 200 metri ciascuna, da costruire al largo delle coste riminesi. Inevitabile, dunque, l’accendersi di discussioni che vedono contrapposti diversi temi, come la necessità di una transizione rapida verso le energie rinnovabili (soprattutto in un periodo di crisi come quella attuale), la tutela del paesaggio, dell’ambiente e dell’economia di un territorio che vive grazie al mare e al turismo. Diversi gli interventi nel corso dei mesi, anche accesi, da parte della politica locale, degli operatori economici e delle associazioni di categoria del territorio, che hanno portato l’azienda promotrice, Energia Wind 2020, ad apportare alcune sostanziali modifiche al progetto, soprattutto per quanto riguarda il numero delle pale eoliche previste e la distanza dalla costa, considerati gli argomenti più sensibili. Da diversi mesi la questione era ferma sul tavolo del Ministero della Transizione Ecologica, in attesa di procedere con la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA): ebbene, proprio in queste settimane la pratica è stata “sbloccata”, aprendo una nuova fase dell’iter.

Ora che succede?

Lo spiega l’architetto Giovanni Selano, progettista per Energia Wind 2020.Dal 10 ottobre è partito il periodo di 30 giorni (fino al 9 novembre) entro cui far pervenire eventuali pareri (solo da parte degli enti invitati dal Ministero) e osservazioni (da parte di chiunque). – illustra l’architetto – A norma di legge, il provvedimento conclusivo dovrebbe pervenire al massimo entro 130 giorni a partire dal 10 ottobre (entro metà febbraio 2023). Se il progetto dovesse ottenere il giudizio di compatibilità favorevole, si dovrà svolgere la fase conclusiva del procedimento di Autorizzazione Unica. Questa fase si dovrebbe esaurire in breve, avendo a quel punto già recepito la maggior parte dei pareri necessari, e in ogni caso entro 180 giorni. Quindi, se tutto dovesse andare per il verso giusto, entro settembre 2023 il progetto potrebbe essere definitivamente autorizzato e comunque entro l’anno”. Fino al 9 novembre, dunque, i portatori di interesse del territorio potranno inviare le proprie osservazioni in merito al progetto, rivolgendosi direttamente al Ministero. A sua volta quest’ultimo, attraverso un’apposita commissione tecnica, valuterà tutto il materiale per dare responso definitivo.

Se tutto andrà avanti senza intoppi, quando si potrà vedere l’impianto pronto e funzionante? A seguire si metteranno a punto gli ultimi dettagli tecnici del progetto, si avvierà la fase di contrattualizzazione delle ditte e si avvieranno i lavori per i quali il tempo stimato è di circa 24 mesi, collaudi inclusi. La previsione ottimistica è di completare l’impianto entro la fine del 2025”, conclude l’architetto Selano.

Le risposte (e le richieste) del territorio

I rappresentanti del territorio si sono subito attivati per avanzare le proprie osservazioni. La Regione Emilia-Romagna nei giorni scorsi ha organizzato un confronto con tutti gli enti coinvolti, come Comuni, Provincia, Arpae, Capitaneria di porto e Soprintendenze. Un incontro dal quale sono emerse esigenze e richieste che vanno sostanzialmente nella stessa direzione. Nello specifico è chiara la posizione, espressa dal Comune di Rimini ma largamente condivisa, secondo cui tra le varie alternative progettuali si debba preferire quella che prevede l’impianto a una distanza maggiore dalla costa (9,5 miglia, ossia circa 17 km, rispetto alle 6 miglia pensate inizialmente) e un minor numero di pale eoliche (51, invece delle 59 del progetto originario). Ma non solo: uniforme, infatti, anche la volontà espressa dai Comuni di Rimini, Riccione e Misano, assieme a Provincia riminese e Regione, di poter accedere alle cosiddette misure di “compensazione” a livello energetico: la garanzia che una parte dell’energia prodotta dal Parco eolico rimanga sul territorio e non vada solo sulla rete nazionale come previsto dalla legge oppure, diversamente, ottenere degli sconti in bolletta, tema particolarmente sentito negli ultimi mesi. “Convocherò a breve i sindaci del territorio affinché, sull’argomento, esprimano una posizione unitaria in termini di osservazioni da inviare alla commissione che dovrà esprimersi sull’impatto ambientale. – sottolinea Riziero Santi, presidente della Provincia di Rimini – Ed è evidente che chiederemo ricadute per il territorio, in termini di risparmi in bolletta per sanità, servizi pubblici e cittadinanza. L’energia prodotta tra Rimini e Cattolica non dovrà solo avvantaggiare il sistema nazionale, ma servire il territorio riminese, perché è qui che viene prodotta. Inoltre, chiederemo di mantenere le prime pale il più lontano possibile dalla costa”. In questo scenario, è condivisa la volontà di avviare un percorso per trovare gli strumenti normativi necessari per venirsi incontro nelle rispettive esigenze. Appuntamento alla prossima puntata.