Palestina: Gaza e Cisgiordania, il report di Operazione Colomba. L’assedio continua e la resistenza non si ferma
Striscia di Gaza sotto assedio
Ad agosto, l’assedio della Striscia di Gaza ha proseguito senza sosta, in un contesto di crescente incertezza sui negoziati per il cessate il fuoco. Nel frattempo, in Cisgiordania, la situazione non è meno tesa. Negli ultimi giorni del mese, l’esercito israeliano ha lanciato un’offensiva su diverse città e campi profughi, con l’obiettivo dichiarato di “sradicare qualsiasi forma di resistenza violenta”. In poche ore, si sono registrate decine di vittime, mentre le forze di occupazione hanno distrutto strade e infrastrutture essenziali.
Palestina, tensioni al confine col Libano
La tensione si estende anche al confine con il Libano, dove si registrano continui scontri tra Hezbollah e le forze israeliane (IDF). Operazione Colomba denuncia un ulteriore peggioramento delle condizioni dei detenuti palestinesi: più di 9.000 persone sono imprigionate in condizioni disumane, spesso sottoposte a violenze. “Le testimonianze dei rilasciati parlano di una situazione carceraria in peggioramento”, affermano gli operatori dell’organizzazione, sottolineando come molti detenuti siano privati anche dell’accesso al cibo e alle cure mediche necessarie.
Masafer Yatta: la resistenza quotidiana
Ad agosto, i volontari di Operazione Colomba hanno mantenuto una presenza continuativa a Masafer Yatta, un’area particolarmente sotto pressione. Ad At-Tuwani, la resistenza si è concretizzata con un presidio costante delle terre di una famiglia palestinese situata ai piedi della colonia di Ma’on. “Non possiamo permettere che queste terre siano considerate abbandonate e quindi pronte per l’annessione da parte dei coloni”, spiegano i volontari. Tuttavia, la situazione rimane critica: quattro degli asini della famiglia sono stati rubati e 28 alberi danneggiati, già debilitati dalla mancanza di acqua e dalle temperature elevate.
Palestina, violenza e intimidazioni nei villaggi
I villaggi circostanti sono teatro di continui atti di violenza da parte dei coloni israeliani, che cercano di estendere il controllo sulle terre palestinesi. Il 24 agosto, a Susya, i coloni hanno attaccato i residenti, costringendoli a rifugiarsi nelle loro case sotto una pioggia di sassi e bastoni. “I feriti palestinesi sono stati soccorsi da un’ambulanza, che però è stata fermata e perquisita dalla polizia israeliana”, denunciano i testimoni locali.
La battaglia per i villaggi demoliti
Vittoria parziale per i palestinesi
Non solo aggressioni, ma anche demolizioni. Il 5 agosto, un pozzo privato è stato distrutto ad Al Jawwaya, mentre il 14 agosto cinque case a Umm Al Kheir sono state rase al suolo, lasciando le famiglie senza rifugio. Tuttavia, si può contare una parziale vittoria per la comunità palestinese. Il 21 agosto i residenti di Zanuta sono tornati nel villaggio, dopo una sentenza della Corte israeliana che riconosce il loro diritto a essere protetti dall’esercito. Però “la stessa corte ha vietato la ricostruzione del villaggio”, spiegano i rappresentanti di Operazione Colomba, sottolineando come solo gli uomini siano tornati per pascolare gli animali, vivendo all’aperto e resistendo alle provocazioni quotidiane.
La presenza internazionale, grazie anche agli sforzi di Operazione Colomba, rimane fondamentale per documentare e denunciare questi abusi.