I Giochi di Parigi sono iniziati con non poche polemiche. A provocarle alcune scene della grande cerimonia sulla Senna.
La prima parola va ai vescovi ospitanti: “La cerimonia di apertura proposta dal Comitato organizzativo dei Giochi Olimpici ha regalato al mondo intero meravigliosi momenti di bellezza, di gioia, ricchi di emozioni e universalmente apprezzati. Questa cerimonia purtroppo prevedeva scene di derisione e di scherno del cristianesimo, che deploriamo profondamente”. Così la Conferenza episcopale d’Oltralpe.
A colpire in negativo, è stata la parodia dell’Ultima Cena di Leonardo in cui il Cristo viene sostituito da un “donnone” felliniano, mentre figure queer e trans (anche un bambino) raffigurano i suoi apostoli. I vescovi ringraziano “i membri di altre fedi religiose che ci hanno espresso la loro solidarietà”. E aggiungono: “Questa mattina pensiamo a tutti i cristiani di tutti i continenti che sono rimasti feriti dall’eccesso e dalla provocazione di certe scene. Vogliamo che capiscano che la celebrazione olimpica va ben oltre i pregiudizi ideologici di alcuni artisti”.
“Crediamo che i valori e i principi espressi e diffusi dallo sport e dalle Olimpiadi – scrivono i vescovi – contribuiscano al bisogno di unità e di fraternità di cui il nostro mondo ha tanto bisogno, nel rispetto delle convinzioni di tutti, attorno allo sport che ci unisce e per poter promuovere la pace delle nazioni e dei cuori”.
Lo sport è “una meravigliosa attività umana” e i giochi Olimpici sono “un movimento al servizio di questa realtà di unità e fraternità umana”.
Molte altre le voci critiche del mondo cattolico.
Significativa quella dei Vescovi di Terra Santa: “Libertà, diversità e creatività non sono compatibili con l’insulto alle credenze degli altri, né con la loro presa in giro”.
“Il cristianesimo è stato il primo a preservare le libertà, proteggere la diversità e preservare la dignità e i diritti umani. Pertanto non accettiamo l’insulto di alcuni gruppi, sapendo che ogni essere umano è a immagine e somiglianza di Dio”.
“La libertà è una responsabilità importante nella storia dell’umanità. – aggiungono – Prendere in giro le credenze degli altri rivela una tendenza nascosta a reprimerle, che può portare chi la commette a pratiche non accettabili per i valori della democrazia”.
“Ciò che è accaduto indica una completa ignoranza dei concetti di libertà e dignità umana, e ciò pone una questione molto preoccupante per il futuro dell’umanità, perché sfruttare una piattaforma globale in questo modo significa un declino della convergenza globale uomo-civiltà al livello più basso nelle relazioni umane, e di conseguenza l’assenza di accettazione della diversità nella vita”. Esattamente l’opposto di chi si batte per l’inclusione di tutti.