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NOTA PASTORALE La Chiesa si arma di pace

Leone XIV ha chiesto ai Vescovi Italiani che ogni comunità sia una “ casa della pace e della nonviolenza”, dove “ si impara a disinnescare l’ostilità, attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono”. Per questo motivo la Commissione Episcopale per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato ha preparato una Nota pastorale sul tema dell’educazione alla pace, approvata nei giorni scorsi ad Assisi.

Educare a una pace disarmata e disarmante” è il titolo della Nota, che si inserisce nel solco della dottrina sociale della Chiesa, con un’analisi attenta della situazione attuale segnata da numerosi conflitti; dall’“ inutile strage” di persone, per lo più civili e bambini; da una mentalità che rincorre la strategia della deterrenza degli armamenti, che può cambiare l’economia e la cultura dei nostri Paesi; da una violenza diffusa che rischia di diventare una cultura che affascina soprattutto i più deboli.

Alle nostre comunità viene dato uno strumento per leggere la realtà contemporanea, viene poi rivolto l’invito ad attingere dalla Parola di Dio e dal Magistero una visione di riconciliazione, di pace, di convivenza tra i popoli, continuamente minacciata dal peccato nelle sue forme anche “strutturate” di ingiustizie e di guerre.

Oggi per le comunità parrocchiali e per le associazioni e i movimenti ecclesiali si aprono tanti ambiti e orizzonti nei quali divenire “ case di pace”, certamente con la preghiera, la forma più tradizionale, l’educazione in famiglia e nella scuola, luoghi nei quali si cominci ad apprendere la non violenza. Ma il documento interpella anche la società civile e la politica chiamate ad avere una visione che assicuri sviluppo e solidarietà , che sono “ i nomi nuovi” della pace, a scongiurare la corsa agli armamenti e a non far proliferare le armi nucleari.

Rimini non è impreparata a queste proposte.

Da 33 anni esiste un corpo di pace nonviolento, legato alla comunità Papa Giovanni XXIII: Operazione Colomba, capace di inviare nell’ultimo anno un centinaio di volontari nei territori di conflitto, come la Palestina, la Colombia, il Libano, sulle rotte migratorie. È un potenziale enorme, con grande esperienza di vivere la nonviolenza in zone di guerra, con presenza neutrale ed internazionale, che fa da deterrente all’uso della violenza, e con azioni nonviolente, proponendo concreti spazi di riconciliazione e pace. Interpellare e imparare da questi giovani è come andare all’università della nonviolenza. Parrocchia e comunità giovanili dovrebbero approfittare di questa ricchezza, e dopo questa Nota della Cei la Diocesi stessa potrebbe strutturare un cammino di educazione a tematiche ed azioni di pace.

Nel momento in cui si torna a parlare di leva militare è certamente profetico proporre una naia di azioni di nonviolente.