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Non è solo questione di alpini

molestie

Gli abusi, le molestie sessuali nei luoghi di lavoro, i ricatti, la violenza domestica sono il frutto di una concezione che da sempre mette le donne un gradino più in basso degli uomini, le considera inferiori e dunque quasi una proprietà dell’uomo.

È per questo che ogni giorno, secondo una stima che rappresenta un bollettino di guerra, 137 donne nel mondo perdono la vita per mano di un membro della famiglia, che sia padre, fratello, compagno o marito. E senza arrivare a quelle che, in questa pandemia nascosta che è la violenza sulle donne, hanno perso la vita, i numeri dicono che una donna su tre in tutto il mondo almeno una volta ha subito molestie e violenza fisica o sessuale.

Partendo da questi dati impressionanti abbiamo chiesto a due ragazze che stanno svolgendo lo stage di alternanza scuolalavoro di raccogliere fra leamiche il “sentire” delle ragazze riminesi. Ne è venuta fuori una indagine che pubblichiamo su ilPonte Giovani a pagina 18. Storie di violenza e molestie raccolte in uno stretto ambito di amicizie e dunque ancor più impressionanti. Storie legate alla “vita normale” di una città (con protagonisti negativi ragazzi, adulti, anziani, senza distinzione, se non quella di essere “maschi”) e non ad un evento particolare, come sembrava condurre la polarizzazione mediatica della denuncia di “ Non una di meno”.

Sarà la logica del branco, sarà l’ebbrezza dell’alcol, che spesso negli happening (e non certo solo nella adunata degli alpini) scorre in abbondanza, fatto sta che sono segnalazioni che non lasciano davvero indifferenti. Al netto di toni esasperati e di generalizzazioni (come si è fatto col corpo degli alpini tout court come portatore di una “cultura patriarcale”) il segnale va letto, interpretato, discusso.

Perché non si tratta di “maleducazione”, ma di una perdita di controllo di maschi che quasi sempre, in virtù della (presunta) impunità del branco e,forse, dei fumi dell’alcol o di droghe, si sentono “liberi” di esprimere il peggio di una visione della donna che, i fatti lo dicono chiaramente, è ben lontana da essere tramontata.

Così, la violenza continua a essere un ostacolo alla realizzazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze. È ancora lontano un mondo in cui la presenza femminile è uguale a quella maschile nella leadership politica, così come nelle sale riunioni aziendali e nei luoghi di lavoro e le donne partecipano alle decisioni che riguardano le loro vite, i loro corpi, le loro politiche e l’ambiente. È davvero lontano un mondo in cui le ragazze non hanno paura di tornare a casa a tarda notte e gli uomini non sono intrappolati in mascolinità oppressive. Le testimonianze raccolte a pagina 18 ci aiutino a riflettere e a cambiare.