Home Cinecittà Migranti: le radici di un odio secondo Loach

Migranti: le radici di un odio secondo Loach

THE OLD OAK
DI KEN LOACH PER GIOVANI (DAI 13 ANNI) E ADULTI – AL CINEMA

Se davvero è il suo ultimo film come dichiarato, il cinema “combattente” di Ken Loach ci mancherà moltissimo. Il regista britannico firma ancora una volta un’opera pregnante, ricca di spunti quanto mai attuali, ambientata a Durham, una delle tante realtà inglesi che hanno sofferto della crisi legata alla chiusura delle miniere. Qui il tempo scorre lento, scandito dalle pinte di birra bevute nel pub locale (l’Old Oak del titolo) gestito da TJ (Dave Turner), ma la “placida quiete” del paese si interrompe con l’arrivo di un gruppo di profughi siriani ospitati nel paese, non benvoluti da tutti. Tj diventa amico della giovane Yara (Ebla Mari) aspirante fotografa e nasce l’idea di creare un posto di aggregazione (visto che in città non ne esistono più) per le due comunità negli spazi del pub, fornendo pasti caldi in un punto di incontro totalmente gratuito. Idea non vista di buon occhio da un gruppetto di usuali consumatori di birre al pub che non ne vogliono sapere di “stranieri”.

Loach, spalleggiato dal suo abituale collaboratore, lo sceneggiatore Paul Laverty, realizza una storia di solidarietà possibile (ricordandoci anche il dramma della Siria, oggi passato in secondo piano rispetto ad altri conflitti) ma difficile da gestire per via delle barriere edificate da chi non è disponibile alla convivenza. Eppure, come ci insegna il commovente finale, le barriere si possono abbattere ed i cuori si possono avvicinare, anche se c’è chi resta inamovibile ed incapace di superare il confine segnato dall’indifferenza e dall’odio.