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Le storie di chi bussa alla porta dell’Emporio

Abdel è tornato in Italia da alcuni mesi perché la figlia più piccola ha bisogno di cure mediche. Paolo, invece, è rimasto vedovo con tre figli a carico

Il suo stipendio non è sufficiente. Rita, dopo una malattia, non può più lavorare

Sono tante le storie raccontate tra le quattro mura dell’Emporio Solidale. Storie di difficoltà, di angoscia, di dolore.

Come quella del signor Abdel (nome di fantasia). Cinquant’anni, tunisino, padre di due figlie di 14 e 12 anni. Da qualche mese ha deciso di tornare in Italia per garantire alla figlia più piccola le cure sanitarie di cui necessita.

“Ci ha parlato di diabete di tipo 1 e di tiroide. Ha presentato la domanda di invalidità ed è in attesa di risposta.

La moglie è rimasta in patria a causa dei documenti scaduti”. Abdel ha lavorato solo per un mese come magazziniere part-time e le sue entrate non sono sufficienti per far fronte al pagamento dell’affitto del residence in cui vive: 800 euro mensili. Non ha mezzi di trasporto di proprietà se non una bicicletta. “Ci ha chiesto aiuto non solo per i generi alimentari ma anche per il vestiario, principalmente per le figlie”.

Paolo e la sua famiglia, invece, si sono rivolti all’Emporio per la prima volta nel 2016. “ Ci ha raccontato della crisi del settore edilizio nel quale lavorava e così, ogni tanto, bussava alla nostra porta”. Oggi ha un contratto a tempo indeterminato, però, nel novembre scorso, è rimasto vedovo con quattro figli, di cui tre vivono con lui.

“Si è ritrovato solo, senza la moglie e già questo basterebbe a spiegare il momento delicato. In più si è reso conto che il suo stipendio non è più sufficiente per far fronte all’affitto e alle spese quotidiane. E così è tornato a chiederci una mano”.

La signora Rita (altro nome di fantasia), invece, è legalmente separata dal marito già da qualche anno e vive con i due figli, di cui un minore, ma essendo entrambi studenti sono ancora a suo carico. L’ex non è presente economicamente in alcun modo. “Tre anni fa si è ammalata di leucemia ed è stata sottoposta ad un trapianto di midollo. Fortunatamente con tutte le cure eseguite, oggi sta bene ed è sotto

controllo. Come conseguenza della malattia, però, ha riscontrato un’intolleranza grave agli agenti chimici non potendo così più fare il lavoro di parrucchiera che ha svolto per tutta la vita. Tra invalidità e pensione contributiva percepisce 800 euro mensili ma la rata della macchina, l’affitto in casa popolare, le bollette e le spese quotidiane non le permettono di arrivare a fine mese”.

Barbara è una giovane quarantenne rimasta vedova nella primavera 2023 con tre figli minori di 6, 12 e 15 anni.

La morte improvvisa del marito per tumore ha destabilizzato la quotidianità della famiglia, in quanto essendo l’unico lavoratore provvedeva al fabbisogno di tutti. “Ad oggi la signora non lavora, i figli sono tutti studenti, paga l’affitto e fortunatamente è supportata da una rete amicale che è presente nella quotidianità. Per accedere al nostro Emporio chiede la macchina in prestito al fratello.

Cerca di sopravvivere alla giornata, senza progetti futuri in quanto ad oggi non ha le basi per poter organizzare il dopo”.

Poi c’è la storia della famiglia tunisina composta da moglie, marito e tre figli minori. La figlia più grande di 8 anni è della prima moglie e i due gemelli di quattro mesi della seconda moglie.

Quest’ultima è arrivata in Italia ad agosto per partorire. Il marito lavora dal lunedì al venerdì come pescatore, quindi la signora, che tra l’altro non parla italiano, è sempre sola con tre minori. “È seguita dal consultorio, ha chiesto aiuto all’Emporio per i beni alimentari e un aiuto materiale alle associazioni del territorio, dal vestiario agli accessori necessari per l’infanzia. La famiglia paga un affitto di 750 euro al mese, con l’entrata di un solo stipendio”.