È trascorso oltre un mese dai drammatici nubifragi che hanno colpito l’Emilia-Romagna, con il loro terribile impatto sulla popolazione (addirittura 15 le vittime, oltre ai tantissimi evacuati o rimasti senza casa) e innumerevoli danni alle infrastrutture, al territorio e, di conseguenza, a una fetta importante dell’economia locale, che dovrà faticare per tornare allo status quo precedente. Colpita dall’emergenza anche la provincia di Rimini, soprattutto nell’entroterra, caratterizzato da frane e smottamenti nel corso delle ultime settimane. Il Governo ha già provveduto, attraverso il cosiddetto ‘DL Alluvioni’, a una prima serie di misure di sostegno per i territori maggiormente colpiti, tra i quali, per quanto riguarda la provincia riminese, rientrano proprio i comuni dell’entroterra. Qual è la situazione attuale di questi territori, soprattutto in un’ottica di uscita dall’emergenza?
“Qui è difficile parlare di emergenza finita, ci sono ancora strade chiuse, nonostante abbiamo già predisposto una viabilità alternativa. – spiega Goffredo Polidori, sindaco di Sant’Agata Feltria – Abbiamo circa 100 km di strade comunali e gran parte di queste sono interessate da frane, soprattutto sul versante alto. La crisi, quindi, è tutt’altro che superata, soprattutto se si considera che sono circa una novantina le frane attive, che monitoriamo costantemente. Ed è una situazione in continuo mutamento: basti pensare che dopo numerosi giorni dal nubifragio, si è aperta a lato della strada provinciale da Romagnano verso Sapigno una vera e propria voragine, probabilmente a causa della rottura di qualche tubo dell’acqua pluviale, che è riuscita a far implodere l’asfalto. Navighiamo sostanzialmente a vista, monitorando il territorio e valutando come procedere a livello quotidiano”. Non c’è, dunque, un piano di intervento per uscire dall’emergenza nel prossimo futuro? “Con ‘navigare a vista’ intendo che ogni giorno assistiamo a nuove frane e smottamenti, e quindi è ancora difficile avere un quadro complessivo e chiaro dell’emergenza attuale. Solo una volta che avremo uno sguardo d’insieme e la fase emergenziale potrà dirsi davvero chiusa, allora cominceremo la risalita. Già da ora, comunque, stiamo lavorando per arrivare a quel momento con progetti di intervento pronti per destinarvi eventuali finanziamenti e appaltare i lavori. E va sottolineato che da soli non possiamo farcela”. Fondamentali, dunque, i sostegni nazionali. Ma a che punto sono? “Per quanto riguarda il territorio di Sant’Agata Feltria, – conclude il sindaco – abbiamo stimato i danni in circa 10 milioni di euro, e per risolvere tutte le criticità dovranno essere eseguite opere importanti, soprattutto palificate e altri interventi tecnici in grado di mettere in sicurezza e sostenere le strade, oltre a regimare i versanti. Al momento, però, è difficile parlare di tempistiche”.
‘DL Alluvioni’, in attesa dei sostegni
Come sottolineato dal sindaco di Sant’Agata Feltria, nessun territorio potrà uscire da solo da questa emergenza. Le già citate misure predisposte dal Governo, dunque, diventano fondamentali, ma non è facile avere una stima di quando i comuni potranno concretamente beneficiarne. Una situazione sottolineata anche da Gianmarco Casadei, sindaco di Montescudo-Montecolombo, tra i comuni maggiormente colpiti. “Si tratta di una fase, questa, in cui non possiamo rimanere soli e isolati, e devo dire che fin da subito questo non è successo: dalla Regione alla Prefettura, passando per Provincia, Vigili del Fuoco e Forze dell’Ordine, tutti sono venuti qui per vedere la situazione e offrire la propria preziosa assistenza. Però c’è ancora tanto da fare e attualmente è davvero difficile fare una previsione sulle tempistiche”. Qual è la situazione nel comune? “Ad oggi (al momento di andare in stampa, ndr) ci troviamo a gestire due grandi frane nel territorio di Montescudo, entrambe molto vicine al paese. Una di queste è particolarmente spaventosa, tanto che nella stessa notte in cui si è verificata è stato necessario emanare il decreto di sgombero (quattro nuclei familiari ancora evacuati). Frane che necessitano di interventi il cui valore si aggira attorno al milione di euro complessivo. Per quanto riguarda tutte le altre frane (erano complessivamente 14) siamo riusciti a riaprire le strade e a evitare l’isolamento”.
Stesso scenario, sul fronte degli aiuti, anche a Novafeltria, altro comune particolarmente interessato dall’alluvione. “Come richiesto dalla Regione, abbiamo stilato un elenco di tutti i danni che abbiamo subìto (siamo approssimativamente sui 6 milioni e 400mila euro) indicando, di conseguenza, una stima delle risorse di cui abbiamo bisogno. – le parole del sindaco Stefano Zanchini – La progettualità degli interventi necessari, però, rimane condizionata dall’effettivo arrivo dei finanziamenti. Al momento, dunque, necessitiamo di avere certezze e garanzie sulle risorse che ci verranno assegnate. E su questo è difficile prevedere delle tempistiche. Tra gli interventi più importanti, sottolineo che abbiamo chiesto l’impegno, sia alla Regione sia ai rappresentanti nazionali, di pensare alla messa in sicurezza di tutto il sistema idrografico di superficie (fossi, caditoie, ecc), che è fondamentale e che purtroppo, solitamente, viene trascurato per mancanza di risorse, invece di essere sottoposto alla necessaria manutenzione, che dovrebbe avvenire ogni anno”.
La situazione, dunque, è in continuo mutamento. Resta la certezza, però, che l’emergenza sia tutt’altro che terminata.