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LA LIBERTÀ DEL CAPPELLO DI PAGLIA

Una bandiera pirata con una particolarità: il tipico teschio bianco su sfondo nero indossa un cappello di paglia. Questo simbolo, già noto nell’ambito dell’intrattenimento e della cultura pop, ha avuto una rapida ascesa nelle cronache internazionali perché ha cominciato a comparire in diversi contesti di attivismo e di protesta nel mondo. Un fenomeno cominciato in questi mesi in Indonesia, con la bandiera sventolata durante le proteste contro un governo considerato oligarchico e corrotto, divenuta talmente diffusa da spingere le istituzioni a minacciarne il divieto di esposizione. C’è poi l’acuto del Nepal, dove le manifestazioni giovanili contro l’indifferenza del governo sono degenerate in scontri la cui foto simbolo vede proprio la bandiera del cappello di paglia sventolare sul cancello del Parlamento in fiamme. Si è poi proseguito nelle Filippine, con il simbolo utilizzato durante le proteste studentesche e si è arrivati anche in Europa, in Francia, dove l’immagine è apparsa durante il recente sciopero generale contro il nuovo governo Lecomu. Ma non solo proteste: la bandiera del ‘pirata cappello di paglia’ sta sventolando proprio in queste ore tra le navi della Freedom Flotilla, il movimento che come la flotta Sumud ha l’obiettivo di rompere l’assedio di Gaza via mare.

Ma di cosa si tratta? Il simbolo proviene dal fumetto giapponese One Piece, portato avanti dall’autore Eiichiro Oda da quasi 30 anni, che con le sue 516 milioni di copie vendute è l’opera di maggior successo commerciale nel Sol Levante e tra le più forti nel mondo. Parliamo di giovani, dunque, che nella crisi culturale e nell’assenza di punti di riferimento, utilizza la cultura pop come bussola per orientarsi in un mondo sempre più caotico e nichilista. E che evidentemente ha scelto questa storia come lente per leggere il reale: il fumetto racconta di un Governo Mondiale che dietro l’immagine di un sistema di Paesi fondato su giustizia e uguaglianza cela una ristretta élite di famiglie che agisce solo per i propri interessi e che, grazie a un articolato sistema finanziario e mediatico, può muoversi svincolata da ogni legge e responsabilità, fino ad azioni estreme, come il genocidio. Di fronte a tutto questo si pone il protagonista della storia, un pirata che indossa un cappello di paglia (a sua volta eco di un’antica figura profetica che ha promesso di ritornare) e la sua ciurma, che raccoglie personaggi tutti diversi per provenienza, etnia e contesto culturale, uniti sotto la bandiera. Chi ha orecchi per intendere, intenda.