Home Attualita La frenetica corsa contro il tempo. Inevitabile?

La frenetica corsa contro il tempo. Inevitabile?

Un incontro sul tempo, soprattutto sulla fretta, per tornare a parlare di uomo, e magari anche di Dio. In un’epoca, l’attuale, caratterizzata dalla frenetica corsa contro il tempo. È possibile, dunque, pensare e riflettere su dinamiche di “rallentamento” per riappropriarsi di un tempo a misura d’uomo?

Parte così l’interessante rassegna di incontri dal titolo Io sono l’altro 2023” promossa dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose interdiocesano “Alberto Marvelli” di Rimini.

Il primo incontro è in programma venerdì 10 febbraio (ore 20.45) presso il Teatro del Seminario Vescovile (via Covignano 259, Rimini) col titolo “Quanta fretta ma dove corri?…”. Relatore è il prof. Roberto Mancini, filosofo e docente di Filosofia teoretica all’Università di Macerata (Info: info.iosonolaltro@ gmail.com, tel. 0541.751367; segreteria@issrmarvelli.it).

Già l’impianto della serata indica un elemento di originalità. All’intervento del prof. Mancini (circa 45 minuti), farà seguito un tempo piuttosto ampio dedicato al confronto con i presenti, suscitato dalle intriganti suggestioni del professore.

Perché ad una formula di lezione frontale più tradizionale è stato preferito un momento con più spazio, confronto e domande? “ Oggi le persone hanno necessità di essere più ascoltate di fronte a tante agenzie educative e culturali che trasmettono molte informazioni ma in modo unidirezionale. – spiega Luca Pizzagalli, insegnante di religione e giornalista – ‘Io sono l’altro 2023’ intende ascoltare persone e iniziative, e mettersi in ascolto di chi è in ricerca, come anche noi del gruppo Pardesh”.

Pardesh è il nome dell’équipe organizzatrice del ciclo d’incontri ‘Io sono l’altro 2023’. Costituita da giovani-adulti, ex-studenti dell’ISSR in gran parte inseriti nel mondo della scuola in qualità di insegnanti di religione, mette in circolo un’occasione preziosa capace di incontrare il vissuto esperienziale di ciascuno e, forse, innescare un approfondimento di carattere culturale e perfino spirituale.

Pardesh è un suono evocativo, accattivante, esotico. In ebraico indica il Paradiso, quello che ciascuno si augura di poter ritrovare per creare luogo di pace e di riflessione. – fa notare Elena Bizziccheri, IdR – Pardesh è uno spazio da dedicarsi per incontrare e incontrarsi, e ripensare il concetto dell’umano in una società che tende lentamente all’oblio”.

D’altra parte l’Issr è da sempre ubicato sul colle Paradiso (da tutti conosciuto come colle Covignano).

Da qualche mese – rilancia il prof. Marco Casadei, presbitero e direttore ISSR Marvelli – ha preso avvio questo interessante progetto che, iniziando a riflettere sull’attuale ubicazione topografica dell’istituto stesso, è venuto a considerare l’identità di questo ambiente e la sua vocazione formativa a tutto tondo, intendendo così essere soglia e possibilità di incontro fra credenti e non credenti, tutti però interessati alle domande di senso che dimorano in ciascuno di noi. Cosa dunque si sarebbe potuto mettere da subito in atto per iniziare a far circolare questa possibilità di incontro, dialogo e crescita?”.

A questo primo incontro ne seguiranno altri, nell’intento di approfondire insieme la ricerca di senso basata sull’ascolto reciproco – si potrebbe quasi dire: io sono, per questa sera, la posizione dell’altro, senza al contempo abbandonare la mia – per la riscoperta di un umanesimo condiviso e praticabile nel quotidiano da chiunque lo desideri.

Uno sguardo, dunque, dalle ampie prospettive, rispettoso ed inclusivo. “Ci concediamo del tempo per riflettere su noi stessi in dialogo e in ascolto e in un momento conviviale, – dice Maria Angela Magnani – un momento di scambio nel quale soffermarsi sulle problematiche della modernità nelle diverse sensibilità, e in armonia con la fame e la sete di senso che captiamo, per sopperire all’aridità e alla frenesia della nostra epoca”.

Gli incontri sono ad ingresso gratuito e aperti a tutti gli interessati, giovani in odore di “maturità” inclusi.