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“Il mio viaggio con Stefano”

L’IMPRESA. Manuele Moretti partirà da Rimini con la sua bici e raggiungerà Capo Nord per poi tornare a casa. “In 70 giorni percorrerò 11.000 chilometri”

Settanta giorni in sella a una bici da corsa

Undicimila chilometri da percorrere. Diciotto Paesi da attraversare. Da Rimini a Capo Nord e ritorno.

Un unico obiettivo: raccogliere fondi per l’acquisto di pacchetti di psicoterapia da devolvere all’ospedale ‘Infermi’ di Rimini e destinati alle famiglie che si trovano ad affrontare un momento molto impegnativo della loro vita. A compiere questa impresa sarà il riminese Manuele Moretti. Una sfida, la sua, che nasce nel nome di Stefano e di quello che gli è successo.

Manuele, partiamo proprio da qui. Da Stefano.

“Stefano era il figlio della mia compagna. Un ragazzo di appena 26 anni. Solare, sempre allegro, pronto a darti una mano ogni qualvolta ne avevi bisogno. Quando è accaduta questa tragedia lo conoscevo da appena sei mesi. Avevo iniziato a frequentare sua mamma Michela grazie ai nostri due cani. Una passeggiata un giorno, una chiacchierata quello dopo, e nel giro di poco tempo ci siamo resi conto di avere tanti punti in comune e abbiamo iniziato a frequentarci. L’11 gennaio del 2020, un sabato come tanti altri, nel tardo pomeriggio, ho ricevuto una telefonata disperata di Michela che, rincasando, aveva trovato suo figlio senza vita.

Stefano aveva deciso di fare basta. E non aveva lasciato nulla. Un biglietto, uno scritto, un qualcosa che ci potesse dare una risposta a quel gesto tanto disperato. Per giorni, settimane, mesi ci siamo chiesti come avessimo fatto a non accorgerci di quanto la situazione fosse disperata”.

Pensieri che con l’arrivo del Covid sono diventati veri e propri macigni.

“Sono stati momenti molto duri perché eravamo costretti in casa e dovevamo convivere con quello che ci era accaduto.

Ecco perché appena ho potuto sono salito in sella e sono partito per il mio primo viaggio.

Avevo bisogno di stare un po’ da solo per cercare di metabolizzare il tutto. E così, nel 2021, ho fatto un mini tour di cinque giorni. Sono partito da Rimini, ho attraversato le Marche fino ad arrivare a L’Aquila. Da qui ho raggiunto Roma e sono tornato a Rimini. Per me è stata una valvola di sfogo”.

Quei cinque giorni, solo qualche mese dopo, sono diventate tre settimane.

“In realtà è trascorso quasi un anno. A giugno 2022 sono partito da Rimini e ho raggiunto Trieste, poi sono andato in Slovenia, ho attraversato tutte le Alpi fino a Nizza e sono tornato a casa. Ho percorso qualcosa come 2.840 chilometri con 45.000 metri di dislivello. Ci ho impiegato circa venti giorni e ogni montagna o colle che incontravo, mi fermavo e pensavo a Stefano che era un amante della natura”.

Rientrato a casa, Manuele, però, non è ancora in pace con se stesso. Vuole fare qualcosa di più grande

“Durante il viaggio ho incontrato un ragazzo di Piacenza, Michele Bianchi, che ha percorso con me un tratto di strada.

Mentre pedalavamo mi ha raccontato di una manifestazione, la ‘Nord Kape 4.000’, che tutti gli anni parte da Rovereto o Torino, per raggiungere Capo Nord. Nella mia testa ha iniziato subito a concretizzarsi questa idea di poter, non partecipare alla manifestazione, ma di seguire lo stesso percorso in solitario. Anzi, con Stefano accanto a me. Subito, però, si è manifestato un problema: come torno a casa? In aereo, in treno, mi faccio venire a prendere? Ci ho pensato un attimo e mi sono detto: se torno con qualche mezzo non faccio nulla di speciale, lo fanno tutti. Tornerò in bici”.

Manuele inizia così a studiare percorso, tappe, luoghi dove dormire e mangiare. Settimane di studi che lo hanno portato al progetto finale.

“Partirò il 4 giugno. La prima tappa sarà Piacenza, la seconda sarà Torino, passando per Milano. Da qui inizieranno un po’ le difficoltà. Dovrò raggiungere Aosta e il passo del San Bernardo. Sconfinerò in Svizzera, attraverserò tutta la Germania fino ad arrivare a Liegi, in Belgio. Da qui andrò verso l’Olanda passando per Bruxelles dato che incontrerò degli amici che mi ospiteranno. Raggiungerò Amsterdam. Da lì andrò in Danimarca fino al traghetto per andare ad Oslo, in Norvegia. Da Oslo raggiungerò la Svezia. La tappa successiva sarà Lofoten che mi porterà direttamente a Capo Nord. Poi girerò la mia bici e scenderò per la Finlandia arrivando ad Helsinki. Da qui vorrei passare per San Pietroburgo, Estonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, fino a tornare a Rimini. Se tutto andrà per il verso giusto percorrerò 11.000 chilometri attraversando 18 Paesi, il tutto in 70 giorni”.

Obiettivo di questa grande sfida è sensibilizzare il più possibile sui problemi che affliggono i ragazzi che, come Stefano, cercano la loro collocazione in questo mondo e faticano a trovarla e, al contempo, dare forza e speranza alle loro famiglie.

“I fondi che riusciremo a reperire, non solo con questo viaggio, ma anche con altre iniziative, serviranno all’acquisto di pacchetti di psicoterapia da devolvere al reparto di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza dell’ospedale ‘Infermi’ di Rimini per aiutare le famiglie. E potete credermi, ce ne sono davvero tante. Il Covid, poi, non ha dato di certo una mano. Anzi, con la pandemia che ha costretto i ragazzi a casa, i problemi di ordine psicologico sono aumentati e a volte le famiglie non sanno come comportarsi. Io, Michela e Stefano vorremmo dar loro una mano”.