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Guerra in Europa. Le risposte di Rimini

Giovedì 24 febbraio. Sono le prime ore di un nuovo giorno quando televisioni, radio e siti online lanciano la notizia che nessuno avrebbe mai voluto ascoltare e leggere: “La Russia ha iniziato l’invasione dell’Ucraina. Nella notte il presidente Putin ha iniziato l’attacco. Truppe russe stanno entrando dalla Biolorussia e dalla Crimea. Esplosioni a Kiev e in altre città”. Un risveglio angosciante che fin dalle prime ore ha portato alla ferma condanna di quanto stava (e sta) accadendo e, allo stesso tempo, a una serie di attività di solidarietà verso il popolo ucraino.

La preghiera in Caritas

La prima iniziativa arriva già nel pomeriggio di giovedì. La Caritas diocesana, nella sede di via Madonna della Scala, promuove una preghiera comune per la pace condotta dal suo direttore Mario Galasso e da don Viktor Duykalyuk, cappellano della comunità ucraina Rimini. Una comunità molto presente sul nostro territorio per le tante badanti che assistono i nostri anziani e non solo.

La condanna del Consiglio comunale

La sera, invece, prima dei lavori del Consiglio comunale di Rimini, viene letto un messaggio corale di vicinanza e solidarietà al popolo ucraino, anche attraverso l’esposizione della bandiera della pace in Aula.

Il desk di Confindustria

Venerdì 25 si muove anche Confindustria Romagna che “ intende fornire il massimo supporto alle imprese associate attive nelle aree coinvolte nel conflitto”. Proprio per questo l’associazione attiva un ‘help desk’ dedicato, presidiato dal servizio internazionalizzazione e dai tecnici di riferimento dei principali settori coinvolti, a cui è possibile inviare segnalazioni relative ad eventuali criticità rilevate dalle aziende: crisiucraina@confindustriaromagna.it.

Le manifestazioni all’Arco e al Ponte Tiberio

Sabato 26 è il giorno delle manifestazioni di solidarietà alla popolazione ucraina. La prima è il presidio per la pace che si tiene alle 10.30 all’Arco d’Augusto e al quale partecipano tantissime persone, tra cui anche molti scolari. A organizzarla la Cgil e il Comitato provinciale ANPI di Rimini. Nel pomeriggio, invece, ci si sposta al Ponte di Tiberio con la manifestazione promossa dall’associazione Radicali di Rimini Piergiorgio Welby, insieme all’associazione Italia Ucraina Maidan.

Il Fulgor e la bandiera ucraina

Domenica 27 Rimini esprime la sua vicinanza al popolo ucraino anche con un’installazione grafica sull’esterno del Palazzo del Fulgor. Sullo sfondo della bandiera ucraina viene proiettato un video animato con una colomba. A concludere il filmato, compare la parola MHp, che sia in lingua russa sia ucraina significa ‘pace’.

Cieli chiusi per i russi

Nel frattempo, l’Italia, prende una decisione importante chiudendo lo spazio aereo alla Russia, con tutto quello che questo può comportare per il turismo della Riviera.

L’assessore Gianfreda va in Ucraina

Lunedì 28, il Comune di Rimini annuncia che l’assessore alle Politiche sociali, Kristian Gianfreda, “ partirà per Leopoli, città dell’Ucraina a 70 km dal confine con la Polonia. Insieme all’associazione Papa Giovanni XXIII, si recherà prima al confine polacco dove si stanno ammassando i profughi e quindi nella città ucraina per vedere e capire la situazione di chi non può o non vuole scappare”. A questo proposito scrive Gianfreda sul proprio profilo Facebook: “ Si stanno organizzando i primi corridoi umanitari. Ora è venuto il momento
di riprendere coscienza e zaino per aiutare chi ha bisogno, facendo quel poco o quel tanto che ognuno di noi può fare. Questa è la prima guerra di chi è nato sotto la bandiera della pace e delle armi ha solo sentito dire o raccontare. Leopoli confina con Rimini, Italia”.

Rimini Ail pronta ad aiutare i bimbi malati

Anche Rimini Ail si attiva. Il presidente Edoardo Pinto propone la costituzione di un fondo, attraverso una raccolta di denaro, tra le 82 sezioni Ail, da destinare ai pazienti, adulti e bambini ucraini, affetti da patologie oncoematologiche e che al momento incontrano grosse difficoltà per curarsi. “ Ho condiviso inoltre con quelle sezioni che dispongono di reparti di Oncoematologia pediatrica e case alloggio – racconta Pinto – di chiedere ai responsabili delle suddette strutture di poter curare e ospitare quei pazienti bisognosi, auspicando che si possa trovare un corridoio che permetta, ai cittadini ucraini interessati, di raggiungere l’Italia”.