Home Editoriale GIUBILEO DEI GIOVANI Siate sale, siate luce

GIUBILEO DEI GIOVANI Siate sale, siate luce

A i più sono apparsi come alieni, gente venuta da altri mondi. Abituati a raccontare di giovani che girano col coltello in tasca o pronti a menar le mani o che se ne stanno chiusi nelle loro stanze a parlar con uno smartphone, quasi fosse un confessore, quel milione di ragazzi che hanno invaso Roma per una settimana pronti ad ascoltare un Papa che conoscevano quasi solo di nome, ma che subito si è ben sintonizzato con loro, hanno stupito la gente comune, ma anche i media nazionali e internazionali e non solo cattolici.

Per una settimana Roma è stata attraversata da questa umanità in cammino. Pellegrini stanchi, ma con il sorriso. Giovani normali, ricchi anch’essi di smartphone e mondi virtuali, ma che si nutrono anche di faccia a faccia e dello stare insieme in modo costruttivo, certamente felici di vivere un’esperienza umana e di fede planetaria.

Volti che portavano con sé l’altro vicino e lontano, e il desiderio dell’Altro. Donne e uomini in cerca di Dio. È stata certamente un’iniezione di speranza, un bene prezioso per tutti. Una settimana, che raccontano i giovani presenti, è stata segnata da un crescendo di bellezza, attesa e consapevolezza di sé e del proprio ruolo oggi in questo mondo malandato. Lo ha ribadito il Papa due volte, il giovedì e la domenica: “ Siate sale, siate luce”. E loro ci proveranno mettendo Gesù al centro, Lui speranza concreta per operare scelte difficili. L’incontro con Lui, lo ha detto papa Leone, non è “ qualcosa da possedere, ma qualcuno da amare”. Certo, siamo tutti molto

fragili e proprio la coscienza della fragilità è una suggestione forte che nasce da queste giornate. Un messaggio controcorrente in una società che premia la forza; il Papa invita i giovani a non nascondere le proprie ferite. A dire con libertà: ho bisogno, ho limiti, ma non per questo sono meno amato o meno degno. Non dobbiamo avere paura di mostrare la nostra fragilità. Un appello che ha detto Papa Leone “ fa bene alla Chiesa, e fa bene anche alla comunità civile.

Una società disarmata è una società disarmante, capace di accogliere e riconciliarsi con la propria umanità”. Per questo ha un significato profondo e alternativo, la solidarietà espressa ai giovani di Ucraina e Palestina, realtà che soffrono per le scelte di tre ultrasettantenni, non giovani neppure nel cuore, che guidano Usa, Russia e Israele. È come se all’improvviso in un mondo, in un’umanità senza più speranza, sfiduciata per quello che accade e ci vede impotenti, con la politica che gioca con le vite di tanti bambini, ragazzi e giovani, avesse suonato una sveglia: un’altra realtà diversa da quello che stiamo vivendo è possibile.

Una boccata d’aria fresca che giunge da una finestra che si è aperta su di un mondo che pareva quasi scomparso: “ Aspirate a cose grandi” ha annunciato Papa Leone. Lo ha detto anche a noi, anche se non abbiamo più 20 anni: “ non accontentatevi del meno. Vedrete crescere la luce del Vangelo. Contagiate chiunque incontrate con entusiasmo e la testimonianza della vostra fede”.