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Eolico: continua il dibattito

La Goletta Verde, l’imbarcazione che dal 1986 rappresenta la campagna estiva nazionale di Legambiente in difesa delle acque e delle coste italiane, arriva in Romagna per la sua consueta tappa (anche se quest’anno solo idealmente).

E trova un territorio molto “caldo” sul fronte ambientalista. Il tema del momento, infatti, è il “Parco Eolico”, il progetto di maxiimpianto di produzione di energia elettrica ricavata dal vento da realizzare in mare aperto ( offshore) al largo della costa romagnola, tra Rimini e Cattolica (è possibile trovare un approfondimento sul tema nello scorso numero de ilPonte). E il dibattito, infatti, si è subito riacceso.

Il “flashmob” riccionese

Pochi giorni fa, sulla spiaggia di Riccione presso la sede della Fondazione Cetacea, si è tenuto uno speciale raduno (nella foto) per manifestare il proprio appoggio alle energie rinnovabili, per ribadire come il Parco Eolico di Rimini possa rappresentare una concreta opportunità per il futuro e per sottolineare la forte necessità di abbandonare le energie fossili e, di conseguenza, arrivare allo smantellamento delle piattaforme petrolifere nell’Adriatico.

Presenti all’incontro, nella forma di “flashmob” sull’arenile, oltre ovviamente a Legambiente, la Fondazione Cetacea e i giovani dei Fridays for Future, che fino a pochi mesi fa affollavano le piazze per sensibilizzare sui problemi legati ai cambiamenti climatici.

La discussione

Il raduno delle associazioni ambientaliste ha portato, sempre a Riccione, alla riapertura di un dibattito che difficilmente troverà una conclusione in tempi brevi.

Siamo coscienti del fatto che la transizione verso l’energia pulita – sono le parole di Fondazione Cetacea, Legambiente e Fridays for Future attraverso i propri rappresentanti – sia un momento di trasformazione culturale molto complicato e delicato, ma sappiamo anche che abbiamo al massimo dieci anni per contenere i danni del cambiamento climatico. Occorre intervenire ora”. Il progetto di impianto eolico in mare, come quello pensato davanti alla costa riminese, può rappresentare un primo passo in questa direzione?. “ Diversi soggetti stanno valutando ipotesi di eolico in mare nell’Alto Adriatico. – ribadisce Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna – Occorre che la politica e il dibattito locale colgano questa opportunità per il clima, inserendola in un progetto territoriale per l’economia: da una parte il settore turistico romagnolo, da sempre connotato come innovativo, potrebbe proporsi come distretto ‘CO2 free’; dall’altra, l’eolico potrebbe dare nuove prospettive al settore in crisi dei combustibili fossili, i cui addetti oggi sono ormai un terzo di quelli degli anni ’90”.

La Regione divisa

Presente al dibattito a Riccione, che ha visto la possibilità di intervento da parte degli altri portatori di interessi legati al mare, anche la Giunta regionale, nella persona dell’assessore allo Sviluppo economico e green economy Vincenzo Colla.

L’obiettivo – le sue parole – è quello di combinare la tutela dei posti di lavoro con quella dell’ambiente. Ma sull’eolico in mare ci sono idee diverse: come politici, non possiamo ignorare il malcontento di una parte di popolazione verso questo progetto”.

La posizione dei Verdi

Tra le associazioni ambientaliste del territorio di Rimini favorevoli al progetto del Parco Eolico troviamo anche Europa Verde. “ Europa Verde Rimini è assolutamente favorevole a tutte le scelte politiche che vanno nella direzione della transizione energetica. – affermava l’associazione circa un mese fa, alla nascita del dibattito sull’eolico a Rimini – Detto questo, chiederemo la massima attenzione alla proposta progettuale, pretendendo che venga valutato scrupolosamente ogni aspetto: ambientale, paesaggistico, economico e sociale”.

Un gruppo, quello dei Verdi, che in occasione della riapertura del dibattito è tornato ad esprimersi, punzecchiando l’Amministrazione riminese: “ Siamo sicuri che, se l’impianto eolico non piace a Gnassi, significa che non piaccia neanche alla maggioranza dei riminesi?

Magari c’è qualcuno che vede nelle pale eoliche anche l’innovazione tecnologica, le opportunità, una provincia che pensa a un futuro sostenibile”. Un intervento che si chiude con un appello: “ Europa Verde Rimini chiede al presidente della Regione e al sindaco di Rimini che al più presto venga resa pubblica la strategia energetica regionale e provinciale per raggiungere gli obiettivi promessi nel Patto per il clima”.

Impatto visivo e turistico: parlano i bagnini

Tra gli operatori del mare che più di tutti rappresentano dei simboli della Romagna in Italia e nel mondo ci sono sicuramente i bagnini. Legittimo, dunque, che anche loro possano esprimere le proprie opinioni, osservazioni e riflessioni nei confronti di un progetto importante come quello del Parco Eolico. Qual è la loro posizione sul tema? Risponde Mauro Vanni (nella foto), presidente della Cooperativa Bagnini di Rimini.

“Siamo favorevoli alla produzione di energie alternative, perché il futuro è nella salvaguardia dell’ambiente. Mai come in questo periodo storico stiamo scoprendo il valore del Creato e della tutela di ciò che ci è stato donato dal Signore. Ci sono però interventi, come quello del Parco Eolico, che possono avere un impatto visivo e ambientale notevole. Progetti di questo tipo, a mio avviso, non sono da bloccare a priori, ma sono da studiare attentamente e in maniera equilibrata”.

Trovare il giusto equilibrio tra interessi e valori diversi ma ugualmente importanti, dunque.

“La produzione di energia alternativa è un valore a cui dobbiamo tendere, ma non deturpare l’ambiente in cui viviamo è una direzione da seguire allo stesso modo, perché anche la bellezza è un valore, soprattutto per un territorio come il nostro che vive di turismo e accoglienza. In sostanza, dunque, siamo di fronte a elementi che vanno valutati non in contrapposizione, ma in una logica che porti al giusto equilibrio”.

A proposito di turismo: quale, a suo avviso, il possibile impatto di un progetto del genere?

“Non sono un tecnico, non posso intervenire nel dettaglio su questo. Ciò che posso dire, guardando il progetto, è che le pale eoliche più vicine, poste a circa 10 km dalla costa, saranno visibili e quindi un impatto ci sarà: non penso che una pala eolica sia un’attrazione turistica da mostrare sulla Riviera. Però ripeto, se tutti questi elementi saranno tenuti nella giusta considerazione e verrà rispettato il giusto equilibrio tra i valori in gioco, saremo favorevoli all’iniziativa”.

Il progetto non è ancora definitivo, ma per come è stato presentato, ad oggi, questo equilibrio tra valori è rispettato?

“Al momento direi di no. Le pale eoliche più vicine, a livello visivo, rischiano di non essere un bello spettacolo. L’orizzonte del nostro mare va tutelato il più possibile”.

Siete stati coinvolti, come categoria, per discutere di questi elementi?

“Al momento no, le nostre valutazioni arrivano da ciò che sentiamo del dibattito pubblico e dai mezzi di informazione. Riteniamo comunque opportuno fare le nostre osservazioni e dare più indicazioni possibili per il bene del nostro turismo e, di conseguenza, della nostra comunità”.