Quest’estate il parcheggio della mia comunità ha avuto come ospite un uomo sulla cinquantina. Questo signore, distinto e corretto, è un operaio che si è separato dalla moglie e nell’inverno scorso ha abitato in un residence. A maggio, con l’adeguamento dei prezzi alla stagione estiva, ha dovuto per forza di cose lasciarlo libero e così si è trovato a vivere in auto.
Alla voce “nuove povertà” dobbiamo ormai inserire, anche nel nostro territorio, la categoria dei padri separati. Arrivano a dormire in auto perché il peso degli alimenti e del mutuo acceso non permettono, con il carovita, di avere altre soluzioni. Sono lavoratori ai quali non basta più lo stipendio per vivere dignitosamente.
Non tutto, certo, è riconducibile alla sfera economica: a volte queste situazioni sono accompagnate dall’incapacità di reggere il peso del fallimento del matrimonio che porta ad annullarsi o a brancolare nel buio, a operare ulteriormente scelte sbagliate o a non saperne portare il peso.
Per fortuna, c’è anche chi riesce a voltare pagina, guardando avanti, interrompendo la relazione ma senza il desiderio di schiacciare il compagno reo – magari – di aver commesso molti errori. Quel compagno/marito resta pur sempre il padre dei propri figli. Non parliamo certo di quelle situazioni in cui si esercitano la violenza e il dominio di un coniuge sull’altro o di un genitore sui figli. In questi casi la denuncia e l’allontanamento sono indispensabili.
Rimini come risponde a queste povertà?
Pur essendo assolutamente insufficiente rispetto ai numeri dei senzatetto denunciati con forza dalle associazioni che operano nel settore, qualcosa negli ultimi anni si è mosso. Dopo la ormai storica “Capanna di Betlemme” della Comunità Papa Giovanni, è nato l’Hotel 3 Angeli, gestito dalla Caritas e ora il nuovo centro in via De Warthema con tante associazioni e Rumori sinistri in qualità di capofila.
Buona è la collaborazione con il sistema pubblico (assessorati, forze dell’ordine, servizi sociali…) che pure ha tante responsabilità e senza l’ausilio di queste realtà non reggerebbe.
Anche il Vescovo di Rimini nella sua Lettera Pastorale e negli interventi in occasione della festa del Patrono, ha sottolineato l’urgenza di affrontare il problema della casa. Il Giubileo sarà sicuramente per la comunità cristiana l’occasione per riflettere ulteriormente sulle azioni pastorali da intraprendere. Su questi aspetti mons. Nicolò è molto concreto e più volte ha fatto riferimento a quelle comunità che possono mettere a disposizione locali per chi non ha casa, affitti calmierati per garantire il diritto allo studio dei giovani, trasformare strutture quasi smesse in locali per l’accoglienza. Anche Papa Francesco nei giorni scorsi ha invitato la Chiesa di Roma ad offrire alloggi per l’emergenza casa.