Home Attualita Detenuti, Rimini un garante tra le “sbarre”

Detenuti, Rimini un garante tra le “sbarre”

Eletto Giorgio Galavotti, avvocato riccionese di formazione cattolica. “Sarò in carcere per ascoltare i detenuti. E i Casetti non siano separati dal resto della città”

“Per me è importante che capiscano che sono lì per loro, che trovino in me ascolto, una persona a cui importa quello di cui hanno bisogno, disposta ad attivarsi affinché le loro richieste, quelle personali, non legali, possano essere onorate”. Avvocato civilista, riccionese doc “da molte generazioni”, formazione cattolica, amante del teatro e della musica, incline ad attività di solidarietà e volontariato, Giorgio Galavotti è il garante delle persone private della libertà personale in seno al Comune di Rimini, un ufficio rimasto vuoto per diversi anni.

Compito del garante è promuovere l’esercizio dei diritti, la partecipazione alla vita civile e l’accesso ai servizi comunali per le persone detenute o limitate nella libertà di movimento. “ Il carcere è dentro la città, un pezzo di essa, magari strano, ma non un luogo staccato da essa. Su questo mi sento di dover sollevare l’attenzione dell’amministrazione. Il rispetto della dignità umana dentro il carcere, sia per i detenuti, sia per chi ci lavora, amministrativi o forze dell’ordine, è una questione che riguarda l’intera città”, sottolinea Galavotti.

Primo: ascoltare

Ho cercato subito la direttrice, Palma Mercurio. Di lei ho grande stima, mi sembra mossa dalle migliori intenzioni”.

Cosa avete deciso insieme, per iniziare? “ Potrò entrare senza limitazioni e a venerdì alterni sarò a disposizione dei detenuti per ascoltare dalla loro viva voce le loro richieste. È di fatto un punto di ascolto, che terrò in collaborazione con la Caritas, che ha già attivato un servizio simile”.

Presi anche i primi contatti con le numerose associazioni già presenti.

Voglio conoscere quali attività si svolgono già, sia per valorizzarle sia per capire cosa di nuovo si possa sviluppare”. Ha già in mente qualcosa?

Il tema del lavoro dentro il carcere non è importante solo in un’ottica riabilitativa, educativa, nell’ottica di quando i detenuti torneranno alla vita fuori. Bisogna non trascurare infatti la questione del sopravvitto (consiste in generi alimentari e di conforto che il detenuto può acquistare in carcere, ndr).

Molti hanno la famiglia lontana e quindi non hanno disponibilità economica.

In alcuni casi ci si aiuta tra detenuti.

In altri casi potrebbe venire in soccorso il lavoro in carcere”.

Attualmente sono una trentina i detenuti mansioni lavorative ai Casetti. “ Si occupano delle pulizie e della cucina”. E si potrebbero creare nuovi posti di lavoro “ trasformando i terreni circostanti in orti”, pensa Galavotti, “ ovviamente dopo aver risolto problematiche come la guardiania, per esempio”.

Ai Casetti i numeri sono un problema, che d’estate cresce

Nella sezione 1sono 32 i detenuti presenti a oggi, ma i posti sono solo 23.

Più in generale, nei Casetti ci sono circa 139 detenuti per 118 posti, con uno scarto del 15% tra i posti disponibili e i posti necessari. Rispetto all’organico, invece, dovrebbero essere 150 le persone in servizio, ma in servizio effettivo sono solo circa 90 perchéuna decina è in procinto di andare in pensione e gli altri assenti per malattia.

Non tutte le persone che si trovano in carcere dovrebbero per forza stare lì”.

C’è chi, infatti, è dentro semplicemente perché non ha una casa dove scontare i domiciliari, per esempio.

Attualmente a Rimini si trovano in questa situazione una decina di persone. “ Mi piacerebbe capire con l’amministrazione, di cui sono emanazione, circa la possibilità di mettere a disposizione appartamenti allo scopo. La mia proposta non vuole essere quella di chi pensa di arrivare e risolvere tutti i problemi che restano lì fermi da anni, ma credo che con uno sforzo di coordinazione maggiore, qualcosa si possa migliorare”.

L’emergenza della Sezione 1

La sezione prima è in condizioni degradate e necessiterebbe di un intervento radicale ( c’è chi ne chiede la chiusura, ndr)”, non può che ammettere Galavotti. Nel corso della sua prima uscita pubblica da garante, una visita ai Casetti organizzata da radicali e Camera penale, è stata resa nota l’ordinanza firmata da un magistrato bolognese riguardante proprio la sezione 1, visitata su richiesta del legale di un detenuto. Si riportano alcuni passi del verbale di un’ispezione effettuata dalla Asl a fine 2021. Si parla di “ bagni nelle celle, utilizzati unicamente come angolo cottura, direttamente comunicanti con la zona dove si trovano i letti”, di tracce di umidità sulle pareti e sul soffitto dei locali docce, di cui quattro sarebbero inutilizzabili, di sporcizia su pareti e pavimenti sia delle celle sia dei corridoi. “ Sono state riscontrate condizioni igieniche molto scadenti, con rischio sanitario per i detenuti”, sostiene la Asl.

Tutto confermato dal magistrato durante la sua visita, tanto da scrivere: “ La presenza di criticità di tal fatta, non ancora risolte, ha senza alcun dubbio contribuito ad intensificare la sofferenza inevitabilmente legata alla condizione detentiva, rendendola tale da superare la soglia del trattamento inumano e degradante in violazione dell’articolo 3 della Cedu, la dichiarazione europea dei diritti umani”.

C’è da dire che per seguire bene la vicenda della sezione 1 il Comune ha deciso pochi giorni fa di istituire un’apposita commissione, muoverà i primi passi a breve. Inoltre, l’intervento “radicale” auspicato da Galavotti, la cui competenza è ministeriale, sarebbe già in programma. Prevede il recupero del primo piano per le celle dei detenuti e del piano terra per attività lavorative in collaborazione con imprese del territorio. “ La ristrutturazione completa comporterà anni”, fa notare però Galavotti.

I fondi sono stati reperiti e adesso “ siamo nella fase del bando per il progetto, manca l’esito e mancano sia il bando per le opere sia la loro esecuzione. Credo che, nel frattempo, ci sia qualcosa che si possa fare per migliorare le condizioni di vita dei detenuti ospitati, qualcosa, penso alle docce non funzionanti, che si possa sistemare con un piccolo investimento. Vedremo”.

Il personaggio

Galavotti è stato eletto dal Consiglio comunale il 23 marzo con 20 voti.Tra gli sfidanti in corsa per il ruolo, il radicale Ivan Innocenti (dieci voti), nome proposto dalla minoranza.“La politica ha creato un impasse contrapponendoci. Ho cercato di superarlo chiamandolo subito dopo l’elezione e chiedendogli di collaborare, per le competenze che ha”. E dalla collaborazione è nata anche un’amicizia.

Sposato, due figlie, Galavotti fa vita di parrocchia, anche in qualità di accolito.“Ho militato dapprima nell’Azione Cattolica, quindi in GS. Ma ho frequentato anche il circolo Maritain di Rimini”. È tra i soci fondatori, nel 1998, dell’associazione Madonna del mare che gestisce il centro Caritas interparrocchiale di Riccione, di cui è stato presidente fino al 2018.