Home Attualita Crisi affitti. Quella casa che non c’è

Crisi affitti. Quella casa che non c’è

A Rimini è sempre più difficile accedere al mercato privato. Le cause principali: rincari e l’exploit degli affitti brevi turistici, anche grazie alle piattaforme online. Cosa fare? L’analisi

Casa, missione impossibile. Accade un po’ in tutto il Paese, ma a Rimini la situazione è di crisi profonda.

Il tema è quello dell’accesso (o meglio, delle difficoltà ad accedere) agli alloggi in affitto nel mercato privato. Tanto da poter essere definibile come vera e propria emergenza abitativa. Che non colpisce solo chi vive una situazione di precarietà economica o personale, ma anche molte persone che, almeno sulla carta, avrebbero tutte le credenziali per ottenere un affitto (contratto indeterminato, potere d’acquisto, ecc) ma che comunque si trovano davanti un muro invalicabile, per sé e per le proprie famiglie. Da cosa nasce questa situazione e come sbrogliare la matassa?

La giungla dei prezzi

Da un punto di vista generale, l’attuale crisi degli alloggi riminesi può essere ricondotta a due cause principali. La prima è correlata ai rincari, da cui non sono certo esenti i canoni di locazione. A scattare una fotografia in tal senso è l’Ufficio Studi di Idealista, tra i principali portali immobiliari a livello nazionale, dal cui report emerge come nel solo mese di aprile l’affitto medio in Italia abbia avuto un rialzo del 2,3%, +13,1% rispetto all’anno precedente. In questo contesto, il nostro territorio sembra andare in controtendenza: sia in senso ampio, con l’Emilia-Romagna che segna un calo dei prezzi dello 0,9%, sia in senso stretto, con la provincia di Rimini che scende addirittura dell’11,2%. Ma si tratta di una luce solo apparente, perché gli affitti riminesi rimangono ben al di sopra della media nazionale: a Rimini servono 23 euro al metro quadrato per accedere a un affitto, quando in Italia la media si attesta sui 13,5 euro al metro quadro. Prezzi che pongono Rimini al quarto posto in tutta Italia per valore delle locazioni, superata solo dalle province di Ravenna, Belluno e Lucca.

Affitti brevi e turismo. La situazione

Il caro affitti pesa, ma c’è anche un’altra questione, sempre più centrale: l’aumento esponenziale degli alloggi destinati ad affitti di tipo turistico, in forma breve, a scapito delle locazioni abitative a lungo termine. Anche in questo caso a dirlo sono i numeri: secondo i dati diffusi dagli uffici tecnici del Comune di Rimini, gli alloggi disponibili in città per affitti brevi turistici in forma non imprenditoriale erano 50 nel 2017, arrivando a 500 nel 2019 fino a toccare quota 1.185 nel 2023. Una crescita impressionante, che dimostra in modo inequivocabile come sempre più proprietari riminesi scelgano questa modalità di offerta. Un trend di grande crescita che deriva anche dall’exploit delle piattaforme digitali (in primis Airbnb), che consentono un immediato e agevole incontro di domanda e offerta in ottica turistica, ma che inevitabilmente stravolgono il mercato, andando a colpire soprattutto le necessità di studenti, lavoratori e famiglie. Perché avviene questo? “ La sensazione è quella di non essere tutelati in alcun modo. – è la testimonianza di Marco, affittuario riminese Pensiamo al blocco degli sfratti, particolarmente accentuato nel periodo post-pandemico: io metto a disposizione, con regolare contratto, un mio immobile ma non ho nessuna garanzia di tutela dei miei diritti in caso di inadempienze. Per molti proprietari l’affitto è la principale fonte di reddito, questo non va dimenticato. Dall’altra parte, invece, si apre la possibilità di affittare, in modo agile e veloce, lo stesso alloggio ai turisti per pochi giorni ma con tutta la trasparenza, le certezze e le tutele del caso, arrivando anche alle stesse cifre di guadagno. Perché non dovrei optare per questa strada?”. Uno scenario confermato anche dal sindacato dei proprietari UPPI (Unione Piccoli Proprietari Immobiliari) di Rimini. Sempre più proprietari sul nostro territorio hanno scelto la strada degli affitti brevi a destinazione turistica a causa di una crescente sfiducia nei confronti delle tutele dei propri diritti. – è l’analisi di Paola Zoli, presidente di UPPI Rimini, intervenuta nel dibattito proprio in questi giorni alla trasmissione di Icaro TV ‘Fuori dall’Aula’ – In particolare, dal post-Covid la situazione è diventata più complicata e, per molti, traumatica, dando l’idea che i piccoli proprietari fossero completamente dimenticati. Piccoli proprietari che, va ricordato, con gli affitti sostengono le necessità della propria realtà familiare.Pensiamo al blocco prolungato degli sfratti: dal dopo pandemia a oggi le tempistiche per portare a termine tutte le procedure di sfratto si aggirano attorno a un anno. Per questi motivi, in un territorio come quello riminese che consente di orientarsi verso una locazione turistica, in molti hanno deciso di allontanarsi da quella abitativa. Per ritornarvi, dunque, occorre riconquistare questa fiducia”.

Come invertire la rotta?

La situazione, dunque, non è semplice, visti i tanti interessi in campo e le numerose variabili. Ma occorre un intervento che porti, perlomeno, un po’ di equilibrio. Indica la direzione da seguire lo stesso Comune di Rimini, attraverso l’assessore alle Attività economiche Juri Magrini. La logica perseguita dall’Amministrazione – le sue parole – è quella della regolamentazione attraverso misure pubbliche e private allo scopo di immettere sul mercato nuovi alloggi per così dire tradizionali e arginare gli effetti distorsivi degli alloggi turistici che tolgono disponibilità e spazi per le famiglie.

Come ente comunale abbiamo aumentato anche quest’anno l’aliquota dell’imposta di soggiorno per le locazioni a breve termine (dal 4% al 5% del corrispettivo) e con un innalzamento della tariffa da 0,70 a 1,50 fino a 2 euro per i pernottamenti effettuati in unità abitative come B& B, case per ferie, appartamenti vacanze ecc. Anche il pacchetto Casa Rimini si inserisce in questo percorso, attraverso una serie di agevolazioni e garanzie per i proprietari che scelgono la strada degli affitti lunghi. Ma serve una stretta coraggiosa, anche da parte della Regione e del Governo”.