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Così visionario, profondamente umano

THE LIFE OF CHUCK DI MIKE FLANAGAN PER GIOVANI (DAI 13 ANNI) E ADULTI – AL CINEMA

Si parte dall’atto terzo. Dalla fine, tragica, il mondo sta per disintegrarsi tra catastrofi climatiche di varia entità. E internet non funziona più da nessuna parte (questa si che è una vera tragedia…). Ma in mezzo al dramma c’è chi ringrazia un tale Chuck per gli splendidi 39 anni vissuti. Chi è Chuck? Il protagonista di questa storia (lo interpreta nel secondo atto Tom Hiddleston), adattata da un racconto di Stephen King (qui niente horror, al massimo forse qualche fantasma) dal regista e sceneggiatore Mike Flanagan, già cimentatosi con altri testi di King (suo il film Dottor Sleep, il seguito di Shining), un rispettabile contabile, impeccabile nel suo abito grigio e le scarpe economiche ma morbide ed eleganti, appassionato di ballo, passione tramandatagli dalla nonna (mentre il nonno, contabile pure lui, lo spinge verso i numeri) come si evince dalla scena già di culto della danza di strada al ritmo di una batteria suonata da una giovane busker. Un uomo comune, come tanti, eppure procedendo a ritroso nella sua breve esistenza scopriamo il senso della vita, la sua capacità di trovare posto nel mondo. Un uomo che “ contiene moltitudini” (per citare Walt Whitman che ricorre spesso nel film) ovvero raccoglie con lo sguardo e la mente tutto quello che gli gira incontro e ne fa tesoro ed esperienza per costruire il proprio vissuto.

Un racconto formidabile e intenso, uno dei film più indovinati di quest’anno, con un cast che annovera anche Karen Gillan, Chiwetel Ejiofor, Mark Hamill e Mia Sara (la ricordate in Legend?).