Libertà di scelta e abbattimento delle liste d’attesa con il sistema integrato pubblico privato per Materne e Nidi
Se da una parte c’è l’esigenza delle famiglie di garantirsi una scelta libera per l’educazione dei propri figli, da un’altra c’è la necessità delle amministrazioni di assottigliare le liste d’attesa dei nidi. Nascono così i sistemi che integrano pubblico e privato nei nostri comuni, dove grazie ad apposite convenzioni con le scuole paritarie, in un’ottica sussidiaria, non solo ci si adopera per colmare lo scalino tra domanda e offerta, ma si va anche a mettere tasselli fondamentali per politiche conciliative che sostengano, per esempio, le mamme che vogliono tornare a lavorare.
Rimini, un modello d’integrazione
Attualmente il Comune di Rimini ha stipulato convenzioni con tutti e i 21 nidi privati , che rappresentano circa il 40,8% del totale dell’offerta educativa per la prima infanzia. Questa sinergia tra pubblico e privato non solo amplia l’offerta di posti disponibili, ma garantisce anche libertà di scelta e qualità omogenea per tutte le famiglie.
“ L’obiettivo è sostenere il sistema pubblico e convenzionato di offerta, in grado di mettere le famiglie nelle condizioni di poter scegliere tra servizi diversi ma con la stessa attenzione alla qualità. Questo nella direzione di favorire una gestione più efficace dell’offerta didattica all’interno del sistema integrato, attraverso una integrazione didattica, sociale e di sistemi gestionali”, commenta la vicesindaca Chiara Bellini, assessora con delega alle politiche educative.
In termini pratici, le famiglie con un Isee inferiore ai 30mila euro possono contare su un contributo comunale che, sommandosi a quello erogato da Inps, produce una significativa riduzione della retta. Ad esempio, su una retta mensile media di 600 euro, il contributo Inps di 327 euro e quello comunale fino a 180 euro permettono a molte famiglie di pagare solo 93 euro al mese, spiegano dagli uffici comunali.
Un risparmio consistente, che rende più sostenibile la scelta educativa per la prima infanzia.
La misura è attiva da tre anni e finanziata con 250.000 euro annui. “ I contributi, a vario titolo, sono frutto di convenzioni in cui sono previste anche la formazione degli insegnanti di scuola infanzia, e il consolidamento del sistema coordinato di iscrizioni alle scuole per l’infanzia e l’accoglienza anche nelle scuole paritarie di bambini con disabilità che necessitano di educatore, con le modalità di intervento corrispondenti a quelle previste per le scuole statali. La priorità dell’inclusione educativa è il faro che illumina il nostro progetto, sia che riguardi il pubblico che il convenzionato, in un’ottica virtuosa di sistema e di bisogno prioritario di minori e famiglie”, spiega Bellini.
I rsultati?La copertura dei posti nido a Rimini è passata dal 28% di cinque anni fa all’attuale 40%, grazie anche all’aumento dell’offerta da parte dei privati.
Nei nidi privati convenzionati sono disponibili oggi 437 posti, di cui 211 coperti dal contributo
comunale. Il resto delle famiglie beneficia comunque del contributo Inps. I nidi pubblici, che garantiscono 633 posti, sono gestiti in parte dal Comune, in parte dall’Asp Valloni Marecchia e in parte da cooperative in appalto. Tutti i servizi, sia pubblici sia privati, sono soggetti a rigorosi standard qualitativi: la formazione degli educatori e dei coordinatori pedagogici è finanziata dal pubblico con fondi regionali, per un investimento annuale di circa 90mila euro.
Un discorso analogo riguarda le scuole dell’infanzia (3-6 anni), dove la copertura sfiora il 90%.
Qui l’offerta si divide tra 1.250 posti comunali, 850 statali e circa 750-800 paritari. Anche in questo caso, il Comune di Rimini investe ogni anno 400mila euro per sostenere le rette delle scuole paritarie e garantire così l’accesso anche alle famiglie con minori possibilità economiche.
Un aspetto particolarmente significativo riguarda l’attenzione ai bambini con disabilità: il Comune investe circa 305.744 euro all’anno per garantire insegnanti di sostegno nelle scuole paritarie, integrando i contributi statali (circa 8.500 euro per bambino).
Una misura che conferma la centralità del diritto all’educazione inclusiva.
A Bellaria liste d’attesa azzerate anche al nido
Nel territorio comunale, le scuole dell’infanzia paritarie rappresentano una componente significativa dell’offerta educativa per i più piccoli. Per l’anno scolastico 2024/25, sono tre le strutture attive: la scuola d’infanzia paritaria Bucaneve e la scuola d’infanzia paritaria San Giovanni Bosco, entrambe gestite da soggetti del Terzo settore, e la scuola d’infanzia comunale paritaria Allende. Un sistema che ha permesso alla cittadina
della riviera l’abbattimento delle liste d’attesa. “ Non ci sono liste d’attesa, nemmeno per il nido: abbiamo aperto un nuovo piccolo nido per rispondere alle esigenze di tutti i residenti, raggiungendo una copertura superiore al 60% dei nati, includendo anche alcuni non residenti. Numeri che ci posizionano si standard nord europei”, conferma il vicesindaco e assessore con delega alla scuola Francesco Grassi.
Queste scuole mettono complessivamente a disposizione 126 posti per i bambini iscritti: 26 al Bucaneve, 54 al San Giovanni Bosco e 46 alla scuola Allende. La San Giovanni Bosco, con sede a Igea, ha anche chiesto per il prossimo anno scolastico la possibilità di aprire una nuova sezione. A fronte di un totale di 344 bambini frequentanti le scuole dell’infanzia (statali, paritarie comunali e private), i bambini iscritti alle scuole paritarie private rappresentano il 23,25% dell’utenza complessiva, mentre includendo anche la paritaria comunale la percentuale sale al 36,62%.
Sul piano economico, il Comune sostiene la collaborazione con le scuole dell’infanzia paritarie private (Bucaneve e San Giovanni Bosco) attraverso convenzioni che prevedono un contributo di 7mila euro per ogni sezione attivata. A questo si aggiungono i servizi
di trasporto per le uscite didattiche, gestiti con personale e mezzi comunali, a ulteriore supporto delle attività educative.
“ Siamo molto soddisfatti del lavoro delle scuole paritarie. Le famiglie possono scegliere tra queste scuole, e ciascuna offre esperienze educative diverse. Alle famiglie è garantita la libertà di scelta. È molto positivo il clima familiare che si respira nella gestione: c’è un contatto diretto tra educatori e famiglie, e la cucina interna è un valore aggiunto. Le famiglie apprezzano la possibilità di seguire più da vicino la crescita dei propri figli. Dopo il Covid, le strutture statali sono rimaste più rigide, mentre le paritarie hanno mostrato maggiore slancio: più uscite, più laboratori, più libertà di movimento”.
Sia la Bucaneve di Bellaria sia San Giovanni Bosco di Igea “ nel loro statuto, hanno anche un riferimento all’introduzione alla fede degli alunni: alcune famiglie le scelgono proprio per questo, mentre per altre non rappresenta un ostacolo, vista la qualità complessiva dell’offerta educativa”.
Savignano, apre un nuovo asilo
Le scuole pubbliche di Savignano attualmente ospitano 97 bambini al nido e 318 alla scuola dell’infanzia. Un capito a parte merita la scuola dell’infanzia paritaria Vittorio Emanuele II, frequentata da 93 bambini e che attende per il prossimo anno una novità: l’apertura del nuovo nido con capienza di 30 posti. “ Tale ampliamento ha l’obiettivo di azzerare la lista d’attesa per le famiglie di Savignano che necessitano del servizio nido”, sottolineano dal Comune. “ Il nostro obiettivo di dare un servizio a tutte le famiglie di Savignano che ne hanno bisogno si sta concretizzando”, spiega il sindaco Nicola Dellapasqua.
“ Il percorso di realizzazione di un nido in ogni quartiere è iniziato nel 2024 da Valle Ferrovia, con la riqualificazione della scuola Freccia Azzurra che oggi ospita una sezione di nido d’infanzia con 21 bambini e quattro sezioni di scuola dell’infanzia con 82 bambini, in tutto 103 alunni.
Il progetto si amplia ora con il Vittorio Emanuele. Assistiamo a una svolta nella storia di questa struttura che ha sempre avuto e continuerà ad avere con la città una relazione speciale, una scuola che sa di identità e di Savignano”.
L’investimento complessivamente ammonta a 1.250.000 euro e viene per 580.000 da fondi Pnrr e per la parte rimanente dal bilancio del Comune.