Sembra che qualcuno ci provi gusto. Fateci caso. Ogni volta che il Rimini calcio si incammina verso una strada, non diciamo in discesa, ma almeno piana, ecco che succede puntualmente qualcosa. Con la conseguenza che i tifosi biancorossi non si possono mai godere un’estate tranquilla e serena. Come sta accadendo in questi giorni che assomigliano sempre di più a una vera e propria via crucis. Perché dopo il mancato pagamento degli stipendi di maggio a calciatori, allenatori e collaboratori, arriverà una penalizzazione da scontare nel prossimo campionato. Un -2 che diventerà un -4 visto che il Rimini è recidivo. Ma è tutta la situazione, gestita in maniera dilettantistica dalla proprietà, ad aprire scenari inquietanti. Perché in questo momento il rischio è che il banco salti per aria.
Un po’ di storia
Arrivata nell’estate del 2023, la dottoressa Stefania Di Salvo ha subito commesso un errore (o chi per lei), quello di affidarsi in panchina a un allenatore, Raimondi, senza esperienza. Morale, dopo cinque gare è arrivato l’esonero. Un peccato di gioventù scusato dal popolo biancorosso. Anche perché l’arrivo di Troise ha rimesso le cose a posto, nonostante qualche risultato andato un po’ di traverso. Lo scorso maggio, poi, al primo vero campionato targato Di Salvo, la società si è affidata ad Antonio Buscé, altro allenatore con poca esperienza in panchina, ma tanta sul campo. Qualche mugugno da parte della piazza con la decisione di aspettare le prime uscite. A fine giugno, però, succede quello che non ti aspetti: senza dire nulla a nessuno, la società cambia il logo attirandosi le antipatie dell’intera tifoseria, con tanto di corteo (pacifico) sotto le finestre della sede in via XX Settembre. Un autogol clamoroso. Arriviamo al 16 dicembre. La proprietà non paga gli emolumenti di settembre e ottobre 2024 a calciatori, allenatori e collaboratori. O per meglio dire, gli paga ma in ritardo. La colpa viene data all’istituto di credito di cui il Rimini si avvale. E per dimostrarlo, il pagamento successivo viene fatto addirittura con una settimana di anticipo. Questo, però, non impedisce al Rimini di prendersi due punti di penalizzazione. Nel frattempo sul campo le cose vanno discretamente bene tanto che per la prima volta nella sua storia il Rimini vince la Coppa Italia di Serie C. Un successo che passa come un colpo di spugna su quanto accaduto a fine 2024.
Arriviamo ai giorni nostri
Il successo in Coppa e il nono posto in campionato dovrebbero essere il propellente per una stagione, la prossima, da vivere finalmente da protagonisti. O almeno è quello che pensa il popolo biancorosso. Invece passano i giorni e sul cielo di Rimini iniziano ad addensarci nuvoloni neri. Il 6 giugno è fissato il termine per il pagamento dell’iscrizione al campionato 2025-2026. Nessuno immagina quello che sta per accadere. È un venerdì frenetico perché dalla società non filtra nulla e le voci si rincorrono. Si saprà poi che l’iscrizione è stata depositata ma a due ore dal “fuori tutti”. E quando si fanno le cose in fretta e furia il rischio è sempre di lasciare indietro qualcosa. Fortunatamente la settimana successiva la Covisoc accende la luce verde, il Rimini è regolarmente iscritto alla Serie C. Ma quell’ennesimo arrivo in volata fa storcere la bocca a tanti tifosi. Anche perché da Campobasso, sede della proprietà, nessuno dice nulla. Il quadro, però, inizia a essere chiaro nella sua drammaticità. A dare un ulteriore colpo di pennello arriva l’addio del direttore generale Antonio Geria dopo una riunione fiume con la proprietà. Nel frattempo la panchina è sempre vuota. Tanti colloqui, tanti “no, grazie”. Fino all’annuncio tanto atteso: “Il Rimini comunica che il suo nuovo allenatore è Filippo D’Alesio”. Chi? D’Alesio è il match analyst delle ultime due stagioni riminesi: ha iniziato con Raimondi, ha proseguito con Troise e successivamente con Buscé. Il valzer delle polemiche riprende a ballare, per molti addetti ai lavori è la certificazione che la società è in gravi difficoltà. Che esplodono mercoledì 2 luglio quando la piazza viene a sapere che gli stipendi di maggio non sono stati pagati. Con la conseguente penalizzazione.
Il comunicato della società
E ora che succederà? A dare una risposta è direttamente la società che dopo giorni di silenzio assordante si è affidata a un comunicato.
“Il Rimini Football Club, attraverso la voce della propria Presidenza, ritiene doveroso prendere la parola oggi in modo chiaro e diretto verso la comunità biancorossa, i propri tesserati, i collaboratori, i partner, le istituzioni e tutti i tifosi. Siamo consapevoli di aver attraversato un periodo di oggettiva difficoltà gestionale e organizzativa che ha generato ritardi nei pagamenti e incertezze, provocando comprensibili preoccupazioni. Non intendiamo sottrarci al confronto né tanto meno cercare giustificazioni. Riconosciamo senza esitazioni questo passaggio di fragilità, frutto anche di un contesto complesso che non abbiamo voluto nascondere, e di alcune nostre mancanze che ora affrontiamo con determinazione. Il club, come ogni famiglia, vive talvolta momenti di tensione e di fatica. È proprio in questi momenti che emerge la forza autentica di chi crede in un progetto e decide di rimettersi in gioco con coraggio, passione e senso di responsabilità. Oggi ci impegniamo, con la massima trasparenza, a ripristinare la fiducia verso i nostri calciatori, i nostri dipendenti, i partner commerciali e soprattutto verso la comunità riminese che da sempre ci sostiene e ci identifica come un patrimonio condiviso. Abbiamo già avviato un piano di interventi precisi, con priorità sui pagamenti dovuti e sulla tutela dei contratti, così come abbiamo attivato nuove modalità di comunicazione che garantiranno aggiornamenti costanti e puntuali. Parallelamente, intendiamo preservare la continuità del progetto sportivo e infrastrutturale che rappresenta la base del nostro futuro, convinti che la crescita del club passi anche dal senso di responsabilità verso i nostri giovani, il nostro territorio e i nostri valori. Vogliamo trasformare questa fase complessa in una occasione di crescita collettiva, riscoprendo insieme quei principi di appartenenza e di solidarietà che fanno del Rimini FC una realtà unica. Perché crediamo che, come in ogni famiglia vera, le difficoltà possano diventare la radice di una nuova forza e di una coscienza più matura. Siamo presenti, ci abbiamo messo la faccia e continueremo a farlo. Chiediamo a tutti di non far venir meno il sostegno che ha reso grande questa maglia. Il Rimini FC non è solo un club di calcio, è una comunità viva che deve sapersi stringere nei momenti duri per rinascere ancora più forte. La nostra strada riparte da qui: dalle persone, dai valori, dall’impegno concreto di garantire rispetto, correttezza e solidità, con la stessa passione che ci accompagna da sempre”.