Home Editoriale ANFITEATRO Carotaggi e educazione

ANFITEATRO Carotaggi e educazione

l Consiglio Comunale riminese ha discusso di anfiteatro. Lo splendido recupero della romanità della nostra città, voluto con forza dalla amministrazione Gnassi, si era comunque portato dietro una ferita, vissuta come un disturbo, quasi una censura, proprio su questo monumento, pur così importante per la storia riminese. Ora il sindaco Jamil apre a sondaggi archeologici al Ceis per “vedere cosa c’è sotto”. Una scelta non banale, che politicamente segna un passo avanti di fronte al niet precedente.

Quello che ha comunque lasciato perplessi nell’ascoltare l’intero dibattito del Consiglio Comunale, è che il recupero del monumento sia stato necessariamente legato ad un giudizio negativo sull’esperienza del Ceis, che invece ormai tutti qualificano come “un’istituzione, una scuola, un pilastro della cultura, un pezzo fondamentale della nostra storia” come giustamente ha ribadito lo stesso Sindaco. Ora a noi cittadini, non necessariamente dell’opposizione (sospettata di una “strumentalità politica”), viene spontaneo chiedere perché un’esperienza educativa debba essere identificata con un luogo, delle ex baracche, un bel giardino e altro.

Chi ha ascoltato la prima parte del Consiglio Comunale, escluso l’intervento del prof. Rimondini, si è chiesto se avesse capito bene qual era il tema

in discussione, perché per quasi un’ora si è parlato solo di Asilo Svizzero.

Le grandi intuizioni educative della Margherita Zoebeli o i suggerimenti di quel genio dell’educazione che era Andrea Canevaro, riguardano appunto scelte educative che possono essere vissute e messe in pratica ovunque. Tutti noi conosciamo l’impegno di Educaid (anch’esso citata), la ONG legata al Ceis in Palestina, ma appunto …in Palestina.

Oggi, è vero che quel giardino si è pian piano adattato a quel progetto educativo, ma a parte che qualcosa di meglio si può sempre fare, perché non lo si può ricostruire altrove, magari oltre via Roma, o, come già accade, nella Striscia di Gaza? Il problema non è dunque se fare o meno i carotaggi (ben vengano), ma come trovare le risorse per spostare il Ceis di almeno 500 metri. Perché se la maggioranza accusa la minoranza di farne una questione ideologica, come non potremmo affermare l’opposto?

Il Sindaco Jamil che, su diversi temi non ci è sembrato erede di nessuna posizione ideologica, potrebbe avviare una soluzione per il bene della Città.

E sarebbe ora.