Rimini, è un futuro pieno di interrogativi

Lo abbiamo detto più e più volte, ma davvero qui non c’è fine al peggio. Perché intorno al Rimini accade tutto e il contrario di tutto. Ma andiamo con ordine. Venerdì mattina “Il Resto del Carlino” lancia un’indiscrezione: sulle tracce della società biancorossa ci sarebbe il gruppo “Campari” con una forza di oltre 4 miliardi di euro di fatturato.

Prima della consueta conferenza stampa pre Bra, però, il direttore generale Stefano Giammarioli dice una mezza frase “è una loro holding, ma secondo me la signora

(Scarcella, nella foto) ha in mente altro”. Passano poche ore e arriva la notizia che la Guardia di Finanza di Milano, su disposizione della Procura di Monza, ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo per un valore di oltre 1 miliardo di euro nei confronti di “Lagfin”, la holding di diritto lussemburghese con cui la famiglia Garavoglia controlla il gruppo Campari. L’accusa è doppia: “Dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici” e “responsabilità amministrativa delle persone giuridiche”. E si arriva al termine della gara persa con il Bra (1-2). In sala stampa non arriva nessuno e allora è un dirigente a dire che “sono tutti al telefono con la Scarcella”. Passano dieci minuti e dagli spogliatoi spunta capitan Bellodi.

“La signora Scarcella ci ha detto che non ha nessuna intenzione di vendere, e che nelle prossime ore spiegherà cosa accadrà”. Arriviamo a domenica e a questo famoso comunicato che dice e non dice. Il succo del discorso è: arriva un nuovo investitore con l’obiettivo di favorire successivamente il passaggio del club a un importante gruppo interessato all’acquisizione. Ma a oggi, martedì 4 novembre, alle ore 17, di questo investitore non c’è ancora l’ombra. È, invece, sempre più probabile la possibilità che Antonio Buscemi, legale rappresentante della società, porti i libri contabili in Tribunale.