Home Editoriale IL PRIMO MEZZO SECOLO Voce agli ultimi, senza etichette

IL PRIMO MEZZO SECOLO Voce agli ultimi, senza etichette

Cinquant’ anni e non sentirli. Oppure sì. Dipende con quali occhi li guardi. Unica fra le testate riminesi nella storia, ilPonte entra nel mezzo secolo di vita. Festeggerà ufficialmente il suo 50° compleanno il 25 dicembre 2026.

Dunque un anno di celebrazioni? No, nessuno spazio alla retorica, perché non è davvero il tempo. Guerre, crisi umanitarie, inquinamento, clima, droghe e dipendenze, difficoltà di giungere a fine mese, crisi spirituale ed educativa, politiche evanescenti… Quanto potrebbe continuare l’elenco? Non è davvero il tempo di celebrazioni, ma di continuare e migliorare il lavoro di inchiesta, analisi, denuncia di quel che non va, ma anche di rallegrarsi e dar voce ai tanti segni di speranza che il mondo, e anche il nostro territorio, continua a offrire a questa umanità malata.

La scuola di giornalismo de ilPonte (e in 50 anni è stato anche questo) da sempre ha per criterio “Giudicare i fatti dai contenuti e non dagli schieramenti”.

Certo siamo voce della comunità cristiana, ma non scriviamo per rispondere a interessi particolari, evitando un giornalismo di chi non disturba il conduttore.

I problemi, le tensioni, le difficoltà del mondo dei giovani o del lavoro, dell’emarginazione, i conflitti sociali ritmano le nostre inchieste.

Questo atteggiamento, purtroppo ormai insolito nell’informazione, ci ha portati sempre a non essere omologati ai poteri che si confrontano e che, a turno, ci hanno affibbiato etichette contrapposte.

Ai nostri lettori, ne abbiamo continua testimonianza, a voi tutti, piace il nostro stile non gridato, ma documentato e attento a quel che succede ancor meglio se lontano dal Palazzo.

Il Concilio Vaticano II e i Papi di questi cinquant’anni ci hanno insegnato che il Vangelo è libertà, soprattutto quando devi denunciare l’ingiustizia e la sopraffazione dei più deboli, gli ultimi di francescana memoria.

E fra gli ultimi di oggi noi mettiamo anche i giovani.

Ebbene ilPonte è l’unico giornale (forse in Italia) che da anni pubblica ogni mese otto pagine progettate, pensate, curate, scritte da giovani e accade precisamente da un’assemblea ecclesiale di tanti anni fa che chiedeva di “dar voce ai giovani”. Magari potrebbero accorgersene anche gli insegnanti di religione, sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Ma, come dice il Vescovo, anche al meglio ci si abitua. E questo è un rischio per tutta la comunità cristiana.

Infine sulle nuove tecnologie siamo da tempo in piena trasformazione. Si è coscienti e si lavora perché accanto al giornale di carta crescano nuove forme di comunicazione, ma senza i paraocchi di chi crede che basta mettere in rete un reel o una storia di Instagram per pensare di aver comunicato col mondo.

Oggi, poi, siamo sommersi dal fenomeno delle fake news che in rete sembra inarrestabile. In realtà sono per noi un’occasione importante, perché presto la gente cercherà, con ansia, dove trovare notizie verificate e certe. Questo, mi auguro, andrà a favore di chi lavora seriamente.