Black Friday, occasioni natalizie, saldi: due mesi di promozioni sensa sosta, oltre a tutte le altre offerte durante l’anno. Risultato?
Clienti disorientati e maggiormente esposti ai rischi
Cosa accade se a una cultura consumistica già sfrenata si unisce la tendenza sempre più forte a importare usi e costumi da oltre oceano inserendoli a forza nella nostra società? Accade che per mesi, quasi senza interruzioni, ci si trova letteralmente bombardati da promozioni commerciali, offerte e pubblicità che possono facilmente andare fuori controllo. Pensiamo, nello specifico, al momento dell’anno che stiamo vivendo: tra Black Friday, corsa ai regali delle feste natalizie e saldi, da novembre a febbraio ci si trova all’interno di un’unica grande corrente di iniziative che può travolgere. Se, infatti, in apparenza sembra vantaggioso per i consumatori avere periodi così estesi in cui trovare prezzi più economici, in realtà si produce un effetto che disorienta, lasciando sguarniti di fronte a potenziali rischi. Con effetti controproducenti sia per la clientela sia per i negozi.
La questione
Partiamo dal Black Friday, novità relativamente recente che da quando si è innestata nel contesto italiano arrivando dagli USA ha stravolto abitudini e approccio agli acquisti, anche attraverso le dinamiche del web. Portando, quindi, un impatto profondo su consumatori e attività commerciali. “ Il Black Friday dovrebbe rappresentare un’opportunità per i consumatori di acquistare a prezzi vantaggiosi in vista del Natale, ma in Italia la situazione è ormai fuori controllo e sta diventando solo una strategia per spingere agli acquisti in modo inconsapevole. interviene sul tema il Movimento Difesa del Cittadino, associazione che tutela i consumatori a livello nazionale – Le offerte infinite e le continue promozioni, spesso di dubbia convenienza, comportano rischi per i consumatori, che possono cadere vittima di manipolazioni e pratiche commerciali scorrette. In molti casi, i prezzi vengono gonfiati artificialmente nei giorni precedenti per poi essere ‘abbassati’, dando l’impressione di un affare eccezionale.
Oltre a stress e pressioni, con il continuo bombardamento pubblicitario che spinge i consumatori ad acquisti impulsivi, alimentati dalla paura di perdere l’occasione. Questo approccio mette in secondo piano la reale necessità degli acquisti, lasciando spazio a frustrazione e indebitamento”.
Allo stesso tempo, un fenomeno del genere ha un impatto importante anche sui negozi. In particolare su quelli di vicinato, che si trovano sempre più in difficoltà e che rischiano, gradualmente, di sparire.
“ I negozi di vicinato non hanno la stessa possibilità di competere con gli investimenti dei giganti del web. – è la riflessione di Fabrizio Vagnini, presidente di Confesercenti Rimini – Questo acuisce la crisi della rete dei negozi, imprese che sono presidio sociale, economico e di sicurezza per il Paese e, come tali, vanno salvaguardate e sostenute. Online invece è un far west, con vendite scontate, in contrasto con le norme attuali, e il pericolo di veri e propri abusi di posizione dominante. Bisogna rivedere le regole, perché il rischio per le attività di prossimità è enorme”.
Saldi, cosa fare?
A tutto questo segue l’intero periodo natalizio, già di per sé caratterizzato da una saturazione delle offerte promozionali in vista della “corsa ai regali”. Un periodo intenso che poi sfocia, a sua volta, nei tradizionali saldi invernali, che rischiano da una parte di essere disinnescati dalle settimane precedenti e, dall’altra, produce un effetto disorientante nella clientela, che dopo quasi due mesi di sconti e promozioni affronta difficoltà sempre maggiori nel distinguere le offerte davvero convenienti e le reali necessità di acquisto. “ Una giungla. – spiega Saverio Messina, referente di ADOC Rimini(Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori) – A cui si aggiungono anche le modalità di pubblicità aggressiva che arrivano direttamente sul cellulare, tra chiamate e messaggi. In questo contesto, all’arrivo dei saldi il consumatore deve stare ancora più attento per destreggiarsi tra i rischi di offerte non convenienti o addirittura scorrette, che purtroppo sono ancora molto diffuse. E non è facile mantenere il giusto orientamento, soprattutto in un periodo storico in cui il ritmo della vita è sempre più frenetico, rendendo ancora più difficile mettere a fuoco gli acquisti sicuri e necessari”.
Come fare, dunque, per approcciarsi nel modo giusto agli acquisti e districarsi nella “giungla” degli sconti? “ Bisogna cercare di stare costantemente aggiornati, per quanto possibile, rispetto ai prezzi. – aggiungono da ADOC – In questo modo è possibile, una volta entrati nel periodo dei saldi o comunque nei periodi di maggiore diffusione di offerte e promozioni, capire se tali offerte sono veritiere o meno. Non è raro, ad esempio, soprattutto per quanto riguarda l’abbigliamento, l’elettronica e gli elettrodomestici, trovare prodotti a prezzi gonfiati e poi scontati al valore che hanno di solito durante il resto dell’anno. Rimanendo aggiornati, dunque, è possibile evitare di cadere in queste situazioni sconvenienti. Ovviamente, va sottolineato, non tutti i negozi agiscono così”.
La crisi dei piccoli negozi
Come detto, la situazione attuale non produce solo rischi per i consumatori, ma anche per i piccoli negozi, che stretti nella morsa delle continue promozioni e della concorrenza delle multinazionali e del web non hanno la forza necessaria per difendersi. Si pensi, ad esempio, oltre al già citato impatto del Black Friday, a nuove tendenze come quella delle vendite private negli show room con sconti dal 70% al 90%. “ Prima della pandemia chiudevano circa 9 negozi al giorno. Oggi siamo a 11. sottolinea Giammaria Zanzini, presidente di Federmoda Emilia-Romagna – C’è un problema serio, perché le regole sono costantemente ignorate in uno scenario di concorrenza sleale strutturale. I nostri quartieri si stanno desertificando: è fondamentale realizzare una pianificazione commerciale d’eccellenza o si rischia davvero di avere interi comuni senza negozi di prossimità”.
Un gioco, dunque, in cui rischiano perdere tutti. Tranne i più forti, come le grandi catene internazionali. Una vera e propria legge della giungla.

