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Virus e bufale, verità in crisi

La crisi portata dal Coronavirus, purtroppo, non è solo sanitaria, ma anche informativa. Nello scorso numero de ilPonte si era già introdotto questo argomento, sottolineando come dall’inizio del contagio si sia parallelamente assistito a una vera e propria epidemia di notizie false, in un flusso talmente grande da rendere difficile un efficace controllo sul loro fondamento. Dopo aver messo in luce le bufale sul Coronavirus più diffuse, anche a Rimini, e potenzialmente più pericolose perché legate a informazioni false sull’utilizzo di medicinali o integratori, ora cerchiamo di approfondire un altro tipo di fake news, legate alla volontà di diffondere il panico e il sospetto, oltre a veri e propri tentativi di truffa.

La bufala del “biocontenimento globale” Il dipartimento della protezione civile, in collaborazione col governo ha deliberato che il 15 aprile, se l’epidemia non è stata contenuta, verrá dichiarato il biocontenimento BSL-4. Se l’Oms dichiara la pandemia significa che il mondo si fermerà completamente per 21 giorni.

Borsa, parlamenti, scuole, aeroporti, treni, uffici, attività commerciali, tutto. Dopo 21 giorni sapremo se il virus è sconfitto ma faremo la conta di un isolamento così rigido”.

Questo messaggio ha cominciato a circolare e a diffondersi a macchia d’olio attraverso WhatsApp sui cellulari di tanti cittadini italiani, anche a Rimini. Si tratta non solo di un messaggio falso, perché nessun tipo di limitazione globale di questo tipo è prevista, ma anche di un messaggio errato in diversi suoi passaggi. Facciamo chiarezza. La dicitura “BSL”, adottata negli Stati Uniti ma usata anche in Europa, sta per Biosafety Level, in italiano “Livello di biosicurezza”, e indica i diversi protocolli di sicurezza che i laboratori sono tenuti ad applicare quando devono lavorare con agenti biologici particolarmente pericolosi. È una scala, in cui il livello 4 rappresenta il grado massimo di sicurezza da adottare. La scala BSL, dunque, è un sistema di sicurezza che si applica nei laboratori, e nulla ha a che vedere con l’attività delle istituzioni o con la gestione dell’ordine pubblico. In secondo luogo, lo scoppio di una pandemia non può portare in automatico al blocco totale del mondo intero: sono i singoli Stati che, liberamente, decidono come gestire l’epidemia in atto. Come di fatto sta accadendo: la situazione italiana, ad esempio, è diversa dal resto d’Europa o dagli Stati Uniti. Un messaggio falso talmente diffuso da spingere lo stesso Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, alla smentita ufficiale: “ Smentisco seccamente che il dipartimento di Protezione civile si stia preparando per dichiarare condizioni di biocontenimento su tutto il territorio nazionale da metà aprile. – le sue parole – È una fake news che circola, chi mette in rete queste informazioni false deve essere punito: sono destituite di ogni fondamento e sono anche allarmistiche”. Non c’è altro da aggiungere.

Il virus creato dai cinesi nel 2015?

Questa è un bufala molto particolare, e senza la necessaria attenzione può essere facile cadere in errore. Il 16 novembre del 2015 il Tgr Leonardo, in onda su Rai 3, pubblica un servizio in cui si parla di un esperimento di laboratorio in Cina che riguarda un virus polmonare. Nello specifico l’esperimento, condotto dall’Accademia delle Scienze cinese in collaborazione con l’Università statunitense della North Carolina, aveva lo scopo di “ innestare una proteina presa dai pipistrelli sul virus della Sars, la polmonite acuta, ricavata dai topi”, come affermato nel servizio. Virus polmonare, pipistrelli, Sars, Cina. Ci sono tutti gli elementi per pensare che il risultato dell’esperimento possa avere a che fare con il Coronavirus che sta contagiando tutto il mondo.

Se a questo, poi, si aggiunge che all’esperimento partecipò anche l’Università di Wuhan, la città divenuta famosa come epicentro del contagio di oggi, il gioco è fatto e la notizia falsa è pronta: il Coronavirus è stato creato in laboratorio dai cinesi. Questa, infatti, la tesi che si è diffusa, dopo che questo servizio di Rai 3 ha cominciato a circolare in Rete e sui social network. Anche in questo caso, però, si tratta di una bufala. Attenzione, però: non significa che la Rai si sia imbattuta e abbia diffuso una fake news. L’esperimento citato nel servizio del 2015, condotto con finalità di ricerca e studio, esiste davvero ed è stato riportato correttamente.

Semplicemente il virus di cui si parla non è quello che sta causando l’attuale epidemia. A dimostrarlo è la natura stessa del virus. Quello riportato da Rai 3 è definito come “chimerico”, cioè prodotto in laboratorio dall’ingegnerizzazione umana, non esiste in natura. Il Coronavirus di oggi, invece, ha origine completamente naturale. Ad affermarlo è la rivista Nature, considerata la più prestigiosa e attendibile da parte della comunità scientifica internazionale. In un articolo pubblicato il 17 marzo scorso, in cui si analizza l’origine del Coronavirus, si arriva alla seguente conclusione:Le nostre analisi – si afferma nel testo – dimostrano chiaramente che il Sars-Cov-2 (il Coronavirus di oggi, ndr) non è prodotto in laboratorio o un virus volutamente manipolato. Dal momento che abbiamo analizzato tutte le caratteristiche note del Sars-Cov-2 non crediamo che sia plausibile nessuno scenario legato alla creazione in laboratorio” e che l’origine è da ricollegare alla selezione naturale”. Il Coronavirus, dunque, è di origine naturale stando agli studi di oggi, e non può essere lo stesso del servizio del 2015, che, invece, è frutto dell’ingegnerizzazione umana.

Il falso volantino del Ministero dell’Interno

Come accade in tutte le emergenze, anche quella del virus porta con sé il proprio carico di sciacalli. In questi giorni si sono diffusi in molte province italiane alcuni volantini scritti su falsa carta intestata del “Ministero dell’Interno-Dipartimento della Pubblica Sicurezza”, con il logo della Repubblica Italiana.

Volantini che sono stati affissi negli androni dei palazzi e sui muri dei quartieri e che invitano eventuali non residenti degli stabili a lasciare le abitazioni che li ospitano, per rientrare nel proprio domicilio di residenza, perché sarebbe in corso l’attività di controllo delle autorità.

Questi volantini sono completamente falsi: nessuna iniziativa del genere è stata intrapresa dalle autorità. Si tratta di un tentativo di truffa: lo scopo è lasciare gli appartamenti vuoti per poter compiere furti in modo del tutto indisturbato. È lo stesso sito ufficiale della Polizia di Stato ad affermarlo: “I volantini sono falsi. Vi invitiamo a fare attenzione.

Potrebbe essere l’astuta mossa di qualche malintenzionato per entrare nelle case in questo periodo di emergenza per Covid-19. Chiunque si imbatta in simili volantini è pregato di segnalarne la presenza alle Forze di Polizia e di non seguire le indicazioni in essi contenute”.