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In viaggio lungo il cantiere del TRC

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Il progetto poteva essere migliore? Probabile. Si doveva fare prima? Sicuro. Ha sollevato polemiche? Tante. Immaginare una città ecosostenibile, solcata da piste ciclabili e con una rete di mobilità rapida ed efficiente è indispensabile ad un’area come quella riminese, popolata ogni anno da 3 milioni e mezzo di turisti. Il metrò di costa TRC può essere il primo step, e non l’ultimo, di una transizione verso un modello di smart city contemporanea. Ma a che punto è il cantiere?
Abbiamo fatto una perlustrazione sul campo, da Rimini a Riccione a un anno circa dalla sua attivazione. I lavori sono a buon punto e ne è prevista l’ultimazione per la primavera del 2017, prima di una fase di rodaggio a mezzi scarichi la cui durata – ci fanno sapere da Agenzia Mobilità – dipende dal Ministero dei Trasporti. Con tutta probabilità si salirà a bordo non prima del prossimo autunno.
Sperando di non dovere aspettare altri venticinque anni per vedere estendere la rete verso Rimini Fiera, San Marino, Bellaria e Cattolica, è alla Stazione di Rimini che gli utenti troveranno un importante punto internodale del trasporto pubblico. Qui la rotatoria del TRC (foto 1) consentirà ai veicoli della linea di fare inversione di marcia e ai passeggeri di raggiungere direttamente i binari del treno e le fermate dei bus. Mentre i lavori per le fermate sono ancora indietro (foto 2), sono completati i raccordi pedonali tra di esse e il loro intorno urbano. Ne è un esempio il marciapiede che connette il Parco Maria Callas (foto 3) con viale Tripoli. Stessa situazione in via Pascoli, Aleardi e Madrid dove sono stati ultimati gli interventi a favore dei pedoni.
L’aspetto più critico del progetto è costituito dal consumo di suolo. Sono stati abbattuti molti alberi ed è stato ispessito il fascio infrastrutturale che contiene la ferrovia, rastremando, così, l’area libera di fronte alle abitazioni, con tanto di espropri. I residenti che affacciano sul percorso si scontrano in molti tratti con la muraglia (foto 4). Anche se c’è da dire che prima non è che guardassero Hyde Park! Il progetto, oltretutto, è stato da stimolo per rendere più permeabile la cesura mare-monte, grazie all’implementazione dei sottopassaggi ciclopedonali (foto 5). La pista su cui correranno i mezzi (foto 6) è stata completata grazie alla recente posa dell’ultimo ponte su viale Emilia a Riccione (foto 7) e sarà seguita – precisano i progettisti – dal montaggio del palificato, dall’asfaltatura e dalle opere esterne. “Nonostante i ritardi dovuti all’ostruzionismo di Riccione – afferma AM – ci siamo riallineati con il cronoprogramma”. Ritardi per i quali l’agenzia batte oggi cassa al Comune di Riccione per oltre 2 milioni di euro. Cifra respinta al mittente dall’amministrazione della Perla Verde che difende la sua facoltà di adottare “tutte le iniziative necessarie e utili alla difesa dell’interesse erariale”. Detto in soldoni, per la sindaca Renata Tosi il TRC (foto 8, il capolinea riccionese) è uno sperpero di risorse pubbliche e andava fermato. Fatto sta che se la richiesta di AM avrà corso, i contribuenti riccionesi dovranno pagare oltre all’opera anche l’aggiunta.

Mirco Paganelli