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Occhio… alla salute degli occhi

Un dato certo e ineccepibile: l’occhio è uno degli organi più preziosi del corpo umano. Tanto delicati quanto complessi, i nostri occhi sono, però, anche gli organi più trascurati e “maltrattati”, perché spesso ne sottovalutiamo tanto la funzione quanto la fragilità. E la vita moderna non aiuta: il tempo che oggi passiamo davanti a uno schermo, che sia un computer, una televisione o un cellulare, abbraccia quasi la totalità delle nostre giornate. E questo può portare a danni e patologie, che si aggiungono ai problemi che già possono verificarsi fisiologicamente. Per capire quanto possano essere fragili i nostri occhi, basta guardare ai numeri che la sanità del territorio riminese fa registrare in merito. L’Unità Operativa di Riccione, che serve l’intera area provinciale di Rimini ed è costituita dal reparto di degenza con sede a Riccione e da ambulatori e sedute chirurgiche presso gli ospedali di Rimini, Novafeltria e Cattolica, nel 2017 ha effettuato 3.651 interventi chirurgici e annualmente svolge circa 7.500 visite di pronto soccorso oculistico e oltre 48mila prestazioni di diagnostica ambulatoriale, tra cui circa 12mila esami strumentali. Circa duemila l’anno sono gli interventi di cataratta. Come trattare al meglio, dunque, i nostri occhi? Ce lo spiega il dottor Andrea Mercanti (nella foto), il nuovo direttore dell’Unità Operativa di Oculistica di Rimini, presentato pochi giorni fa e che già era in servizio a Riccione dallo scorso febbraio.

Dottor Mercanti, può spiegarci come curare al meglio i nostri occhi?
“Occorre dedicare la massima attenzione alla prevenzione. Questo si sostanzia in vari modi: effettuare visite regolari, anche in assenza di una sintomatologia evidente soprattutto dopo i 40 anni, perché tanti problemi di vista insorgono dopo quell’età e spesso in maniera subdola; non affidarsi a Google per le diagnosi, bensì rivolgersi sempre ad uno specialista; mai sottovalutare fenomeni particolari, come cali della vista o alterazioni della superficie dell’occhio. Una particolare attenzione la devono prestare le persone che hanno una familiarità con alcune patologie oculari, quali ad esempio il glaucoma e le maculopatie, o con patologie sistemiche, in particolare il diabete. Quest’ultimo, insieme alla pressione arteriosa, andrebbe sempre tenuto monitorato, poiché se trascurate possono produrre grossi danni agli occhi”.

Abitudini scorrette da evitare?
“In generale, è sempre importante non esporsi alla luce del sole diretta senza una adeguata protezione (gli occhiali da sole sono efficaci se hanno un filtro ai raggi UV) e, se possibile, seguire una dieta corretta, cioè ricca di antiossidanti (verdure a foglia verde grande, broccoli e così via). Inoltre, è importante evitare il fumo di sigaretta, che favorisce la produzione di radicali liberi”.

Perché sono tra gli organi più a rischio del nostro corpo?
“I motivi sono due: gli occhi sono direttamente esposti all’ambiente esterno e, di conseguenza, a molti agenti potenzialmente lesivi. Mi riferisco alla luce, ai possibili traumi, alla polvere ed al contatto con agenti irritanti od allergizzanti. Rappresentano una vera e propria interfaccia tra l’interno e l’esterno del nostro corpo. Inoltre l’occhio è un organo molto vascolarizzato, per questo può essere interessato da disordini immunitari, infezioni o lesioni secondarie di altre patologie, tra le quali i tumori”.

E le lenti a contatto? Possono essere dannose?
“Le lenti a contatto presenti oggi sul mercato sono molto migliori rispetto a quelle del passato, poiché sono disponibili in materiali a ridotta idrofilia molto più tollerabili e possono anche correggere presbiopia e astigmatismo. Quelle morbide sono, quando possibile, da preferire perché di più semplice gestione. È comunque consigliabile non utilizzarle per più di dieci ore al giorno. Se non si opta per quelle monouso l’igiene è fondamentale, perché è possibile rimanere vittima di infezioni a carico della cornea, anche gravi, a causa di una errata conservazione delle lenti a contatto”.

Come affrontare il periodo primaverile in caso di allergia?
“In primo luogo bisogna distinguere due grosse categorie di congiuntiviti allergiche: quelle primaverili che colpiscono i bambini generalmente fino alla preadolescenza, che hanno una patogenesi particolare e solitamente spariscono con l’età, e quelle prodotte da pollini, piante, insetti o altri allergeni, che invece si trattano con antistaminici che di solito portano ad una rapida risoluzione. Può essere utile anche l’utilizzo di colliri a base di stabilizzatori di membrana come il sodio cromoglicato che tendono a stabilizzare la situazione ed evitare recidive. Talvolta può essere indicato associare un cortisonico di superficie”.

Le nuove tecnologie sforzano molto gli occhi. Quali sono le patologie più diffuse in questo senso e come gestirle?
“Nelle persone che, per lavoro, utilizzano videoterminali o che semplicemente leggono per periodi prolungati possono svilupparsi principalmente due tipi di disturbi degli occhi. Il più comune e sempre più diffuso è la ‘sindrome da occhio secco’. È causata da una ridotta idratazione della superficie oculare e si tratta con colliri o gel lubrificanti. Sono inoltre importanti alcuni accorgimenti utili a ridurre il problema: evitare l’esposizione diretta all’aria condizionata o, in inverno, a fonti di riscaldamento molto vicine. Se il problema si verifica sul posto di lavoro prendersi delle pause regolari, come peraltro previsto dalle normative. L’altro disturbo è la astenopia, una difficoltà nella messa a fuoco che può produrre anche forti cefalee frontali. Per ovviare al problema bisogna fare una visita oculistica e valutare eventuali difetti da correggere: talvolta è necessario mettere i cosiddetti occhiali da riposo o da lavoro.
In linea generale, chi fa attività fisica regolare e all’aperto è affetto meno facilmente da questo tipo di disturbi”.

Per concludere, una domanda sul suo nuovo ruolo. Come vede la sanità oculistica del nostro territorio?
“Il servizio di Oculistica del riminese presenta alcune eccellenze. Abbiamo, qui a Riccione, un ambulatorio per gli ipovedenti, che ha circa mille accessi all’anno, e grazie al quale facciamo un importante follow up dei nostri pazienti, in modo che non si sentano lasciati soli e da prevenire peggioramenti nel disturbo. Inoltre, in collaborazione con l’Irst di Meldola, abbiamo la possibilità di effettuare una diagnostica molecolare sul linfoma primitivo dell’occhio, una patologia rara: circa 10 casi l’anno nella Ausl Romagna”.

Simone Santini