Home Attualita Incidenti domestici – Quando la casa ci è nemica

Incidenti domestici – Quando la casa ci è nemica

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L’ondata di esplosioni di cellulari Samsung dovuti a un difetto di fabbrica che ha costretto il colosso sud-coreano a un massiccio ritiro dal mercato dei propri prodotti, ha raggiunto anche Rimini, dove un ragazzo è stato ricoverato all’ospedale «Infermi» per i danni riportati dalla deflagrazione formato tasca. La tecnologia, dunque, continua a mostrare i lati oscuri che si nascondono dietro a una manciata di App, come gli incidenti d’auto dovuti al consumo dei dati mentre si guida. Ogni anno i ricoveri nel reparto di Ortopedia e Traumatologia del nosocomio riminese aumentano del 10% e, ancora lontani da un futuro distopico che ci vede servi delle macchine, i loro principali motivi sono le più tradizionali «botte»; soprattutto cadute. A rivelare questo andamento è il primario Giannicola Lucidi, il quale ci spiega come i casi trattati dalla sua equipe riguardino in particolare incidenti domestici.

Dottore, la casa fa così paura?
“La casa viene pensata da tutti come un porto sicuro, e invece è il luogo dove avviene il maggior numero di incidenti. Soprattutto per anziani e bambini. Per i più piccoli, sono proprio gli incidenti fra le mura domestiche la prima causa di morte”.

In tanti hanno paura degli aerei, del terrorismo, dei viaggi in posti lontani… Ci vuole invece dire che rischiamo molto di più la pelle stando tra le mura amiche?
“Voglio dire che un normale appartamento può rivelarsi un contesto pieno di trappole. Se facciamo un giro per i 35 letti del nostro reparto, 20 sono occupati da persone, soprattutto anziani, cadute in casa. Possono essere traumi lievi, distorsioni, fratture del polso o della caviglia. Vengono colpiti soprattutto l’omero, la colonna vertebrale e il femore. Ci sono poi i bambini che battono di continuo la testa. Un incidente tipico è la caduta dal fasciatoio dovuta a una distrazione del genitore”.

Qualche consiglio per i genitori?
“Fare attenzione ai giocattoli con le pile. Tempo fa è stato ricoverato un bambino che aveva ingerito una pila a bottone il cui acido gli aveva causato la perforazione dell’esofago. Per loro va poi posta attenzione ai balconi: quelli a barre verticali troppo distanti fra loro consentono l’attraversamento ai più piccoli, e quelli a barre orizzontali permettono l’arrampicata”.

Alcuni incidenti tipici del contesto riminese?
“Ultimamente, sempre per quanto riguarda i bambini, capitano spesso gli infortuni dovuti ai giochi gonfiabili. Tempo fa, un incidente tipico di Rimini era quello che avveniva in seguito all’utilizzo delle vecchie sdraie pieghevoli in cui rimanevano incastrate le dita causando gravi lesioni al pollice. Un altro trauma estivo è quello dovuto all’uso di ciabatte infradito alla guida dei motorini”.

Vuole dire che non possiamo più andare in spiaggia in infradito?
“Alla guida del motorino bisognerebbe indossare sempre delle scarpe. Capisco che per alcuni siano scomode in estate, però permettono di proteggere ed avvolgere completamente il piede, che è una parte anatomica estremamente sensibile, ricoperta solo da un sottile strato di pelle sotto il quale ci sono tante piccole ossa. Recuperare dopo un incidente al piede è sempre ostico”.

È vero che le rotonde favoriscono la sicurezza stradale?
“Certo, perché impongono una riduzione della velocità di guida. È anche grazie a loro se rispetto a 10 anni fa sono calati i traumi al femore e alla tibia tipici fra i giovani e sono diminuiti del 70% i traumi ad alta energia a favore di quelli a più bassa energia”.

Tornando alla casa, di cosa dobbiamo avere paura?
“Se i ricoveri presso il nostro reparto sono in costante aumento è perché è in aumento la popolazione anziana, e gli incidenti domestici crescono al diminuire della capacità motoria delle persone. Quando si urta un oggetto, un animale domestico o si scivola su un tappeto con un corpo dai riflessi rallentati, ci si può far male”.

Quali sono gli ambienti più rischiosi?
“Per il sesso femminile sono in genere il bagno e la cucina, spesso in seguito all’uso di utensili. Mentre i maschi si fratturano più frequentemente nelle zone di pertinenza della casa, come balconi, garage e cantine, perché si dedicano al bricolage. Bisogna organizzare la propria casa in base alle proprie capacità motorie. Chi ha già subìto delle cadute per cui è stato ricoverato viene seguito da una task-force che compie una visita a domicilio e offre consigli utili su come disporre mobili e arredi. Ma il primo consiglio per non ricascarci è l’attività motoria che migliora il tono muscolare e previene le cadute”.

E che implicazione ha una caduta per l’anziano dal punto di vista emotivo?
“Tendono ad avvilirsi molto. Per questo non li trattiamo solo dal punto di vista chirurgico, ma anche psicologico. Un anziano che comincia a cadere teme di perdere la mobilità e di diventare un peso per i propri familiari. Stare a letto tanti giorni squilibra la mente e c’è da constatare che le fratture portano ad una mortalità del 15% a distanza di un anno. È indispensabile rimettere in piedi al più presto l’anziano per allontanare il timore di finire in carrozzella. Bisognerebbe imparare dai bambini; loro sono fantastici. Si riprendono sempre appieno e senza bisogno di tanti incoraggiamenti”.

Mirco Paganelli