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Ictus: ogni anno a Rimini 700 casi

Ogni due secondi, nel mondo, qualcuno viene colpito da ictus. Può succedere ovunque. Mentre siete al lavoro, davanti al vostro computer. Mentre state guidando. Mentre fate sport o magari mentre siete con la vostra famiglia e state facendo una bella grigliata all’aperto. Parliamo di una patologia che, nel 2017, ha visto in Emilia Romagna 6.800 pazienti con ictus ischemico (erano 7mila nel 2015 e nel 2016) ricoverati nelle strutture delle Aziende sanitarie regionali. La stragrande maggioranza è sopravvissuta, mentre il 9% circa (più di 600) è deceduto nei trenta giorni dall’evento acuto. Una percentuale che si mantiene comunque contenuta grazie al ricovero nelle Stroke Unit (Centri urgenza ictus) e al trattamento in Riabilitazione intensiva. A Rimini, ogni anno, si registrano 700 casi di ictus.

Cos’è e come si manifesta. Quando il cervello, in seguito alla chiusura o alla rottura di un’arteria, non riceve più sangue (ischemia) o viene inondato da sangue ‘stravasato’ da un’arteria rotta (emorragia) si verifica l’ictus cerebrale. Ci sono quindi due tipi di ictus: ischemico, dovuto alla chiusura di un’arteria cerebrale o emorragico, causato dalla rottura di un’arteria cerebrale. Fattori di rischio per l’ictus sono la pressione alta, alcune cardiopatie, il diabete, il sovrappeso, elevati livelli di colesterolo, il fumo e l’abuso di alcol. In altri termini, è lo stile di vita che aumenta in maniera consistente l’insorgenza della patologia. Patologia che si manifesta improvvisamente, con sintomi quali la paralisi, il formicolio al viso, al braccio e alla gamba; la vista annebbiata o diminuita in uno o entrambi gli occhi; la difficoltà a pronunciare o comprendere frasi; la perdita di equilibrio, le vertigini e la mancanza di coordinazione.

Seconda causa di morte.

L’ictus cerebrale rappresenta la seconda causa di morte a livello mondiale e la terza nei Paesi dove è maggiore lo sviluppo economico, dopo le malattie cardiovascolari e i tumori. Causa il 10%-12% di tutti i decessi nell’arco di un anno ed è la principale causa d’invalidità e la seconda di demenza. In Italia ogni anno si verificano circa 196mila ictus, di cui il 20% costituito da recidive (39mila). L’ictus è più frequente dopo i 55 anni, e la sua prevalenza raddoppia successivamente a ogni decade: nel 75% dei casi si verifica nelle persone con più di 65 anni, ma colpisce, sia pure in misura minore, anche i giovani. Si stima che ogni anno il numero di under 65enni interessati da questa patologia sia intorno ai 27mila.

La mortalità dopo un ictus ischemico, a 30 giorni dal fatto, oscilla nei vari studi a livello mondiale tra il 10 e il 25%. L’emorragia cerebrale ha una mortalità nettamente più elevata (pari al 40-50%, sempre a 30 giorni) rispetto alle forme ischemiche. A un anno dall’evento acuto, un terzo circa dei soggetti sopravvissuti a un ictus, indipendentemente dal fatto che sia ischemico o emorragico, presenta un grado di disabilità elevato. Il trattamento richiede il ricorso a cure d’emergenza e il ricovero in unità di degenza dedicate, le ‘Stroke Unit’; alcuni ictus emorragici possono essere trattati tramite intervento chirurgico.

Da qualche giorno è partita la campagna d’informazione e di sensibilizzazione della Regione Emilia Romagna. Lo slogan recita così: Vedo, riconosco, chiamo. Protagonista del video realizzato è il comico romagnolo Giuseppe Giacobazzi. La campagna, realizzata con l’onlus A.LI.Ce Emilia-Romagna, l’associazione per la lotta all’ictus cerebrale, prevede anche una landing page, ovvero una pagina web (http://www.regione.emilia-romagna.it/campagnaictus) che, insieme al video, comunica le nozioni fondamentali sull’ictus e illustra la campagna.