Home Attualita Alternanza scuola-lavoro: quando cadono i confini

Alternanza scuola-lavoro: quando cadono i confini

L’alternanza scuola-lavoro non ha vita facile. Introdotta con la legge 107 del 2015 (la c.d. legge della ‘Buona Scuola’), ha scatenato molte proteste e contestazioni, considerata da molti, forse non del tutto a torto, come un modo per permettere a tante realtà professionali di usufruire di manodopera giovane e, soprattutto, ‘sfruttabile’ gratuitamente. Ma se è vero che esistono casi del genere, è altrettanto vero che sono numerose le esperienze positive, in cui le attività svolte dagli studenti hanno un fortissimo valore formativo. Importanti esempi in questo senso sono i progetti di alternanza scuola-lavoro svolti in ambito interregionale, in cui i ragazzi possono non solo mettersi alla prova nel mondo del lavoro, ma anche in un altro territorio, lontano dalla propria casa. Progetti importanti, pensati nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (PON 2014-2020) del Ministero dell’Istruzione che, finanziato dai Fondi Strutturali Europei, permette alle scuole di accedere a risorse comunitarie aggiuntive rispetto a quelle già stabilite dalla “Buona Scuola”. Risorse utili a sviluppare percorsi formativi interregionali o all’estero. Informazioni che ci riguardano da vicino: la redazione de ilPonte, infatti, ospita proprio in queste settimane Angelo e Daniele, due studenti pugliesi che hanno avuto la possibilità di svolgere il progetto a Rimini. Il tutto grazie alla collaborazione del loro Istituto (“Michele dell’Aquila” di San Ferdinando di Puglia) con Dolcevita Turismo & Formazione, agenzia pugliese che si occupa della realizzazione in ambito nazionale ed internazionale di progetti di mobilità ‘stage/tirocinio’ e ‘rafforzamento delle competenze linguistiche’.
Il dottor Saverio Russo, esperto di formazione e consulente dell’agenzia, racconta questa esperienza.

Saverio, ci illustri questo progetto.
“Con la nuova legge della ‘Buona Scuola’ gli istituti tecnici devono sviluppare delle ore di alternanza scuola-lavoro per gli studenti del triennio. Nel nostro caso specifico parliamo dell’Istituto “Michele dell’Aquila” di San Ferdinando di Puglia, la scuola dei due ragazzi da voi ospitati, che ha sviluppato due PON: uno chiamato ‘Esperto in Europrogettazione’ e l’altro ‘Marketing Comunitario per le Piccole e Medie Imprese’. Questo ha permesso alla scuola di accedere a maggiori risorse economiche, e quindi di realizzare un’offerta formativa più ricca: in questo caso, un’esperienza di alternanza scuola-lavoro in un’altra Regione. Progetto che è stato possibile grazie al lavoro di collaborazione tra la scuola, l’agenzia Dolcevita diretta da Francesca Destino e Assoform Romagna, partner del progetto e prezioso punto di riferimento sul territorio romagnolo”.

Emilia Romagna e, ancor più nello specifico, Rimini. Perché questa scelta?
“Perché a livello nazionale è risaputo che la riviera romagnola sia sempre avanti. È una realtà in cui il turismo, ancora oggi, ha un grande valore, e che nonostante la crisi ha saputo mantenersi su altissimi livelli di competitività. Il dirigente scolastico organizzatore, dunque, l’ha considerata la meta più idonea per un progetto formativo che si declina nel campo del marketing e della comunicazione, che nel riminese trova terreno fertile, tra gli altri, nell’importante settore del turismo congressuale. Non è un caso, infatti, che Rimini sia considerata il fulcro delle fiere e dei convegni: è una realtà ad altissima capacità ricettiva e in grado di fare sistema”.

Questo istituto è l’unico ad avere un progetto attivo a Rimini?
“No, al momento ce ne sono altri due. Il primo è l’Istituto ‘Adriano Olivetti’ di Orta Nova, per il quale abbiamo sviluppato delle ore di formazione con il dottor Giorgio Ribaudo, docente universitario a Rimini, e delle attività di conoscenza del territorio attraverso visite al Museo dell’Aviazione, al Percorso Malatestiano e a San Marino. Il secondo è l’Istituto ‘Scipione Staffa’ di Trinitapoli che, avendo anche un indirizzo socio-sanitario, ha fatto svolgere a 15 ragazzi 24 ore di alternanza scuola-lavoro presso alcune cooperative sociali riminesi: ‘La Fraternità’, ‘Arcobaleno’ e ‘Il Biancospino’. E, in questa circostanza, gli studenti hanno anche avuto l’occasione di partecipare a un toccante incontro con Paolo Simoncelli, il babbo del Sic. Un’esperienza molto intensa e commovente”.

In generale, l’alternanza scuola-lavoro funziona?
“Vi sono esperienze positive, come credo che siano i progetti appena illustrati. Allo stesso tempo, però, per esperienza posso affermare che la vera difficoltà sta nella poca disponibilità che le aziende dimostrano nel voler accogliere gli studenti, spesso visti come soggetti che fanno perdere tempo e non come risorse positive. Qui sta la battaglia che vogliamo combattere: sviluppare progetti formativi che puntino a inserire concretamente, e non solo formalmente, i ragazzi nei luoghi di lavoro e nelle diverse realtà territoriali del Paese”.

Simone Santini

Angelo de Benedittis – dall’Alternanza alla redazione de il Ponte alla produzione di uno videogioco Sony PS4

FUTURE GAMES HACKIl 4 e 5 maggio scorso a Roma, nell’ambito del “Video Game Lab”, presso gli Studi di Cinecittà, si è svolto il primo hackathon, per sviluppare proposte innovative sui videogiochi del futuro. All’evento Future Game Hack, hanno partecipato sessanta studentesse e studenti, provenienti da 18 scuole – di 14 città e 8 regioni diverse.
Accompagnati dal prof. Francesco Procida, sono due gli studenti dell’Istituto Michele dell’Aquila di San Ferdinando di Puglia, che hanno fatto parte di questo gruppo di giovani appassionati di informatica.
Si tratta di: Angelo de Benedittis (nella foto a destra), e Marco Marrone entrambi frequentanti la 4 As. Gli studenti pugliesi sono stati divisi in team diversi, il loro compito è stato quello di ideare, sviluppare e promuovere un progetto di un videogioco in realtà virtuale per play station 4, originale, innovativo, creativo e culturalmente diversificato, in grado di rafforzare l’identità e il patrimonio culturale italiano, favorendone una conoscenza diretta e diffusa tra i giovani.
L’intento del Miur è stato dunque dimostrare che i videogiochi possono diventare un ottimo strumento di facile ed efficace apprendimento.
Il gruppo vincitore è stato quello di Angelo de Benedittis che è stato premiato per il progetto che hanno sviluppato insieme al team di cui ha fatto parte, relativo alla popolazione Camuna occupante la Val Camonica.
È stata molto apprezzata l’efficienza dell’organizzazione e la collaborazione con il team permettendo ai ragazzi provenienti da realtà differenti, di interagire positivamente e creare un rapporto anche al di fuori dell’evento.
La Ministra Fedeli si complimenta con i Giovani vincitori:
Nel comunicato stampa del Miur del 6 maggio si legge la dichiarazione dell’allora Ministra Valeria Fedeli, presente alla premiazione dei migliori progetti insieme ai due amministratori di Sony entertainment Italia.
“Siamo molto soddisfatti dell’esito di questa iniziativa– ha dichiarato la Ministra – perché le ragazze e i ragazzi hanno avuto la possibilità di immaginare nuovi modelli e prototipi, nuove soluzioni in grado di rispondere alle principali sfide del mondo dell’intrattenimento digitale. È stata un’occasione per misurare gli intrecci possibili tra videogioco e cultura. È stato un importante momento di ‘scuola oltre la scuola’, di apprendimento attivo, che ha stimolato nei giovani l’intraprendenza, la creatività e il lavoro collaborativo. Oggi abbiamo premiato i progetti vincitori e ciascuno, aderendo a questa iniziativa, ha avuto il coraggio di mettersi in gioco, di misurarsi con se stesso e con gli altri, di pensare a mondi diversi e possibili. Ed è così che si cresce, si va avanti, si progredisce, si cambia”.
I team vincitore è stato invitato dalla Sony entertainment Italia, nel mese di luglio, a Roma, al processo di creazione del videogioco e successivamente, dal 5 al 7 ottobre, alla sua presentazione presso il Games Week di Milano.