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Vocazioni sacerdotali – Una Chiesa senza preti?

vocazioni sacerdotaliConfronto aperto sulle cause e i rimedi alla carenza di vocazioni sacerdotali.
Ospitiamo l’intervento di due fedeli laici

[toggles toggles_title=”Toggles”] [toggle title=”Lucio Canini”]

Desidero intervenire sulla crisi delle vocazioni speciali.
Non ci sono scorciatoie e non ci sono soluzioni facili in un mondo che ha… imparato a fare a meno di Dio e dei suoi ministri (se non per gli aiuti materiali).
1) La nuova pastorale non aiuta e va corretta.
2) Le omelie e le omelie funebri dove il morto ha il Paradiso in tasca (anche se è un ateo o un peccatore pubblico e matricolato) non sono un buon servizio alla verità e alla gente.
3) Il femminismo e l’erotizzazione del mondo femminile, cause non secondarie dei fallimenti coniugali, minano la famiglia e l’educazione dei figli e delle figlie alla fede e alla vocazione.
4) Le Confessioni spesso all’acqua di rose e le Comunioni di massa (dei presenti) non dicono molto.
5) Le novità in atto e quelle attese alimentano dubbi e rendono perplessi pastori e fedeli.
6) La nuova teologia buonista che tace ( o quasi) sull’inferno e manda tutti subito in Paradiso fa il resto.
7) La fede debole o assente non deve servire per dichiarare nulli i matrimoni, ma per sfruttare ogni momento idoneo alla predicazione e alla testimonianza.
8) Bisogna insistere sulla drammaticità dell’esistenza e delle scelte e sulle loro conseguenze.
9) Le belle omelie commuovono sul momento, ma incidono poco. Bisogna predicare la morale spicciola e concreta, senza se e senza ma.
10) Bisogna predicare i Novissimi e i preambula fidei (Dio, l’anima immortale, il premio e il castigo), la bellezza e la necessità della fede.
11) Un uomo senza una buona religione è un pericolo per sé e per gli altri, esposto a tutte le insidie delle mode e dei vizi.
12) Un Dio amicone e bonaccione attira meno di un Dio severo, perché sembra inutile.
13) Non si chiede di predicare un Dio severo, ma un Dio serio che non accorda la sua misericordia ai peccatori impenitenti.
14) Non servono il cinema e la sociologia, ma la preghiera, lo spirito di sacrificio, l’onestà nelle mode e nei divertimenti, non certo le spiagge e le discoteche.
15) Puntare anche sulle vocazioni adulte: non solo di scapoli e vedovi, ma anche di buoni separati cristiani.
Luciano Canini  

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[toggle title=”Dino Corzani”]

Avanti, un po’ più di coraggio
Quando avete pubblicato la prima puntata di Una Chiesa senza preti, mi sono rallegrato per la coraggiosa iniziativa: nel numero seguente è comparso solo il coro amico di don Massimo Zonzini; al terzo numero il nulla! Ciò mi ha mortificato tanto da pensare che è inutile lottare (o scrivere) per i castelli in aria!
Don Massimo però ha detto una cosa molto importante: “mi aspetto una comunità cristiana più semplice e trasparente che divenga segno anche vocazionale”. Ecco il punto: la Comunità. Mi pare che quello che manca oggi sia il pensiero, la richiesta, l’esigenza del Sacro da parte dei nostri fratelli così detti laici (brutto termine vecchio, oggi si dovrebbe dire Popolo santo di Dio). Questo silenzio è un grosso problema. Penso che dobbiamo veramente cominciare sul serio a leggere e rileggere la parola, e allora scopriremo tante cose belle. Torno sul tema perché mi preme sottolineare: 1. Pietro convoca il gruppo dei discepoli e dice: “Noi (gli Apostoli)  dobbiamo dedicarci alla Preghiera ed alla Parola…” e allora il gruppo dei discepoli (la comunità) elegge i Diaconi…  2. Non ci sono vocazioni? Ma il padrone della vigna esce a tutte le ore per inviare operai nella Sua Vigna. Quanti bravi operai (uomini, donne, giovani, anziani, ricchi, poveri ecc) vediamo noi stessi, ma non sono accettati dalla Gerarchia perché non corrispondono ai loro canoni; allora è meglio lasciare il Popolo santo di Dio senza l’Eucarestia?
Nel 1950 i Seminari erano pieni di centinaia di ragazzi; ora sono praticamente chiusi. In quei tempi durante la Messa, mentre il sacerdote andava per conto suo biascicando una lingua sconosciuta, i buoni fedeli recitavano il rosario o la novena a qualche santo; tutto era delegato al prete ed il popolo… dormiva beatamente.
Ma lo Spirito suscita i Suoi profeti: ti prende un vecchietto tanto mite ed umile, che un giorno dice: “Ci vuole un concilio”! E che Concilio! Aprite le finestre e fate entrare l’aria fresca che scacci quella metifica di un mondo ecclesiale ormai vecchio! Ma cambiare aria, costa troppo (non economicamente), è troppo difficile;  lasciamo sbraitare quelli che… poi tutto passerà. E allora, sempre lo stesso Spirito, prende un altro vecchietto dalla fine del mondo, che per attuare il Concilio incontra tante resistenze. E allora? Non ci resta che pregare lo stesso Spirito che ci dia il coraggio (a cominciare dai Vescovi) di incamminarci sulla nuova strada che impegna tutti, ognuno coi suoi carismi, ma con la stessa dignità, perché siamo tutti membra dell’unico Corpo di cui la testa è Gesù.
Dino Corzani

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