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Vite sul bordo del mare

Quanto racconta un volto, una ruga, di una persona e della sua vita? Il senso comune, ci farebbe rispondere molto, guardare le foto di Roberto Gabellini ci fa rispondere, invece, tutto. Si tratta di scatti raccolti nel volume Pescatori D’Italia, storie sul bordo del mare, edito da Mursia, che di Gabellini non accoglie solo le fotografie ma anche i testi declinati sottoforma di poetiche narrazioni di vite. I protagonisti sono i pescatori, vivono per e di mare. In loro si esprime odio, amore, passione, contrasti che arrivano da una vita passata “sul bordo del mare”, appunto. A tratti sembra che le onde li streghino, li legnino per sempre a un destino che amano e odiano allo stesso tempo. Uno strano fascino impalpabile che non si delinea mai precisamente ma che si percepisce ad ogni storia raccontata. Gabellini, personaggio eclettico, che si definisce “consulente di comunicazione, curatore di festival e di rassegne culturali, di notte giornalista”, spiega bene il senso di questa pubblicazione: “Questi racconti e questi scritti vogliono rendere omaggio ai nostri pescatori, in una sorta di viaggio nella pesca italiana dal Veneto alla Liguria. Le loro storie, ma soprattutto quel sentimento drammatico impresso sui loro volti, colpiscono fin dal primo incontro e non si può non sentirsene attratti come da qualcuno che custodisca un segreto importante; quasi invidiandoli e costretti a cercare di scoprire quale mistero ne circondi la vita e i gesti ogni giorno ripetuti. I loro occhi, spesso lucidi e dolenti, la nostalgia infinita che vi trapela, ne rivelano il destino di prediletti, come se l’infinito stesso fosse venuto loro incontro dal mare. Dal desiderio di indagare questo loro sguardo, di poterlo raccontare, e un po’ dalle loro stesse confidenze e dai loro ricordi, sono nate le storie che accompagnano questo libro. Dalla loro amicizia e dalla loro disponibilità, i ritratti fotografici che le accompagnano”.
Destini, segreti, prediletti, infinito. Sono questi i termini usati dall’autore riminese per raccontare questi uomini di mare. Ma quanto di vero c’è in ogni racconto? E quanto di verosimile o inventato? Lo abbiamo chiesto a lui che rivelato il modo in cui è nato questo interessante volume.
In principio…?
“Per andare al principio devo saltare indietro di 10 anni quando passai da diversi porti dalla Sicilia, alla Sardegna passando per il Veneto e anche per Rimini. Allora stavo realizzando un documentario sulla pesca e conobbi molti pescatori. I protagonisti delle mie storie”.
Sono storie vere?
“No sono storie ispirate da loro. Entrandovi in contatto ho tratto delle sensazioni, delle emozioni. È come se le avessi loro cucite addosso. Le storie partono dalla mia conoscenza di queste persone”.
Hai trovato il loro punti di vicinanza?
“Basta guardare le foto per capire. Hanno occhi, sguardi che sembra che sappiano qualcosa che tu non sai, un mistero che è anche un destino. Mi hanno stregato. C’è un filo di mistero in quegli sguardi. Il bordo del mare è quel confine stabilito che non può essere superato. Un confine oltre il quale deve trovarsi la sorgente misteriosa da cui nascono le cose, che le fa accadere o invece finire, che fa sorgere il sole e le stesse onde del mare”.
Quando è nato il libro? In corrispondenza con il documentario o dopo?
“Dopo. L’ho scritto circa 4, 5 anni fa e poi l’ho messo nel cassetto. Recentemente ho pubblicato un altro libro e allora ho provato a ritirarlo fuori. Ed eccolo qui”.
Le foto, invece, quando sono state fatte?
“Le foto vennero fatte ai tempi del documentario. Ho provato a ricercarli tutti, i protagonisti, ma è stato difficile. Ho saputo che alcuni di loro non lavorano più. Ma è stato bello farli rivivere in queste foto”.

Angela De Rubeis