Home Attualita Villa Del Bianco: un progetto “singolare” pieno d’amore

Villa Del Bianco: un progetto “singolare” pieno d’amore

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Ci sono mondi fantastici popolati di elfi, gnomi o fate. Ma c’è un mondo fantastico forse ancora più affascinante e misterioso. È un mondo in cui gli educatori portano sempre nel loro zaino confezioni di caramelle. In cui una cannuccia e una bacinella piena di acqua e sapone possono regalare la felicità. In cui si mangia in compagnia di allegre canzoncine. In cui si applaude per una vocale indovinata.
Il mondo dell’autismo è un mistero, di cui sappiamo ancora molto poco. Non se ne conoscono esattamente le cause, non esiste una cura. Spesso comprendere cosa prova o cosa desidera comunicare una persona che presenta un disturbo dello spettro autistico è impossibile. E così, come davanti a tutti i più grandi enigmi, se non puoi ottenere risposte puoi metterti almeno in ascolto, cercare di osservare o di capire.
A Villa Del Bianco, a Misano Adriatico, ogni anno trascorrono l’estate circa 20 ragazzi con autismo. Un momento di sollievo per le loro famiglie, e un’occasione per loro per stare insieme ad altri ragazzi in compagnia di educatori specializzati. Il progetto è frutto di una collaborazione tra la cooperativa sociale «Il Millepiedi», i comuni di provenienza dei diversi ragazzi e in particolare quello di Misano (capofila), i piani di zona, l’associazione «Rimini Autismo» e il Centro Autismo dell’Ausl. Trascorrere qualche ora a Villa Del Bianco significa immergersi in una realtà forse indecifrabile ma al tempo stesso strabordante di amore, comprensione, coraggio. Una realtà che coniuga un alto livello di professionalità e preparazione a un lavoro fatto di pazienza e piccoli quotidiani gesti di cura. Un progetto in cui si intrecciano in maniera virtuosa diverse esperienze: quella delle istituzioni e dei servizi sociali competenti, quella degli operatori e le famiglie con i loro ragazzi.
Il ruolo del Centro Autismo. Ne sono convinte Serenella Grittani ed Elisa Curzi rispettivamente responsabile e psicologa del Centro.
“Villa Del Bianco è testimonianza di una possibilità di sinergia tra istituzioni pubbliche, sociali e sanitarie, associazionismo e privato sociale, che fanno convergere iniziative, idee e risorse per trovare nuove risposte alla singolarità dei bisogni dei ragazzi ospitati. Sembra la cosa più semplice e scontata del mondo, ma è ancora molto rara. Riteniamo molto importante che Villa Del Bianco sia luogo di allenamento di abilità ed esplorazione di nuovi interessi, oltre che opportunità di interazione sociale e divertimento”.
Il punto di vista di chi ci lavora. Luca Urbinati, psicologo specializzato in disturbi dello spettro autistico, svolge un ruolo di formazione e supervisione incaricato da «Rimini Autismo».
“Ad oggi nel nostro territorio non esistono centri estivi specializzati per accogliere ragazzi con autismo. E così questi ragazzi rischierebbero di rimanere a casa o in progetti non adeguati alle loro esigenze. Per questo Villa Del Bianco è un progetto importante, perché offre loro una quotidianità pensata su misura. Il mio compito è quello di offrire agli educatori un aiuto teorico e pratico”.
A proposito di educatori, a coordinarli è Serafina Omiccioli de «Il Millepiedi».
“Per me Villa Del Bianco è una seconda casa. La nostra forza è quella di essere un’equipe molto affiatata. Dico sempre che qui dentro nasciamo colleghi e diventiamo amici. Per me è importante condividere ad esempio la vita del centro anche con la mia famiglia, in modo che si sentano parte di questo progetto per me così importante. Ogni anno il centro estivo in Villa resta lo stesso ma al tempo stesso si evolve per venire incontro alle esigenze dei ragazzi. Per esempio quest’anno una grande novità sono state le piccole lezioni in gruppo condotte proprio da Luca”.
E, a questo proposito, Urbinati aggiunge. “Confrontarsi in piccoli gruppi per questi ragazzi è spesso una novità, perché anche a scuola sono spesso abituati a un sostegno individualizzato. Per me è stata un’esperienza molto interessante. E sì, lo posso confermare: anche i ragazzi con autismo quando fanno i compiti cercano un modo per copiare!”.
Ironia a parte, è importante questo aspetto normalizzante che restituisca a questi ragazzi anche i tratti tipici dell’infanzia e dell’adolescenza, senza pensare solo alla patologia.

Silvia Sanchini