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Con il progetto dell’Oratorio

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Viaggio fra i gruppi parrocchiali: San Raffaele, Rimini

Il nostro tour nelle parrocchie della diocesi, alla ricerca di realtà giovanili, non conosce tregua. Vogliamo che ogni realtà possa farsi conoscere, raccontarsi e testimoniare esempi di vita cristiana: tante voci, un solo coro, direbbe vescovo Francesco.
A Rimini i ragazzi che gravitano attorno alla parrocchia sono tanti, sono generosi e vivono la comunità come una seconda casa.
Anche a San Raffaele, parrocchia situata in quella che una volta era la periferia della città e oggi è a due passi dal centro, non manca di certo la presenza giovanile, che in certe occasioni si fonde con le altre due realtà vicine, quelle di San Gaudenzo e del Crocifisso. L’impegno, il servizio e l’aggregazione sono al centro della loro esperienza cristiana. Le fasce d’età sono tutte rappresentate, dai piccoli ai più grandi.
Ne abbiamo parlato con don Giuseppe Bilancioni, per tutti “Bilo”, parroco di San Raffaele, che ci ha raccontato un po’ la proposta educativa di San Raffaele.

Lavorate in sinergia con San Gaudenzo e Crocifisso?

“Sì, nel corso dell’anno viviamo alcuni momenti insieme. Accanto a qualche incontro collettivo sporadico, è ben radicata la formazione per gli educatori di ogni associazione presente, Azione Cattolica e Scout su tutte. Sono in programma due appuntamenti all’anno nei quali si riflette e ci si confronta su varie tematiche d’attualità. San Raffaele e Crocifisso da qualche anno trascorrono insieme il campeggio estivo delle medie”.

Veniamo a San Raffaele: quali i gruppi più attivi?

“A farla da padroni sono l’ACG, Azione Cattolica Giovani, e gli Scout. Questi ultimi, per quanto riguarda la comunità capi, sono in comune tra San Raffaele e San Gaudenzo. Gli strumenti di lavoro sono quelli classici: incontri settimanali e servizio educativo”.

Altre caratteristiche della pastorale?

“Non ci piace stare con le mani in mano. Abbiamo un circolo parrocchiale ANSPI che riveste una funzione aggregativa. Manca un vero e proprio oratorio per i giovani, ma speriamo in futuro di poter rimediare. Durante l’estate si svolge un centro estivo per bambini di elementari e medie.
L’anno scorso i ragazzi hanno fatto servizio allo sportello di distribuzione viveri: ogni 15 giorni a turno si andava a fare del bene per chi è meno fortunato di noi”.

Aspetti positivi e altri invece su cui c’è ancora da lavorare?

“La generosità e il dono di sé sono alla base. Le esperienze forti e belle sono sempre accolte da tutti con grande entusiasmo. Un aspetto a mio avviso molto costruttivo è il fatto che la proposta giovanile non è esclusivamente riservata a chi fa parte di AC o Scout, ma è sempre allargata a tutti i ragazzi che passano dalla parrocchia.
Le note dolenti sono queste. Innanzitutto, i giovani sono tanti, ma mai abbastanza. Accade che sia difficile trovare ogni anno educatori giovani che abbiano tempo da dedicare alla parrocchia, per motivi di studio, di lavoro e altro. Ogni anno è sempre un ricominciare da zero.
Poi va detto che sul discorso gratuità del servizio c’è ancora da fare molta strada. Le attività in generale vanno molto bene, ma su alcuni punti (l’oratorio ad esempio) la mentalità va ancora plasmata. Diamo tempo a questi ragazzi, meritano di essere aspettati”.

Tommaso Mazzuca